“L’eliminazione di Cincinnati? A volte le sconfitte possono generare qualcosa di buono.
Nel 2017, dopo aver vinto gli Australian Open, sono subito uscito a Dubai ma poi ho vinto a Indian Wells e Miami”. Roger Federer si approccia agli Us Open con serenità, sapendo che “sarà difficile vincere ma sono uno di quelli che può farlo”.
I favoriti, del resto, sono i soliti noti: lui, Djokovic, Nadal. “Il fatto che stiamo bene rende le cose difficili per i giovani che però diventano sempre più forti. Ma nel tennis basta conquistare il 55% dei punti per vincere”. Federer, 38 anni, non sente troppe pressioni, “non arrivo qui come l’uomo da battere come era nel 2006 o nel 2007 – il riferimento alle edizioni poi vinte contro Roddick e Djokovic – ma sono ben consapevole di come devo approcciare mentalmente questo torneo. Ho avuto una certa continuità negl ultimi due anni e anche se la schiena mi ha negato Montreal, ho giocato di nuovo bene recentemente. La mia vittoria su Nadal è Wimbledon è stata fondamentale, sono felice del mio gioco”.
A proposito di Wimbledon, quei due match-point mancati nella finale con Djokovic sono ormai alle spalle, assicura l’ex numero uno del mondo. “I primi giorni sono stati difficili, poi sono andato in vacanza con la mia famiglia e non ho avuto molto tempo per pensare alle opportunità sprecate. Alle volte ho avuto dei flashback: avrei dovuto fare questo, potevo fare quello. Ma il giorno dopo, davanti a un buon bicchiere di vino assieme a tua moglie, pensi che hai giocato bene, che sei arrivato in finale. E sono molto felice di aver fatto parte di un grande incontro, la gente paga per questo. Io ho lottato ma qualcuo doveva vincere e Novak è stato migliore di me in quella partita. È dura ma mi era già successo, ho avuto alcune brutte sconfitte ma anche grandi vittorie”.
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