[1] R. Federer b. J. Tsonga 7-6(5) 4-6 7-5
Diventano dodici i successi di Roger Federer ai danni di Jo-Wilfried Tsonga, che cede in tre set e permette all’elvetico di raggiungere Bautista Agut ai quarti di Halle. In un campo centrale sempre più simil-terra, il primo acuto è del francese, che, in risposta, sale a doppia palla break nel quinto gioco. Vanamente, tuttavia, perché Roger chiede e ottiene aiuto dalla prima: ace + contropiede vincente e pericolo sventato. Il match che prosegue seguendo i servizi, con entrambi attenti e bravi a non concedere nulla, finché, nel momento clou, sotto 4-5, è Tsonga a dover fronteggiare break (e set) point.
Per non essere da meno, rispetto al collega, pianta un ace e riesce a tenere ai vantaggi. A questo punto, è chiaramente il tiebreak a dover fare la voce grossa. Lo svizzero scivola immediatamente sotto di un minibreak e, nuovamente con un signor servizio, Tsonga va 3-0. Federer riesce, per sua fortuna, a rimettersi subito in scia, gira campo sul 3-3 e si procura doppio set point con una bella risposta. Il primo lo cancella Jo, il secondo, battuta Roger, è intoccabile. Punto e parziale svizzero.
Nonostante continui a non brillare, trova pronti-via, il break anche in questa seconda frazione, Federer, che potrebbe mettere una seria ipoteca sulla pratica. Tsonga, alla botta, reagisce senza scomporsi, continuando a giocare il suo tennis, che, già pesante sul dritto, lo diventa ancora di più quando Federer aumenta il numero degli errori che gli costano, inevitabilmente, il controbreak sul 3-3. Anche qui, come in ogni cosa, colpe e meriti: l’elvetico abbonda in sbavature, è vero, ma il francese spesso gli toglie il tempo o lo chiude in una diagonale. Ampi demeriti di Roger sono da ricercare nel secondo break, subìto nel decimo gioco (che gli costa il set), interpretato male, quasi in maniera disattenta, certamente distaccata a livello mentale.
Soffre dannatamente in avvio di terzo set, Federer, che alterna sbagli banali a momenti in cui può solo guardare la pallina scaricarsi sul fondo, perché Tsonga in battuta è un cannoniere e, in risposta, si sforza di arrivare ovunque, dimostrando una condizione fisica decisamente pregevole. Tornando sul numero uno del seeding, deve fronteggiare giochi delicatissimi, rimontando tornata su tornata. Da 0-30, poi da 15-30, infine da 0-30 e 30-40, palla break al veleno annessa.
I successivi due giochi, tenuti a zero e trenta, sono una boccata d’aria, una manna che, intanto, vede Jo sprofondare all’inferno. Sul 5-5, infatti, il francese perde la prima, Roger gioca intelligentemente, risponde bene e profondamente, imbrocca la via di un break che vale oro e che gli vale un successo sudatissimo e mantiene viva la corsa alla Decima. Onori ad uno Tsonga dalle tinte vintage, che a Wimbledon proverà a dire la sua, come sempre fatto, anche durante l’inclemenza degli infortuni.
Nelle altre partite, oltre al successo di Berrettini nel derby con Seppi, tutto facile per Bautista contro Gasquet, spazzato via con un netto 6-1 6-4, e buonissima vittoria, contro Johnson, di Sascha Zverev, che ha bisogno di inanellare sensazioni positive e continuità per ritrovare quella grinta perduta che, solo pochi mesi fa, lo aveva portato alla vittoria del Master. Oggi si è dimostrato abbastanza concentrato, specialmente in quelle frazioni del primo set in cui l’americano cercava di forzare la mano. Nel secondo, massiccio al servizio, fino al break trovato nel dodicesimo gioco. Se la vedrà con Goffin, domani.
Altri risultati:
[2] A. Zverev b. S. Johnson 6-3 7-5
[7] R. Bautista Agut b. R. Gasquet 6-1 6-4
M. Berrettini b. A. Seppi 4-6 6-3 6-2
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