Come è nata la partnership con Karolina Pliskova? Vi conoscevate già?
Abbiamo cominciato a parlarne in novembre nella off season. Lei stava cercando qualcosa di nuovo e il suo manager mi ha contattato chiedendomi se fossi disponibile. Poi verso fine novembre inizio dicembre abbiamo cominciato a lavorare assieme. Abbiamo fatto del duro lavoro, io ancora ero in una fase dove volevo vedere come andavano le cose e conoscere meglio la persona che avevo di fronte. Sono rimasto molto contento, credo abbiamo fatto un lavoro fantastico e ora son sincero sono molto felice di poter finalmente cominciare. A dir la verità non è che la conoscessi particolarmente. Probabilmente mi conosceva di nome perché avevo lavorato con Thomas (Berdych, nda) nel passato e avevo speso tanto tempo a lavorare fianco a fianco con Ivan Lendl, dunque penso mi abbia sentito un po’ per questo motivo. Comunque dopo un po’ di tempo speso assieme l’ho vista molto determinata e intenzionata a lavorare, essere qui a Brisbane può darmi un’indicazione migliore ma fin qui sono piuttosto contento.
Qual è la parte del suo gioco che pensi possa emergere lì dove ora sta cercando di fare lo scatto in più, nei tornei importanti? Dove vedi i margini di miglioramento?
Per me i margini sono sempre minimi a questi livelli. Lei ha già raggiunto ottime cose, ha già dimostrato di essere tra le possibili candidate per un ruolo importante in questi tornei, deve secondo me capire che non è un ostacolo così complicato, che è molto forte. Serve un click, probabilmente, e questo è dove stiamo cercando di lavorare. Poi sì ci sono cose da migliorare nel suo gioco, è chiaro, ma non penso che la domanda sia “se” possa riuscirci. E come dicevo i margini posso essere minimi perché secondo me serve già molto bene ma soprattutto è in grado di rigiocare tanti colpi e mettere tanta pressione in risposta. Probabilmente il punto ora è chiederci come usare queste sue forze al meglio nei momenti importanti.
Sei stato sorpreso di questa chiamata?
Non proprio. Da un lato avevo un qualche collegamento con la Repubblica Ceca, nel passato. Dall’altra parte posso considerarmi sorpreso perché non avevo ancora avuto alcuna esperienza nel circuito femminile. Allo stesso tempo però sono abbastanza flessibile e ho la mia idea di lavoro, ma che poi penso che per essere un buon coach io per prima cosa debba ascolta e aggiustare la mia filosofia alla persona che ho di fronte cercando di tirarne fuori il meglio.
In questo momento oltre a te c’è anche Olga Savchuk a seguire Karolina. Come vi suddividete il lavoro? Sapete già come vi suddividere.
Noi pensiamo di dividere i compiti in base alle settimane. Io continuo nel frattempo a lavorare con Stan Wawrinka e così io devo sempre considerare che in alcune settimane sarò con lui e in altre con Karolina, dunque ovviamente quando non sarò con lei ci sarà Olga, allo stesso tempo però adesso siamo assieme, a Melbourne vediamo come andranno le cose nel senso che ovviamente io mi dividerò tra Wawrinka e Pliskova, ma sono in ottimi rapporti con Olga, ci conosciamo da tanto tempo e penso che tutto ciò possa funzionare. Karolina tra l’altro aveva già un accordo con Olga per lavorare assieme prima che arrivassi io, e poi il fisioterapista attuale è lo stesso che avevo quando lavoravo con Thomas, per cui il team che aveva già creato prima che mi unissi anche io era già solido e sebbene io la conoscessi abbastanza poco avevo già rapporti molto buoni con il resto del team e mi ha reso il passaggio molto più semplice. Non abbiamo ancora deciso però per il prossimo futuro, come poterci organizzare. Sono arrivato a Brisbane solo martedì notte, mercoledì ho fatto il primo allenamento con Karolina e mi sono veramente divertito sia nel pre che nel post partita (Pliskova ha superato 6-4 6-7 6-1 Ajla Tomljanovic, nda). Comunque sono in ottime mani: ho fiducia totale nel lavoro di Olga, mi piace molto come lavora e penso che ci sia una bella collaborazione tra di noi.
Guardando a Melbourne, pensi ci sia bisogno di un metodo di coaching diverso per Karolina?
Sì, sicuro. Ne abbiamo già parlato. Ogni giocatore si sente in maniera diversa. Io avevo già in mente qualcosa prima di parlarne con lei e cercheremo di trovare il giusto equilibrio che possa portarla più in alto possibile. Le sfide saranno piuttosto difficili, lo sappiamo, ma per come la vedo penso ci siano grandi possibilità. Speriamo di trovare il giusto equilibrio.
È diverso per te venire in un circuito dove in questi tornei ci sono chance per diverse atlete mentre invece nel maschile avevi magari i soliti 3-4 che hanno le migliori chance di arrivare a giocarsi il titolo?
Sicuramente, sì. È interessante e allo stesso tempo ti mette ancor di più sotto pressione. Guardando anche la partita di oggi, queste ragazze giocano molto molto vicine nel livello. Quando vedevo l’inizio del terzo set pensavo: è vero, Karolina ha ancora l’inerzia, ma effettivamente può andare un po’ da entrambe le parti in breve. Gli upset possono capitare un po’ di frequente nel corso dell’anno. La vedo come un’opportunità.
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