Vogliamo tutti bene ad Andrey Rublev, per la persona che è, anche per il giocatore, ma la partita di stasera contro Jannik Sinner ha mostrato distintamente cos’è un buon giocatore com’è il russo e cos’è un campione, com’è l’azzurro. Intanto: Sinner-Djokovic, atto sette. Tutti volevamo questa sfida, l’abbiamo avuta. Ora tocca a Jannik pensare nel miracolo: 48 semifinali del serbo contro le 2 di Sinner, e tutte e due contro Nole, non il massimo della fortuna, diciamo così.
Con calma, senza farsi prendere dall’ansia, il n.4 del mondo si è portato a casa il quarto di finale degli Australian Open contro Rublev 6-4 7-6 6-3 senza concedere set.
Ora Nole, certo: la vendetta della sfida di Malaga, quando Jannik gli ha cancellato tre match point e ha portato a casa la partita. Ma prima di andare a venerdì, bisogna gustarsi questo risultato arrivato soffrendo, contro un Andrey Rublev raramente così centrato. Capace di spaccare la palla ed essere pericoloso sia al servizio che in risposta. Così potente nel picchiare che a un certo punto si teme che abbia potuto rompere anche il giocattolino dell’Alto Adige, dolorante all’addome e con l’occhio spaventato. Qualche scambio con il box ma alla fine tutto fila liscio. E infatti proprio nel secondo set arriva il miracolo della Val Fiscalina, con il tie break in cui da 5-1 sotto recupera 6 punti e sigilla il 2-0 tagliando le gambe a Rublo. E a quel punto, tutti i pensieri erano rivolti avanti, alla semi. Il resto ciao.
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