Entra nel vivo la stagione del cemento nordamericono, che si concluderà la prima settimana di settembre a New York, dove Alcaraz dovrà difendere il titolo e forse anche il primo posto del ranking. Ma il mese che ci separa da Flashing Meadows promette di essere interessante, anche se in Europa il caldo ci terrà lontano dagli schermi almeno fino a Cincinnati. Ad ogni modo è stato sorteggiato il tabellone di Toronto, dove non sarà presente Djokovic che ormai giustamente tende a centellinare i propri tornei e a focalizzarsi solo sugli slam. Ma il resto non è certo di contorno, visto che sarà presente Alcaraz, ormai la vera star del circuito, e ripartirà la corsa di Sinner verso Torino e chissà, verso il primo 1000.
Non è stato fortunato Jannik a dire il vero, perché a differenza che a Wimbledon e a Roland Garros il tabellone non è stato clemente. Già all’esordio derby di lusso contro Berrettini, chiamato a confermare la bella prestazione di Wimbledon. Seppure il pronostico tenda ad essere dalla parte di Sinner troppe sono le variabili in gioco per sbilanciarsi. La prima è la condizione fisica di Matteo. Fosse migliorato rispetto al mese sull’erba ci sarebbe già da andare cauti col reputare Sinner favorito. Se ci mettiamo l’aspetto psicologico – Berrettini in qualche modo è il leader del movimento tennistico italiano e i suoi risultati sono ancora abbastanza lontani per il resto della truppa – ecco che la prospettiva potrebbe rovesciarsi radicalmente. Del resto è un’incognita anche la condizione di Sinner, che abbiamo lasciato sconfitto non troppo bene a Wimbledon da un Djokovic minore dopo un torneo in cui ha affrontato avversari troppo semplici per lui. Insomma noi non scommetteremmo un centesimo su nessuno dei due, la speranza è che sia una partita da ricordare e soprattutto che Berrettini batta Barriere, che è l’ostacolo tra lui e il derby.
Chiunque vincerà non avrà certo la strada spianata, perché da quella parte ci sarà Tsitsipas e poi ovviamente Alcaraz.
Il numero 1 del mondo l’anno scorso uscì a primo turno, quindi potrà aumentare il distacco da Djokovic, anche se di nuovo ha avuto in sorte un tabellone non semplicissimo. Ad ogni modo già a Wimbledon – e nel resto dell’anno – ha dimostrato che ci possono essere tutti i tabelloni del mondo ma se riesce a diminuire al minimo i momenti di effervescenza giovanile, diciamo così, la distanza dagli altri per il momento è troppo ampia perché abbia davvero problemi.
Forse qualcuno potrebbe darglielo Medvedev in finale, considerato anche che il russo dovrebbe arrivare senza troppo problemi all’atto conclusivo. Per lui vale un po’ quanto detto per Alcaraz, soprattutto sul cemento: chiunque siano gli avversari Daniil è di un’altra pasta e dopo la splendida primavera, chiusa dalla semifinale di Wimbledon, la parte finale dell’estate potrebbe essere persino migliore.
Questi i temi, che con l’aggiunta di Djokovic, si ripeteranno a Cincinnati. Si riparte.
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