L’effetto domino che ha rivoluzionato l’organizzazione e la programmazione dei sei tornei WTA nella settimana precedente all’Australian Open continua.
Nella giornata di giovedì cui tutto è rimasto sospeso per permettere i tamponi alle centinaia di persone tornate in isolamento dopo la scoperta di un positivo tra lo staff dell’hotel-quarantena Grand Hyatt e venerdì si preannuncia pesantemente condizionata dal maltempo. Dunque l’annuncio: via al terzo set, ci sarà un tie-break sul punteggio di un set pari per decidere il vincitore e la vincitrice.
La situazione si sarebbe probabilmente sviluppata in questa via anche senza la sospensione della giornata odierna perché ogni proiezione meteo da diversi giorni segna una possibilità di pioggia superiore al 90% per gran parte della giornata di venerdì, e due dei tre campi coperti a Melbourne Park sono impegnati con l’ATP Cup, il che lasciava solo la Margaret Court Arena disponibile e pochissimo margine per organizzare qualcosa nei campi esterni con nuovi ritardi.
Soprattutto il WTA 500 Grampians (quello riservato alle 27 giocatrici costrette alla quarantena rigida) ha la finale prevista per domenica ed è fermo agli ottavi di finale perché ha preso il via solo ieri, mercoledì 3 febbraio. A questo punto chi arriverà in fondo in quel torneo dovrebbe giocare quattro partite in tre giorni con uno Slam che comincerebbe il giorno successivo e che ha tutta la priorità da parte dell’organizzazione a cominciare nel giorno stabilito anche per i tanti accordi stipulati (per esempio) con i diritti tv.
Sorprende invece la decisione dell’ATP, che al momento decide di non cambiare il format dei proprio tornei. È vero che la decisione della WTA sembra la più controversa e impopolare, ma la situazione che si è creata a Melbourne è già di per sé ben fuori dall’ordinario e l’intento tra le righe sembra anche quello di ridurre la durata per non rischiare ulteriori ritardi in vista dello Slam. I due eventi ATP 250 sono anche loro in programma di essere ultimati domenica 7, il giorno prima dello Slam, e devono ancora giocare gli ottavi di finale. Questo costringerà a un sovraccarico di partite molto probabilmente al sabato, quando gli organizzatori dovranno cercare di incastrare “soltanto” le otto partite dei quarti di finale (4 e 4) e poi le quattro semifinali (2 e 2) invece di fare tutti gli ottavi e i quarti nella stessa giornata. La domanda semmai è se sia una buona soluzione per affrontare poi un torneo che li vedrà impegnati in partite al meglio dei 5 set.
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