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Naomi Osaka contro Serena Williams: a Toronto è tempo di big match

Qualche giorno fa è uscita la notizia, tramite una classifica stilata da Forbes, che le 10 atlete più pagate al mondo nel 2019 sono tutte tenniste. Le prime due guadagnano tra i 25 e i 30 milioni di dollari all’anno. Queste sono Serena Williams, prima, e Naomi Osaka, seconda.

Se per la statunitense non c’è veramente bisogno di scoprire come è nato il proprio, per la giapponese tutto nasce da quella notte a New York quando trionfò per la prima volta in un torneo Slam e lo fece in una delle partite più discusse della storia moderna del tennis. Una finale, quella dello US Open, che difficilmente ancora oggi Osaka riesce a vedere come qualcosa di veramente positivo per lei, malgrado la sua carriera sia esplosa con tantissimi successi dentro e fuori dal campo.

Ora, 11 mesi dopo, le due si ritroveranno nuovamente faccia a faccia. Forse è un bene che non sia una finale, perché provocherebbe un’atmosfera molto più pesante e coinvolgente, mentre un quarto di finale a Toronto rimane già un po’ più lontano dai tanti riflettori, per quanto comunque sia sempre in Nord America e loro, fin dal primo confronto a Miami nel 2018, si sono sempre affrontate sul cemento di questo lato del mondo.

Rispetto a qualche settimana fa, Osaka ci arriva giocando un grandissimo tennis. E il fatto che Iga Swiatek l’abbia forzata a giocare a un livello che non toccava probabilmente da Roma, se non forse da inizio anno in Australia rende ancora più merito alla giovanissima polacca che a fine partita ha ricevuto lunghi elogi a rete da parte di un’avversaria che da tempo non si vedeva così felice di essere su un campo da tennis. E non c’entra molto il risultato, perché Naomi in questa serata canadese si lasciava andare a diversi sorrisi anche quando commetteva qualche errore o come quando è incappata in una brutta figura calcolando male l’effetto della palla della sua avversaria e finendo in pieno contro la rete.

Un 7-6(4) 6-4 maturato in due ore di gioco per lunghi tratti pazzesche, dove Osaka per portare a casa il primo set ha dovuto superarsi e avere una concentrazione impeccabile nelle fasi cruciali, dovendo salvare due set point. Anche perché qualche sbavatura iniziale, con una risposta ancora non perfettamente centrata, l’aveva portata a perdere il servizio sul 3-2 Swiatek. Accelerando, e colpendo meglio, ha subito ripreso il distacco ma dal 4-4 è stata ottima, Iga, a continuare un testa a testa in cui per caratteristiche non sembrava ancora portata.

La sua storia di partite sui campi principali dei grandi tornei l’ha vista perdere in 50 minuti contro Simona Halep a Parigi, racimolando un solo game, e poi riemergere contro Caroline Wozniacki qui a Toronto, ma la danese di adesso non può rappresentare un vero test di altissimo livello. Oggi, con un primo set così arrembante e senza nulla da rimproverarsi, stava quasi per fare il colpaccio. Set point sul 5-4, set point sul 6-5. Osaka ha sempre tirato giù la prima vincente, e in generale non ha mai dato l’impressione di essere sul filo di essere travolta dal momento come accaduto di recente. Nel decimo game era indietro 0-30, e dopo aver perso il secondo punto si è girata verso il raccattapalle, preso una pallina, caricato la prima e colpito una sberla al centro che Swiatek ha solo sfiorato. Così anche nel punto successivo, e in quello dopo ancora.

La polacca, malgrado tutto, rimaneva ancorata al match. I suoi rovesci incrociati, colpiti anche in spaccata, sfidavano senza alcuna paura quelli altrettanto stretti e potenti di Naomi che, forse, si era trovata così sotto pressione solo contro Belinda Bencic tra Indian Wells e Madrid. Una sfida diversa, due avversarie non paragonabili se non per una voglia di affrontare a viso aperto chi cerca gli angoli come pochi altri al mondo. Vinto il set 7-4, al cambio campo Osaka scambiava qualche parola col proprio allenatore: “Wow, è stato divertente, ma anche piuttosto stressante”. E poi a elogiare la sua avversaria per un rovescio che per quanto lei lo giocasse verso l’esterno riusciva sempre a riprendere la palla in campo, giocando anche un tracciante che andava a 145 chilometri orari.

Un lieve calo per Swiatek a inizio secondo set è valso un allungo di Osaka cancellato però dalla polacca, che ha spinto molto bene col dritto per crearsi la chance e tornare sul 2-3 e servizio in suo favore.

Da lì, Naomi ha alzato ancor di più la qualità del proprio gioco alzando anche la difficoltà dei propri dritti, ormai sistematicamente sulle righe e forzando soluzioni vincenti da posizioni molto complicate.

Eppure Swiatek le stava dietro, esaltandosi in più occasioni tra frustate di dritto tremende verso l’incrociato e ritmo sul palleggio molto elevato. Il punto di rottura definitivo è stato sul 4-4 e 40-30, Osaka al servizio, quando un suo rovescio lungolinea sembrava largo ma il nastro l’ha rimesso in campo e Swiatek ha messo lungo un dritto un po’ improvvisato. Indietro 4-5, la polacca ha subito il game perfetto della sua avversaria che ha messo in campo, da subito, la mentalità di chi voleva accelerare ulteriormente e mettere la parola fine a un grandissimo match.

“Alla fine le ho fatto tanti complimenti” dirà Naomi, “e non volevo si sentisse male per questa sconfitta. Questa ragazza gioca veramente tanto bene, mi ha sorpreso tantissimo”. Quando poi le è stato chiesto di Serena, ha impiegato un po’ prima di rispondere, un po’ sorridendo perché comunque lei nei suoi confronti nutre sempre un grandissimo senso di affetto visto chi ha rappresentato per lei, Serena, nella sua crescita, ma anche qualche smorfia perché la mente non poteva non tornare a quella notte di settembre. “Lei è la mia mamma tennistica, spero possa essere una nuova occasione per fare del mio meglio”. In conferenza stampa ha poi aggiunto: “Sono soprattutto eccitata, perché la vedo sempre come un’esperienza da una volta nella vita, e ogni volta per me può essere un’occasione per mostrarle cosa sono in grado di fare”.

Serena, invece, ha commentato: “A dir la verità era da un po’ di tempo che volevo affrontarla. Lei ha avuto una straordinaria partenza nel 2019, e penso stia facendo comunque molto bene anche adesso. E dunque sarà molto bello poterla riaffrontare”. Per lei, invece, una vittoria più “scorbutica” contro Ekaterina Alexandrova, un 7-5 6-4 maturato con qualche punto oscuro di troppo, come un doppio break di ritardo nel primo set dopo una partenza pessima, in cui non muoveva i piedi ed era molto pesante in campo. La russa colpiva risposte vincenti su risposte vincenti, ma quando finalmente l’ex numero 1 del mondo si è scossa, la rimonta è stata immediata. Sia nel primo che nel secondo parziale, poi, ha avuto la meglio in un gran testa a testa nei game decisivi: si è presa la prima frazione al quarto set point sul 6-5, si è presa il match al quarto match point sul 5-4. E ora, il big match che tutti volevano al momento del sorteggio.

L’altro quarto della parte bassa vedrà Simona Halep contro la qualificata Marie Bouzkova. La rumena, dopo lo spavento di ieri, ha messo in campo tutt’altra prova battendo 6-2 6-1 Svetlana Kuznetsova mentre la ceca ha battuto Alona Ostapenko 6-2 6-2.

Diego Barbiani

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