Australian Open

Gauff in semifinale tra mille difficoltà, Kostyuk si mangia le mani

[4] C. Gauff b. M. Kostyuk 7-6(6) 6-7(3) 6-2

Ci sono volute tre ore e otto minuti di enorme fatica e problemi, ma alla fine Coco Gauff è emersa vittoriosa dal proprio quarto di finale all’Australian Open contro Marta Kostyuk. Una partita brutta, dimenticabile, cominciata male da entrambe e finita per inerzia dalla favorita della vigilia complice anche l’importante calo fisico e nervoso dell’avversaria nel set decisivo.

Un 7-6(6) 6-7(3) 6-2 finale che non lascia davvero nulla di positivo, tranne il risultato in sé, alla numero 4 del seeding che avrà bisogno ora di ogni momento utile nelle successive quarantotto ore per cancellare tutto, o quasi, e riproporsi in campo per la semifinale, chiunque avrà di fronte. Il suo cammino è stato, prima di oggi, fin troppo agevole: lei ha avuto un buon livello e buon controllo del campo, ma nessuna delle avversarie l’ha davvero messa alla prova tra l’inconstanza di Alycia Parks e il livello nettamente inferiore di Anna Karolina Schmieldova e Magdalena Frech.

Oggi, al primo test, il crollo delle prestazioni. Il dato più eclatante per lei è aver finito con gli errori gratuiti che quasi toccavano quota “x5” rispetto ai vincenti. Il dritto si è sciolto, quasi subito, senza mai riprendersi prima forse degli ultimi due game quando ha trovato il doppio dei vincenti raccolti con quel colpo nelle tre ore precedenti di gioco (due, contro uno). Kostyuk, di contro, ha giocato un primo set e buona parte del secondo con una tensione eccessiva addosso, gettando tante occasioni al vento nei primi 76 minuti (la durata complessiva del set d’apertura) e sciogliendosi poi verso la metà del set decisivo. E forse lei è comunque la giocatrice che ha dato qualcosa di positivo al match, tra l’intraprendenza e una maggiore concretezza sul finire del secondo, vanificata però dalla pessima partenza del terzo.

Difficile raccontare tutto quanto successo, un po’ perché il dato di 100 errori gratuiti complessivi è impietoso e spiega fin troppo bene l’andamento, un po’ perché fin dai primi game le due erano bloccate: l’ucraina molto tesa, la statunitense bloccata in una giornata dove non entrava più della seconda marcia. Così il 5-1 di Marta nasceva grazie (anche) ai tanti errori dell’avversaria che risaliva, però, sfruttando il momento peggiore di Kostyuk. Il set point cancellato sul 2-5 arrivava nel momento in cui ha cominciato a spingere di più col servizio e impattando meglio la palla di rovescio, ma è stato tutto troppo poco e troppo breve. Break e controbreak dal 5-5, tie-break di paura giocato da entrambe con l’ucraina che si mangerà le mani per come ha giocato malissimo i due dritti dal centro a uscire sia sul 6-5 e servizio, sia sul 6-6: era appena arrivata a set point giocando due ottimi colpi da quel lato, ma di nuovo il braccio tornava rigido e falloso nel momento chiave, facendola scivolare un set sotto.

Il parziale successivo è stato caotico, complicato, irregolare. Gauff si portava avanti di un break in quello che sembrava essere il momento chiave (4-2) ma ha giocato malissimo in ogni game al servizio, facendosi attaccare e buttando dritti ovunque tranne che in campo. Qui Kostyuk riusciva a giocare meglio e meritando la rimonta fino al 7-3 nel tie-break. Non era un livello alto, ma gestiva meglio le emozioni e colpiva meglio la palla. Tanto bastava per sembrare, oggi, una valanga verso l’avversaria così incredibilmente vuota e in affanno. Per lei si aprivano le porte di un nuovo terzo set dopo le quasi tre ore vissute prima contro Elise Mertens al secondo turno, poi contro Elina Avanesyan al terzo. E quello, e le vesciche che già l’avevano costretta a chiamare il fisioterapista a fine primo set, e la brutta partenza smontavano le sue velleità. Gauff, rilassatasi dopo aver tenuto il game del 4-0, è riuscita finalmente a mettere in campo qualcosa di positivo, che non è comunque bastato a evitarle un break sul 5-0 che ha allungato di un altro quarto d’ora una partita praticamente chiusa.

Per sua fortuna, ha evitato ulteriori problemi quando ha servito con autorità sul 5-2. L’urlo finale, più che gioia, sapeva tanto di liberazione. E adesso ci sarà da riposare e dimenticare, per lei, quanto più possibile da questa giornata così negativa ma che comunque l’ha vista approdare in una nuova semifinale Slam.

Diego Barbiani

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