Dunlop torna con una grande linea di racchetta: la nuova SX, una macchina da Spin! Lo Spin della linea SX si va ad aggiungere al controllo della CX, presentata nel 2018 e ormai a tutti gli effetti simbolo del grande ritorno del brand nel mondo “racchette”.
La nuova linea di racchette SX va a sostituire la vecchia CV, nello specifico i modelli CV3.0, CV5.0 e CV5.0 OS. Il telaio di questi non è tubolare come quello della rosa CV3.0 FLS e della verde CV3.0 F Tour, che invece verranno sostituite dalla linea FX fra qualche mese.
Il brand ha voluto focalizzare la ricerca, la produzione e il marketing “giocando” su queste diverse classi di racchette: CX (dove la C sta per Control), SX (dove la S sta per Spin), FX (dove la F sta per Force); viene da sé che la linea CX è studiata per garantire controllo ai colpi, la SX rotazione e la FX potenza.
Inutile spiegare a fondo il design utilizzato nella SX: è lo stesso che troviamo nella CX e che troveremo nelle linee future: racchetta nera con il “colore” che segue la D-volante del logo Dunlop (CX-rosso / SX-giallo / FX – lo scopriremo…). Andiamo piuttosto a descrivere e le tecnologie utilizzate. Tecnologie rigorosamente giapponesi, una garanzia.
Partiamo dalla SPIN BOOST TECHNOLOGY, nata per tenere maggiormente la palla in campo. La parola “Spin” non è casuale: maggiore sarà la rotazione conferita alla palla maggiore sarà la possibilità di tenere la palla in campo, si chiama “Magnus Effect”, lo stesso garantito dal feltro di eccellente qualità delle palle Dunlop. Ma torniamo sulle racchette. La Spin Boost Technology si basa sulla particolare azione dei grommets (ovvero i “buchi” attraverso i quali passano le corde) e il segreto sta in quelli delle 10 corde verticali centrali.
L’idea degli ingegneri è stata quella di creare maggiore movimento in direzioni prestabilite di alcune corde, creando quindi maggiore rotazione in delle zone specifiche della racchetta e andando quindi a influire solamente su alcuni colpi. Accanto a ogni grommet, sul telaio della racchetta, c’è una freccia che indica la sola direzione in cui può muoversi la corda: le due esterne si muovono in alto e in basso e si alternano con le altre corde che invece si muovono verso destra o sinistra. Vediamo in che modo tutto questo porta a un aumento dell’efficacia dei colpi attraverso lo spin.
Le palle colpite “decentrate”, sempre più numerose considerando la velocità del tennis moderno, rappresentano un problema per i tennisti: nei colpi in top spin, le palle colpite nella parte alta del piatto (alle ore 9 per capirci) finiscono lunghe, fuori dal campo; quelle invece colpite nella parte bassa (alle ore 3 del piatto) finiscono in rete. La missione degli ingegneri giapponesi è stata quelle di evitare che questo accada aumentando la percentuale di palle “decentrate” che finiscono in campo.
Il movimento “controllato” e “prestabilito” delle corde verticali aiuta a risolvere questo problema: quando l’impatto è “alto” le corde si muovono meno, producendo meno energia elastica e garantendo quindi il controllo del colpo evitando che la palla finisca fuori dal campo. Quando l’impatto è “basso” le corde flettono maggiormente generando energia e maggiore presa sulla palla garantendo una maggiore profondità dei colpi.
Questo accade perché la palla colpita in top spin (con la racchetta che si muove dal basso verso l’alto) sposta le corde dalla parte opposta (dall’alto verso il basso). Le corde superiori sono impossibilitate in questo movimento perché trovano la resistenza nei grommet, mentre le altre trovano la “strada libera” grazie ai grommet inferiori che lasciano spazio in quella direzione.
Se si gioca il back vale lo stesso principio, al contrario. In questo caso le corde che si fletteranno di più saranno quelle superiori. In questo caso la racchetta si muove dall’alto verso il basso e di conseguenza le corde vengono spinte nella direzione opposta, verso l’alto.
Quando si gioca lo slice il rischio è di giocare lungo quando la palla viene colpita nella parte alta del piatto corde e di finire in rete quando la si colpisce nella parte bassa. La Spin Boost Technology innesca esattamente lo stesso meccanismo al contrario. La sensazione? La rete sembra più bassa e il campo più grande!
Abbiamo poi la SONIC CORE TECHNOLOGY già utilizzata nella Serie CX. Questa tecnologia prevede l’Infinergy prodotto da BASF, un E-TPU (poliuretano termoplastico espanso). È un materiale ultra elastico e molto leggero. Ha proprietà di rimbalzo superiori rispetto ad altri materiali “schiumosi” come EPP, EVA ed EPE. È il materiale utilizzato anche nelle scarpe Adidas Boost. Nelle Serie CX e SX è posizionato alle ore 10 e 2 del telaio. Questa tecnologia rende l’impatto “comodo” e piacevole, è questa la principale motivazione per la quale si ha una bellissima sensazione sin dal primo momento in cui si impugnano le nuove racchette Dunlop Srixon. Anche il suono è “pieno” e si ha la sensazione di comfort a ogni colpo.
Un’altra tecnologia è la POWER STRING TECH, presente sia nella linea CX sia nella nuova SX. Uno schema corde ridisegnato per una maggiore distribuzione della potenza sul piatto corde: le corde centrali sono più fitte (per garantire il controllo), quelle più esterne meno fitte (per garantire la potenza). Questa tecnologia è il frutto di uno studio riguardante i tennisti moderni che, a causa della velocità sempre maggiore dello scambio, si trovano molto spesso a colpire la palla nella parte alta del piatto corde (vicino alle ore 12 per capirci). La maggiore spaziatura delle corde in quella zona garantisce un buon ritorno di energia elastica sulla palla e quindi di mantenere una buona dose di potenza dei colpi. Con questa nuova distribuzione dell’impatto, lo sweetsport è aumentato del 30%.
I modelli della gamma Dunlop Srixon SX sono 6. Dal più pesante (quindi più impegnativo e pensato per i giocatori di buon livello) al più leggero (pensato per i ragazzi che sono appena passati da una racchetta junior a una da adulto, per le signore, per chi necessita di una racchetta leggera o per chi soffre qualche problemino al braccio):
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