Dopo la storica settimana in cui ha monopolizzato le semifinali del Masters 1000 di Shangai, la Next Gen ha messo altri due sigilli con il canadese Denis Shapovalov e il russo Andrey Rublev.
Il primo (classe ’99) rompe finalmente il ghiaccio e fa centro nella prima finale giocata nel circuito maggiore, vincendo a Stoccolma, dove ha battuto in finale il serbo Krajinovic che, viceversa, deve rimandare ancora una volta l’appuntamento con la vittoria dopo 3 finali perse.
Rublev invece, stimolato dalle grandi imprese del connazionale Medvedev, continua la sua risalita vincendo ll torneo di Mosca, nel giorno del suo 22esimo compleanno, a oltre 2 anni dal primo successo risalente al torneo di Umago del 2017 e ottenendo così il nuovo best ranking (dal 31esimo al 22esimo posto) dopo un periodo molto negativo che lo aveva fatto scivolare all’inizio dell’anno addirittura fuori dai top 100.
Ma se la Next Gen conferma la sua avanzata, in quel di Anversa abbiamo assistito alla rinascita di due grandi veterani che si sono contesi il trofeo: Andy Murray e Stan Wawrinka che a causa di disavventure fisiche molto serie, sono stati lontano dal circuito per gran parte della stagione. In particolare per il tennista scozzese, ex numero uno del mondo, possiamo parlare di vera e propria resurrezione ove si ricordi che agli Australian Open, lo stesso tennista alla vigilia dell’intervento chirurgico col quale gli hanno applicato un anca artificiale, comunicò mestamente la decisione di dover appendere la racchetta al chiodo.
Ebbene, Andy Murray ad agosto, nel torneo di Cincinnati, ha provato a rientrare (sconfitta in due set contro Gasquet) e a 32 anni torna ad alzare un trofeo a distanza di 32 mesi dall’ultima volta risalente al torneo di Dubai 2017. Ha vinto Murray ma avrebbe meritato di vincere anche Wawrinka che ha giocato uno splendido torneo, dominando la finale per un set e mezzo fino al 6-3 3-1 e due palle break per il 4-1. Sta di fatto che il popolo del tennis plaude al ritorno di questi due grandi campioni che torneranno ad essere protagonisti di prima grandezza il prossimo anno.
La settimana azzurra ha un sigillo altoatesino in versione vintage e new deal contemporaneamente. L’inarrendevole Andreas Seppi (35 anni) conferma il suo feeling con il torneo di Mosca, approdando per la quarta volta in semifinale in sette partecipazioni. È stato un percorso faticoso, con tre match vinti al terzo set e sempre in rimonta l’ultimo dei quali nei quarti contro un top 10 (Khachanov). Le energie residue non sono bastate al tennista di Caldaro per prendersi la rivincita contro il francese Mannarino che sempre in semifinale lo aveva sconfitto lo scorso anno.
Contemporaneamente più ad occident, in quel di Anversa, Jannik Sinner segna un’altra tappa molto significativa del percorso di crescita per il quale gli sportivi italiani sono autorizzati ragionevolmente a sognare. Il 18enne tennista di Sesto Pusteria sfrutta al meglio l’opportunità offertagli con una wild card dagli organizzatori del torneo e raggiunge la prima semifinale in carriera nel circuito maggiore, diventando a 18 anni e 2 mesi, l’italiano più precoce a riuscire nell’impresa. Migliorato il record di Diego Nargiso che nel 1988, a 18 anni e 5 mesi, approdò al penultimo atto del torneo di Ryl Brook (sconfitto dal ceco Srejber). Sinner è il più giovane in assoluto dal 2014 quando il croato Coric vi riuscì a 17 anni e 11 mesi, a Basilea, sconfitto da David Goffin.
Sinner ha superato la prova del nove riuscendo a battere l’americano Frances Tiafoe (n.53 del mondo) nei quarti dopo aver spazzato letteralmente via il primo favorito del torneo, Gael Monfils, in lizza per un posto alle ATP Finals. Sono risultati sorprendenti e ancora più significativi per la qualità del tennis espressa in entrambe le circostanze dal tennista altoatesino che si è poi dovuto arrendere in semifinale di fronte al miglior Wawrinka dell’anno.
Unalezione di tennis da cui Sinner, con l’aiuto del suo team, saprà trarre preziose indicazioni che potrà mettere in pratica già questa settimana in cui, grazie ad un’altra wild card, è ai nastri di partenza del torneo di Vienna dove è atteso all’esordio dall’esperto Philipp Kohlschreiber, proveniente dalle qualificazioni. Non sarà facile ma è comunque un ottima occasione per raccogliere i punti necessari ad entrare nei top 100 da cui dista una sola posizione , grazie ad un’avanzata costante dall’inizio della stagione allorchè era 553simo.
Altri numeri:
10 – Le vittorie in carriera di Seppi in 93 scontri diretti con i top ten. L’ultima vittoria, prima di quella della scorsa settimana contro Khachanov, risaliva al torneo di Rotterdam 2018 quando negli ottavi superò Zverev, allora numero 4 del mondo.
16 – I tennisti russi che hanno vinto a Mosca nelle 30 edizioni del torneo disputate a partire dal 1990. Il più decorato fu Kafelnikov che tra il 1997 e il 2001 inanellò cinque successi consecutivi.
17 – Il nuovo ranking di Stan Wawrinka che a inizio stagione occupava la 66sima posizione.
30 – Le finali disputate in carriera da Stan Wawrinka, di cui 16 vinte.
46 – I tornei vinti in carriera da Andy Murray in 68 finali giocate. È 14simo nell’Era Open:
127 – Il nuovo ranking di Andy Murray, che per effetto della vittoria ad Anversa recupera in un colpo 116 posizioni.
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