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ATP Roma: Napolitano al terzo turno! Fuori Arnaldi e Nardi

Le seconde linee regalano gioie. Se i big azzurri devono fare i conti con mille acciacchi, a esaltare il Foro Italico stanno provvedendo i nomi meno attesi. Dopo Luciano Darderi e Francesco Passaro, anche Stefano Napolitano ha conquistato il terzo turno degli Internazionali d’Italia.

È vero, l’opportunità – spingersi così avanti in un Master 1000 affrontando due lucky loser – era più unica che rara, ma bisognava essere in grado di coglierla, il che era tutt’altro che scontato. Dopo il successo all’esordio sullo statunitense J.J. Wolf (che aveva rimpiazzato Matteo Berrettini), il ventinovenne biellese era opposto al cinese Juncheng Shang, ripescato dalle qualificazioni (dove aveva ceduto al belga Zizou Bergs, che poi ha impegnato Rafa Nadal) e ammesso direttamente al secondo round in seguito alla rinuncia del francese Ugo Humbert, tredicesimo del seeding.

Napolitano è partito con il piede giusto, ma sul più bello il primo set ha bruscamente deviato dai binari sui quali pareva essersi instradato. Avanti 4-2, l’azzurro ha mancato tre opportunità consecutive per un secondo break e, subito dopo, ha ceduto la battuta da 40-0. Il promettente mancino diciannovenne di Pechino ne ha subito approfittato e, sciupato un set point sul 5-4, ha preso subito il largo nel successivo tie-break, involandosi sul 5-1 per chiudere 7-3.

Per fortuna non c’è spazio per le recriminazioni, perché la musica è cambiata, eccome!, nel secondo parziale. Dall’1 pari il piemontese, sostenuto a gran voce dal pubblico capitolino, ha innestato una marcia superiore infilando una serie di undici giochi, uno dietro l’altro, che lo ha condotto direttamente alla vittoria. L’ancor inesperto rivale, ex numero 1 del mondo junior, non poteva essere preparato al clima da corrida che si respirava in un Pietrangeli gremito. Suo malgrado, si è ritrovato nei panni del toro da matare e non è più riuscito a scrollarseli di dosso, e Napolitano non si è lasciato sfuggire la preda.

Quella che è fin qui la sua stagione migliore, già contraddistinta dai titoli nei Challenger di Bangalore e Madrid, si arricchisce dunque di un piazzamento di rilievo in un torneo importante. Stefano contenderà un posto negli ottavi a Nicolas Jarry, numero 21 del seeding, che, nell’incontro d’apertura del programma sul centrale, ha battuto per 6-2 7-6(6) l’altro italiano Matteo Arnaldi.

In questo caso, nonostante un primo set a senso unico (cinque giochi di fila per il cileno dallo 0-1), i rimpianti sono parecchi. Già, perché nel secondo parziale, innalzato nettamente il proprio standard, Matteo non ha concretizzato la bellezza di sette chance per andare al terzo: tre in un lunghissimo decimo game (sul servizio dell’avversario) e quattro consecutivi in un tie-break nel quale, avanti 6-2, si è smarrito d’improvviso e non ha conquistato più un punto.

Un vero peccato, il match era parso poter girare e, in caso di rinvio del verdetto alla frazione decisiva, sarebbe stato l’azzurro, sull’onda dell’entusiasmo, a godere dei favori del pronostico. Jarry, bravo a mantenere salda la concentrazione nella bolgia del Foro, ha ottenuto così la terza affermazione in altrettanti confronti diretti. Le precedenti, entrambe in rimonta, erano avvenute a fine settembre in quel di Pechino e lo scorso gennaio ad Adelaide.

Nel secondo e conclusivo match della sessione serale sul centrale, nulla da fare per l’ultimo azzurro in lizza, Luca Nardi, che, in una sfida tra classe 2003 (la stessa di Alcaraz), si è arreso con lo score di 6-4 6-4 al finalista della scorsa edizione Holger Rune. Il danese, accreditato della decima testa di serie, ha fatto la differenza strappando la battuta al ventenne pesarese in due occasioni: nel terzo game del primo set e nel quinto del secondo, quest’ultima, con il cinismo dei fuoriclasse, subito dopo aver annullato a Nardi ben sei palle break (di cui tre consecutive). L’azzurro, a ogni modo, non ha affatto sfigurato di fronte a un rivale più avvezzo a simili palcoscenici, confermando di essere in costante crescita, pronto a effettuare un ulteriore salto di qualità.

Fabrizio Fidecaro

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