[4] E. Rybakina b. [28] V. Azarenka 6-4 0-6 7-6(2)
Elena Rybakina era assente dai campi da metà febbraio, a causa di vari intoppi e malanni, e al rientro pur faticando praticamente in ogni partita è riuscita ad arrivare fino alla finale. La seconda finale per lei al WTA 1000 di Miami è arrivata con un cammino duro: quattro partite su cinque fin qui durante almeno sulle due ore e mezza. L’unica giornata “serena” è stato quell’ottavo di finale contro Madison Keys che le aveva fatto dire di sentirsi finalmente in crescita, prima della grande fatica contro Maria Sakkari e qualche dubbio sulla sua condizione fisica per un fastidio alla caviglia che sembrava emergere nel secondo set.
Rybakina, oggi, ha vinto un match giocato non al 100%, a tratti ben lontana da un buon livello, ma con un gran carattere. Aiutata praticamente sempre dal servizio, è riuscita a spuntarla contro Victoria Azarenka al tie-break decisivo, ma soprattutto fermando nei primi game del set decisivo il ritmo della bielorussa che, lanciatissima, aveva dominato il secondo parziale. 6-4 0-6 7-6(2) il punteggio finale di una partita abbastanza altalenante, dove l’ex numero 1 potrebbe forse mangiarsi le mani per non essere riuscita a mantenere quella brillantezza del secondo parziale stradominato nei numeri più che nel punteggio: 24 punti per lei, solo 5 per la rivale.
Entrambe venivano da due partite davvero delicate nei quarti di finale, perché se Rybakina ha piegato Sakkari 6-4 al terzo per Azarenka c’è stata la faticaccia fisica contro Yulia Putintseva, battuta solo un paio di minuti prima delle tre ore. E nei primi minuti odierni Elena sembrava molto accorta nei suoi passi in campo. Nel momento in cui ha tenuto il game dell’1-1 ha infatti guardato il suo angolo ed è parsa fare una smorfia poco convinta mentre testava l’appoggio sulla caviglia sinistra. Malgrado tutto, il primo parziale per lei è stato impeccabile con la prima che è arrivata in aiuto ogni volta che doveva vincere punti cruciali: tre ace consecutivi dal 2-2 15-40, ace su una nuova palla break sul 4-3 e 40-30 mentre cercava di consolidare il vantaggio appena preso, e game al servizio semplicemente perfetto sul 5-4. A pesare, nel primo set, quel break che la kazaka ha preso sul 3-3, game dove Azarenka ha anche commesso due doppi falli.
Tutto è cambiato nel secondo parziale, quasi a confermare le sensazioni che tra le due fosse Victoria quella con più carica e carte ancora da giocare. Recuperando un iniziale 15-30 di svantaggio, l’ex numero 1 del mondo si è lanciata in un assolo di grandissimo valore, elevando la risposta a livelli spesso quasi inarrivabili anche per un’ottima servitrice come Rybakina, che perso il servizio sullo 0-1 ha cominciato a franare perdendo ben 15 punti consecutivi e arrivando al terzo set con tutta l’inerzia possibile. Qui è stato fondamentale, per Rybakina, tornare a tenere la battuta per fermare la serie positiva dell’avversaria. Ci è riuscita, ritrovando la battuta e ricominciando a far viaggiare abbastanza bene il dritto lungolinea, e con un’Azarenka tornata un po’ più coi piedi per terra il match è a sua volta tornato in bilico. Addirittura, il primo break del parziale è stato per la kazaka, sul 2-2, in una fase dove la bielorussa era tornata a commettere diversi errori. Nel game sul 4-3, il culmine di questa fase: Rybakina ha tenuto la battuta grazie a tre regali dell’avversaria, di cui due direttamente da risposte su seconde palle.
L’ultimo colpo di scena è arrivato nel momento in cui la numero 4 del seeding ha servito per il match, lì dove non è stata in grado di completare bene i vari punti quando il servizio non era sufficiente. Per due game, Rybakina commetteva errori proprio nel momento della finalizzazione e Azarenka, bravissima a rimanere viva in ogni scambio, saliva 6-5. Nel momento peggiore, Elena ha tirato fuori il meglio: sette prime palle consecutive in campo, quattro punti diretti, game rapido per il tie-break e poi salita fino al 5-1 al tie-break ipotecando la vittoria. Perfetta in questa fase finale, come nel 2023 si trova ora a un successo dal titolo a Miami. Quest anno, in caso, non vorrà dire Sunshine Double come poteva essere 12 mesi fa, ma è un gran bel passo dopo i dubbi sulla partecipazione che saranno rimasti fino al giorno dell’esordio. Attende ora o Danielle Collins o Ekaterina Alexandrova.
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