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Ma Sinner può battere questo Djokovic (che vince a Bercy e ringrazia)?

Nessuna sorpresa, al netto delle rispettabili fantasie dei tifosi, nella finale del Masters 1000 di Parigi Bercy. Ha vinto Novak Djokovic, ha vinto il più forte. Grigor Dimitrov è uno straordinario esteta della racchetta e incanta con il suo rovescio ad una mano, rarità ormai nel circuito, e il suo back sfolgorante, ma se non vince un torneo dal 2017 (dalle Finals di Londra) e se in tanti anni di carriera, e nonostante il talento, ha vinto “soltanto” otto titoli, è evidente che il bulgaro qualche problema a livello mentale lo abbia sempre avuto. E Djokovic, si sa, non è uno incline a regalare sogni ed illusioni agli avversari. La domanda è, in vista della Finals: ma questo Sinner può battere questo Nole? E in generale: chi fermerà il serbo?

Alla luce di tutto questo, la finale di questo contestatissimo Parigi Bercy 2023 è andata esattamente come doveva andare: 6-4 6-3 in un’ora e 38 minuti il punteggio finale, dove a Djokovic sono bastati due break al momento giusto (con la ciliegina del terzo per chiudere il match) e una velocità standard di crociera, dopo le fatiche ben più pesanti di ieri contro Rublev in semifinale, per portarsi a casa il settimo titolo a Bercy, che gli era sfuggito lo scorso anno, quando aveva perso contro Holger Rune. 

Stavolta Djokovic non ha lasciato nulla al caso e ne è venuta fuori una partita non noiosa ma francamente prevedibile, sogni di appassionati e detrattori di Nole a parte. Dopotutto, se i precedenti contro il bulgaro parlano di 12 vittorie a 1 per il 24 volte vincitore di slam, un motivo ci dovrà pure essere. 

Per il serbo questo è il Masters 1000 numero 40 in carriera (mai nessuno come lui), il torneo numero 97 in totale (dietro solo a Connors con 109 e a Federer con 103), il sesto dell’anno dopo Adelaide, Australian Open, Roland Garros, Us Open e Cincinnati, con un totale di 51 partite vinte e 5 perse in questo 2023. Non esistono semplicemente parole per definire questo fuoriclasse. 

Inoltre, Djokovic mette praticamente al sicuro il numero 1 a fine anno: basterà vincere soltanto una partita alle Finals di Torino (o aspettare una sconfitta in un incontro del girone di Alcaraz) per finire i dodici mesi in cima al ranking per l’ottava volta in carriera, anche questo (ovviamente) record assoluto. In Piemonte Novak cercherà anche di prendersi il settimo titolo in assoluto, superando Federer ed essendo, anche lì, l’unico e solo ad aver toccato questo traguardo. Una macchina mangiarercord, Nole, che sembra non volersi mai fermare. 

Redazione

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