Suarez Navarro, l’ultima partita al Roland Garros in una serata dalle mille emozioni

S. Stephens b. C. Suarez Navarro 3-6 7-6(4) 6-4

Per tante ragioni vogliamo pensare che, per prima cosa, Carla Suarez Navarro ha vinto già dal momento in cui ha messo piede in campo a Parigi. Dieci mesi dopo aver annunciato di aver contratto il linfoma di Hodgkin, di aver cominciato un duro ciclo di chemioterapia e di non aver mai perso la speranza di poter tornare a giocare. Aveva un obiettivo a inizio 2020: chiudere la carriera entro fine stagione, giocare per un’ultima volta i tornei Slam e i giochi olimpici, divertirsi come ha sempre fatto con quello straordinario rovescio a una mano che l’ha resa a suo modo un punto di riferimento nel tennis femminile.

Il lockdown e la scoperta di avere il cancro hanno messo in pausa il giro di addio. Potevano toglierle molto più di così, e invece è emersa vittoriosa da quella battaglia e ha voluto in tutti i modi essere presente oggi al Roland Garros. È stato lo Slam dove si è messa per la prima volta in luce, raggiungendo i quarti di finale nel 2008, e dove forse ha sempre avuto un rapporto speciale per il grande amore verso la terra battuta. E dopo un anno e 3 mesi dall’ultimo match giocato ha fatto l’impossibile per regalarsi qualche giorno in più a Parigi.

Ha perso, 3-6 7-6(4) 6-4 per Sloane Stephens, ma le emozioni sono state tantissime. Soprattutto a livello umano. “Carlita” è una delle più ben volute in assoluto nello spogliatoio femminile. Il fiume di parole e abbracci cominciato a Madrid qualche settimana fa si è spinto fin qui, al Roland Garros, quando in tanti hanno esultato alla conferma ufficiale che sarebbe scesa in campo. Oggi, mentre entrava in campo, lo sguardo era già carico di emozioni, voglia di far bene e provare a lasciare un segno. Purtroppo il tempo, e una avversaria più preparata sulla lunga distanza, le hanno tolto una vittoria che a un certo punto sembrava fattibile, avanti 6-3 5-4 30-0. Aveva appena vinto un punto in difesa in controbalzo e poi messo a segno un ace centrale quando però l’inerzia si è fermata su un doppio fallo e sul 30-30 malgrado Stephens non avesse chiuso lo schiaffo di rovescio ha messo appena lungo un tentativo di recupero di dritto. Sloane si è riportata a galla, ha vinto il tie-break con un super rovescio che ha spezzato l’equilibrio sul 3-3 e poi, pur a fatica, si è presa il set decisivo.

Eppure Suarez Navarro ancora una volta ha dato il meglio di sé, almeno a livello caratteriale. Con le gambe che cominciavano a diventare pesanti già a metà del secondo set e dei movimenti più lenti e difficoltosi, ha fatto benissimo dal punto di vista dell’impegno e del coraggio, chiamata a difendersi strenuamente e a mandare il più possibile in difficoltà un’avversaria che però a un certo punto aveva la chiave di volta: se lasciava andare il dritto, erano guai. Nel set decisivo la spagnola è rientrata per due volte da un break di ritardo e si è trovata sul 4-4 30-30 quando però non ne ha avuto per raggiungere l’ultima mattonata di dritto della statunitense che si è portata a palla break e poi col servizio ha chiuso al secondo match point.

Erano quasi le 10:30 di sera e nel campo Simonne Mathieu non c’era più nessuno del pubblico a causa del coprifuoco che scattava alle 9. Lo stadio era vuoto, fatta eccezione per quelle poche persone membri dei rispettivi team. A far rumore, però, ci han pensato le mani di Stephens che dopo aver abbracciato calorosamente Carla a rete ha cominciato un lunghissimo e rumoroso applauso nei confronti della sua avversaria. È arrivata la fisioterapista, forse per qualche acciacco dell’iberica, che poi ha scambiato ancora qualche parola con la sua avversaria e si è avviata verso l’uscita. Per l’ultima volta. Dalla grande euforia dell’inizio eravamo passati alla malinconia di un’uscita senza nessuno del pubblico che potesse omaggiarla come una del suo calibro meriterebbe. Così ancora una volta è stata Stephens, tra tutti, a dare il via a un nuovo applauso importante. E noi ci uniamo a lei. Siamo alle battute finali di una carriera che non ha probabilmente raccolto abbastanza in termini di trofei, ma l’enorme rispetto che tutte le ragazze provano per lei è un qualcosa che vale tanto.

Il giro di addio per Suarez Navarro è ripartito, e in un certo senso si può essere anche felici perché Carla riuscirà a completare la carriera secondo la sua volontà. A un certo punto è tutto quello che uno sportivo può volere.

Dalla stessa categoria