Da Stoccarda 2018 Veronica Kudermetova, allora ben lontana dalle prime 150 del mondo, ha cominciato ad avere una stabile e continua crescita nelle proprie prestazioni. Si era qualificata per il torneo tedesco, evento mai banale visto l’altissimo campo di partecipazione che alle volte costringe anche le top-30 a dover effettuare il tabellone cadetto, e aveva dato tanto filo da torcere a Karolina Pliskova, futura campionessa, al secondo turno dopo aver liquidato facilmente Carla Suarez Navarro.
Da allora è arrivato il primo quarto di finale WTA, sull’erba di s’Hertogenbosch, lì dove un anno dopo è arrivata anche la prima di 3 semifinali nel circuito maggiore. Le sta mancando l’ultimo scatto, ma la bella costanza di risultati l’ha portata sempre più avanti nel ranking e ora sta battagliando con altre tre tenniste per prendersi almeno la top-40. Classe 1997, oggi nel torneo di casa si è presa la grande soddisfazione di aver battuto la numero 1 del seeding Elina Svitolina.
6-2 1-6 7-5 il punteggio finale alla numero 4 del mondo, che da lunedì prossimo abbandonerà la top-5 scivolando almeno al numero 7. Una partita con due set iniziali completamente diversi e un terzo in cui si è vista tanta lotta e una Svitolina un po’ troppo indietro nel campo, incapace di conservare il break in apertura e confermando le sensazioni delle ultime settimane anche a causa del ginocchio destro sempre sotto osservazione. Non aveva mai potuto fermarsi per cercare la qualificazione alle WTA Finals, essendo incastrata nella lotta degli ultimi posti, e ora che poteva rinunciare al torneo russo ha comunque deciso di scendere in campo per mettersi alle spalle quanto avvenuto qui nel 2016, quando venne minacciata di morte in maniera piuttosto seria da alcuni fanatici russi nei grandi dissidi politici che erano nati tra Ucraina e Russia con l’invasione di quest’ultima e l’annessione della Crimea, con la crisi sociale che ne è seguita. Quella volta, Svitolina fu costretta a essere seguita dalla scorta con uomini che rimanevano a guardia 24 ore alla sua porta della camera d’albergo, anche mentre lei era all’impianto per giocare al torneo. Ne seguì un boicottaggio, da parte sua, che poteva già rompersi lo scorso anno perché era alla disperata ricerca di una wild-card per qualificarsi a Singapore. Quest anno, anche per non rischiare di rimanere fuori, ha deciso di iscriversi da subito e dare un taglio con quella brutta storia, anche se non si è trattato di un rientro fortunato.
Chi invece può dirsi molto fortunata, oltre che brava per la vittoria odierna, è Kiki Bertens. L’olandese è viva, soffrendo tanto come Belinda Bencic, ma al posto della svizzera oggi dall’altro lato c’era un’avversaria tremendamente più pericolosa. Kaia Kanepi, che alle volte basterebbe solo il nome. L’estone, per quanto martoriata da continui problemi fisici, ogni anno ha quelle settimane dove trova un gran livello di gioco, mostrando come mai anni fa arrivò a un passo dalla top-10. È tutta potenza, tutta forza e diverse fasciature, ma sul veloce indoor vale tanto perché diventa tremendamente difficile da affrontare.
Non era la miglior Bertens, anche lei provata da una stagione con tanti tornei e la pressione di dover fare risultato, e dopo un primo set molto faticoso ha avuto un calo fisico importante nei primi game del secondo parziale. Stava servendo pochissime prime, aveva inizialmente perso un break di vantaggio e sul 3-3 ha ceduto nuovamente la battuta. Kanepi non ha allungato, ma sul 4-4 l’olandese ha messo appena 4 prime su 12 punti, mancando in tutto 5 chance di 5-4 e perdendo la battuta commettendo i primi doppi falli del suo incontro. All’inizio del secondo set ha nuovamente perso il servizio e su alcune belle smorzate dell’estone neanche provava a scattare, mostrandosi abbastanza disinteressata quasi come se ci fosse qualcosa che non andasse. Quando però sul 3-2 Kanepi ha giocato un brutto game di battuta, la partita ha subito la prima svolta. Bertens si è riaccesa, vincendo in tutto 5 game di fila e portando la sfida al set decisivo.
Tanta lotta all’inizio, con Kanepi che salvava un 15-40 (grave errore di Bertens sulla prima, in cui non ha fatto cominciare lo scambio) ma non concretizzava uno 0-40 successivo. Riemergeva di nuovo col servizio e brekkava Bertens, che tornata in una fase di equilibrio aveva ancora difficoltà a trarre punti gratuiti e negli scambi subiva le mattonate dell’estone. Il vantaggio durava però poco, perché la numero 2 del seeding riusciva a salire di livello e a giocare i migliori game di battuta in questa fase, accorciando sul 2-4 e poi prendendosi il 4-4 con in mezzo il controbreak. Nelle fasi finali, un gran dritto anomalo molto carico di spin verso il lungolinea le ha dato il nuovo break e poi, sul 6-5 40-30, la smorzata è stata perfetta per la chiusura dell’incontro. Adesso, ai quarti di finale, affronterà Kristina Mladenovic, impostasi 7-5 3-6 6-3 contro Anastasija Sevastova.
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