[9] A. Sabalenka b. A. Riske 6-3 3-6 6-1
Con quanti ace ha chiuso Aryna Sabalenka la sua trionfale finale a Wuhan? Diciotto. Come diciotto sono le bobine della corazzata Kotiomkin, come diciotto sono i giorni in cui la signora Pina non riceveva notizie di suo marito Ugo. E dopo questo piccolo excursus per marcare il nuovo record di ace in una singola partita per la bielorussa, la vera notizia: è arrivato uno (straordinario) bis a Wuhan.
Sabalenka si è presa ancora una volta la scena con la dodicesima vittoria nel torneo WTA Premier 5 cinese su altrettante partite giocate con una prestazione di grande qualità contro un’avversaria, Alison Riske, che ha meritato la grande ovazione del pubblico presente al momento della chiamata per la premiazione per una partita condotta dalla seconda metà del primo set all’inizio del terzo con un’ottima compostezza e caparbietà che stavano portando l’avversaria a dover sempre rischiare più di prima.
Un match che sembrava avviato sui binari dei tanti che abbiamo visto fin qui da parte di Sabalenka, con set dominati fin dalle prime fasi, ma che dopo un turno di battuta perso sul 5-1 nel primo set per poca concentrazione (lì sono arrivati 2 dei 4 doppi falli totali) Riske ha saputo impostare sui binari che più le piacevano. Tanta solidità da parte della statunitense, tanta attenzione e bravura nel rispondere in maniera complicata a tante prime della bielorussa, che in certi momenti ha dovuto superarsi per vincere dei punti. E questa era un’ottima posizione per Riske, perché manteneva molto livellata la differenza tra vincenti e gratuiti, copriva il campo con grande abilità e cambiava l’inerzia dello scambio con molta facilità. Per una giocatrice molto aggressiva come Sabalenka a quel punto le vie erano veramente poche: tirare fuori la miglior prestazione in assoluto alla battuta, rischiare ancor di più con i propri colpi.
C’è riuscita, in entrambi i frangenti, anche grazie a un coraggio enorme. Sul 5-3, nel primo set, aveva tutto da perdere. Veniva da un game al servizio perso con diverse colpe, Riske aveva cambiato modo di giocare e lei non aveva più tante alternative: o lì, o diventava durissima. Il servizio da destra era un martello fisso: spesso la prima, sempre il punto portato a casa. Questo le dava modo di mantenere sempre la testa avanti e di poter giocare con un pizzico in più di tranquillità il punto successivo, dove però Riske sistematicamente trovava una risposta che la mandava in difficoltà. Sul 40-30, con la seconda, ha provato anche ad andare al corpo con una palla potente e la statunitense si è spostata giusto in tempo per trovare un angolo strettissimo di rovescio. Al terzo set point, il punto che è valso un 6-3 molto tirato e che ha fatto da antipasto a quello che sarebbe seguito.
Un game, per Sabalenka, di oltre 12 minuti ha aperto il secondo set. Riske in pressione massima, senza più un errore, e Sabalenka che non riusciva più a chiudere i punti. Tanti vincenti, soprattutto da Alison, che ha provato in tutti i modi a prendersi un break ormai nell’aria e meritato. Ci sono voluti altri 2 turni di risposta per ottenerlo e confermarlo per il 5-2 con un ottimo rovescio lungolinea, colpo che Aryna le sta invidiando fin da quando hanno giocato a Shenzhen la prima finale del 2019. Anche quella volta furono tre set, con addirittura circa tre ore di gioco, e la bielorussa che alla fine urlava al microfono: “Alison, mi devi insegnare come riesci a giocare quel rovescio! Mi hai fatto andare matta oggi!”. Quasi dieci mesi dopo, ancora una volta quel colpo col cambio in lungolinea che faceva ammattire la numero 9 del seeding che, nella premiazione, di nuovo tra le risate: “Alison, congratulazioni per un’ottima finale, è sempre una grande battaglia giocare contro di te… E dannazione a quel rovescio lungolinea!”.
Uguale, oggi, sul 5-3 Riske quando la statunitense è rientrata da 0-30 con un ottimo cambio per aprire la rimonta. E a inizio del set decisivo, ancora, Sabalenka non aveva un attimo di respiro. Salita 40-0 con due ace, si vedeva ripresa grazie anche a uno strepitoso rovescio a pizzicare la riga esterna sul 40-30. Nel momento di maggiore bisogno, ecco un nuovo ace a riportarla avanti. Facile, a quel punto, immaginarla super determinata in risposta ed eccola infatti brekkare e scappare via sul 3-0. Riske ha provato a starle dietro ancora una volta, ma questa era un’ottima Sabalenka e il secondo break del set decisivo ha chiuso di fatto l’incontro, non prima però di vedere gli ultimi 2 ace della partita della numero 9 del seeding, crollata a terra dopo il match point.
C’è voluta la miglior prestazione di sempre al servizio, oggi, e l’ha trovata con una forza mentale di chi nell’ultimo periodo si è sentita molto più libera dopo aver ammesso tutte le colpe di un’annata che poteva essere diversa, ma che a maggior ragione adesso non deve essere neanche fallimentare perché con questo risultato torna al numero 14 del mondo e, soprattutto, sale al numero 13 nella Race. Con il numero 1 al mondo in doppio prenotato e una nuova finale da giocare a Wuhan tra un paio d’ore con Elise Mertens per provare una doppietta mai riuscita ancora a nessuna da queste parti.
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