Wimbledon saluta Murray, avanti tutti i big

Era la giornata dedicata ad allineare i tabelloni e recuperare quel che c’era ancora da recuperare per via della pioggia dei primi tre giorni. Tra tutte, e tolte le partite dei nostri, spiccava il match tra Stefanos Tsitsipas e Andy Murray, che era l’unico altro giocatore ad aver vinto questo torneo tra tutti i partecipanti. In attesa di Djokovic il centre court ha assistito ad un incontro molto bello e giocato a velocità ragionevoli, che è stato vinto da Tsitsipas forse perché il greco è stato in grado di accelerare nei momenti decisivi, tra tutti il tiebreak del quarto set. Forse se si fosse finito ieri notte Murray sarebbe riuscito a completare l’impresa ma non lo sapremo mai e in fondo non è così importante.

Il resto non è stato silenzio ma nemmeno chissà che fracasso. Tra chi doveva recuperare il suo match c’è quello che per noi non è solo la testa di serie numero 1 ma anche il principale favorito del torneo, Carlitos Alcaraz. Lo spagnolo non è chiaramente sul campo che sceglierebbe se dovesse giocare la partita della vita ma il ragazzo è sveglio e si adatta anche a dover limitare lo scambio da fondo. Del resto che sia una spanna sopra tutti gli altri non deve dircelo Wimbledon.
Ha un po’ titubato l’altro ragazzino, Rune, ma anche lui non è mai stato seriamente in pericolo. Per chiudere con i favoriti, più o meno, Medvedev ha completato la sua rivincita contro Mannarino, senza scomporsi più di tanto. Piuttosto è stato Zverev che ha smarrito un set contro tal Watanuki, e sarà interessante vederlo contro il nostro convalescente, Berrettini.

Sostanzialmente non è successo nient’altro, a meno di non elencare tra i fatti rilevanti la scomparsa anche dell’ultimo semifinalista dello scorso anno, Norrie. Eubanks è in stato di grazia e ha vinto meritatamente, non è detto che si fermi presto. Shapovalov ha provato a perdere senza riuscirci e quindi alla fine varrà la pena osservare ancora Bublik, che ha vinto e convinto e pure fatto le sue divertenti scenate. Yawn, speriamo in qualcosa di meglio domani.

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