[1] A. Barty b. [5] E. Svitolina 6-3 6-3
La numero 1 del mondo torna in finale nel WTA 1000 di Miami, continuando la bella corsa di due anni fa e facendo 11 su 11 da quando il torneo si è trasferito all’Hard Rock Stadium. Ashleigh Barty ha messo a segno un netto 6-3 6-3 contro Elina Svitolina, che poteva pure essere più netto senza un paio di passaggi a vuoto corretti però immediatamente.
Un match di grande controllo dove qualità e peso di palla erano costantemente superiori. Si notava questa facilità di gestire lo scambio anche dal numero di occasioni in cui spingeva col rovescio in top spin, il braccio non tremava, la palla arrivava abbastanza docile, e fin dal primo game si è messa coi piedi dentro al campo a far male. Anzi, malissimo. Nei primi due game Svitolina era spettatrice non pagante, trovandosi spesso impotente di fronte alla varietà di tocco e armi dell’australiana. Sulla palla del 2-0 in suo favore ha rincorso un colpo deviato dal nastro, arrivando quando sembrava vicina al doppio rimbalzo e rigiocando profondissimo. Elina ci è arrivata, ha alzato il lob ma si è vista tornare un dritto carico e difficile da spingere. L’ha ributtata al di là della rete e lì Barty ha giocato una smorzata delicatissima.
Svitolina rimaneva a fondo, dietro la linea, e soltanto quando ha cominciato ad allungare gli scambi ha trovato qualche crepa dall’altra parte della rete. Nel frattempo ea finita sotto 1-4 e doppio break, colpita da ogni lato e vittima dell’ottima gestione tattica degli scambi della sua avversaria. Nel primo punto del sesto game, però, Barty ha sbagliato il primo dritto “gratuito” della sua partita dopo un lungo scambio, mettendo la palla in corridoio sull’incrociato. Ne è arrivato un altro sul 15-30, abbastanza simile, e poi un terzo sul 15-40. Di colpo era cominciata una fase più delicata: forse un rilassamento, forse eccessiva sicurezza, però senza un dritto che spingesse aveva poche armi contro una Svitolina più presente e che capiva meglio come reindirizzare i colpi. L’ucraina non usciva tanto da una tattica difensiva, ma adesso muoveva meglio la palla e si portava fino alla chance del 4-4 in un combattuto ottavo game.
L’ace, pesante, l’ha ricacciata indietro e malgrado un doppio fallo sulla prima palla del 5-3 Barty ha poi concretizzato la seconda con un dritto vincente sfruttando poi le difficoltà di Svitolina per chiudere il set con un divario che rispecchiava maggiormente quanto si era visto in campo.
Ash manovrava molto bene i punti, nel tentativo di piazzare la palla in punti scomodi, di mandare in affanno l’avversaria con perfidi slice e continui cambi di ritmo, e all’inizio del secondo set aveva sempre il pallino in mano. Sull’1-0 è stata sfortunata quando sulle palle break ha trovato il nastro a dirle “no” al termine di un altro scambio condotto da manuale. Alla fine Elina, un po’ più offensiva, mentre pochi minuti più tardi non ha potuto granché scivolata sotto 0-40. Col break di vantaggio, però, Barty ha avuto ancora un piccolo calo. Il quinto game è stato complesso, cominciato con un nuovo nastro “ucraino” e sul 30-30 per la prima volta la numero 5 del seeding ha preso un rischio col suo colpo, il rovescio, cambiando in lungolinea per andare a palla break. Barty servirà ancora bene, ma pochi minuti dopo non concretizzava la chance di 4-1 mettendo un dritto sotto al nastro e un nuovo cambio in lungolinea col rovescio dell’avversaria la riportava sotto pressione, giocando lì una brutta smorzata e riportando sotto l’avversaria.
Sul 3-2, però, si è riproposto l’ennesimo turno di battuta sofferto per Svitolina, subito in crisi e di nuovo sotto 0-40. Qui ha cercato di essere ancora aggressiva e se il primo dritto è risultato vincente il secondo è finito in rete. Sul 4-2 Barty è riuscita ad allungare e, sul 5-3, a chiudere il match. Aveva perso i primi 5 confronti diretti contro Elina, ma adesso (dalla finale del Master di Shenzhen 2019) la storia sembra molto diversa. A influire, oggi, anche la grande differenza nel momento storico delle due: l’australiana sembra veleggiare come lucidità e libertà mentale, malgrado siano tutti pronti a mettere in discussione il suo ruolo di numero 1 (ah, nel frattempo: il 19 aprile supererà Caroline Wozniacki nelle settimane da numero 1 del mondo, salendo a 72 e diventando la giocatrice con la nona striscia più lunga di sempre). Lei sembra sempre coi piedi per terra, estremamente consapevole di cosa possa fare e con enorme rispetto per tutte. Anche oggi, prima di un commento sulla sua prova ha speso parole d’oro per Svitolina mentre il suo coach la applaudiva all’uscita dal campo.
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