[3] R. Federer b. O. Otte 6-4 6-3 6-4
Prosegue senza intoppi il cammino di Roger Federer sulla terra parigina del Roland Garros. A pagare dazio, oggi, è il lucky loser Oscar Otte, molto bravo a battere Malek Jaziri al primo turno, nonostante sia poco abituato a calcare un palcoscenico Slam (due presenze in totale per lui, a fronte delle 398 dello svizzero).
Partita che, di fatto, come ampiamente pronosticato, non c’è stata. L’elvetico, con il freno a mano tirato, non ha mai avuto problemi a difendere il servizio dai colpi poco incisivi del suo avversario, mentre in risposta se l’è presa comoda, non forzando più di tanto, se non nei momenti clou dei vari parziali: nel decimo gioco del primo set aumenta lievemente l’intensità e tanto basta affinché l’altro vada fuori giri e, con un paio di errori banali e non forzati, gli consegni il vantaggio.
Storia che si ripete anticipatamente durante la seconda frazione, nell’ottavo game per la precisione, anche se stavolta, agganciato il break, deve fronteggiare due pericolose (non per l’economia totale, quanto più perché lo avrebbero costretto ancora a rimanere nel parziale) palle del controbreak, che però vanifica, prima di bissare lo stacco. È chiaro che il 37enne sfrutti queste sfide iniziali come occasioni per provare un po’ il repertorio, tentare qualche palla corta, districarsi nello scambio lungo, valutare soluzioni in uscita dal servizio.
Certo, altrettanto evidente è che abbassare troppo la tensione equivale a risalire da qualche situazione spiacevole, come quella creatasi ad inizio terzo, nel quale Federer deve annullare altri due break point, anche qui, senza indugi o problemi di sorta. La sentenza definitiva arriva, al solito, quando si entra nelle fasi calde: sul 4-4 Otte è protagonista di un game disastroso, in cui tira fuori ogni 15, e Roger, che ha avuto solo il merito di mandare la pallina al di là della rete, ringrazia sentitamente, brekka e, in seguito, chiude i conti. Nel terzo turno, il Maestro affronterà Casper Ruud, che si è imposto in tre set sull’azzurro Berrettini.
[24] S. Wawrinka b. C. Garin 6-1 6-4 6-0
Doveva essere un match a rischio insidie, si è rivelata una vera e propria passeggiata. Un’ora e 42 sono bastati a Stan Wawrinka per spazzare via dal campo Christian Garin, uno che su questi campi ci ha vinto un titolo juniores battendo in finale Sascha Zverev. Dopo qualche difficoltà iniziale il cileno ha iniziato a farsi conoscere anche nel circuito maggiore vincendo due titoli, a Houston e Monaco, e l’ottimo esordio contro Opelka a Parigi sembrava un buon biglietto da visita per la sfida con il campione del 2015.
E invece Stan, così così contro Kovalik, ha dominato senza difficoltà lasciandogli appena cinque giochi. Partita mai in discussione, solo il secondo set ha avuto un minimo di equilibrio mentre gli altri due parziali per Garin sono stati una vera agonia. Wawrinka approda così al terzo turno dove aspetta il vincente della sfida tra Dimitrov e Cilic: in ogni caso un test importante per capire se l’elvetico è davvero in corsa per un grande risultato o il match di oggi è stato solo un fuoco di paglia.
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