[7] Ka. Pliskova b. [16] S. Williams 6-4 4-6 7-5
Incredibile, pazzesco, clamoroso. Serena Williams esce di scena dall’Australian Open con una rimonta di Karolina Pliskova nel terzo set addirittura da 1-5 e servizio per la statunitense, con match point a disposizione.
Due ore e mezza di partita decise in un attimo, un momento, una prima di servizio sul primo match point avuto in cui il giudice di linea ha chiamato un fallo di piede. Il mormorio del pubblico era chiaro: fallo di piede sul match point? Mary Joe Fernandez, in commento, sosteneva come fosse possibile che in tutta la partita venisse chiamato proprio in quel momento. Jamie Hampton su Twitter sembrava esterrefatta, ma a complicare ancor di più la situazione c’è stato il punto perso, con la seconda di servizio, dove la caviglia della statunitense ha preso una storta.
Di tutta la partita, questo è stato il momento chiave. Serena ha preso paura, più per la propria condizione fisica piuttosto che per la situazione del match, e ha perso il servizio, giocando poi i successivi due game con estrema cautela e poca concentrazione. Pliskova ha costruito la sua rimonta irreale salendo fino al 4-5, trovando il secondo break consecutivo a zero. La statunitense, in grande confusione, ha trovato la forza di scuotersi colpendo due ottimi dritti e salendo 15-40 in risposta, ma da qui è partito il vero show della ceca che sui match point ha giocato in maniera perfetta. Coraggiosa, tenace, è risalita fino alla parità, ha annullato un quarto con un tracciante di dritto incrociato che ha preso la riga. 5-5. Serena a questo punto era completamente nel pallone, in una situazione che raramente le sarà mai capitata in carriera. Eppure la stava vivendo, e si è dimostrata fragile: break a zero, 6-5 e servizio Pliskova che immediatamente saliva poi 40-0 con la battuta e al terzo match point completava una giornata che rimarrà indimenticabile per tutti.
Il marito, Michal Hrdlicka, a momenti invadeva il campo, scaraventatosi giù dalla sua sedia dopo l’ultimo punto e rimasto, non si sa come, bloccato alla balaustra mentre con le mani picchiava forte contro la parete, contro la struttura, guardando in campo la moglie realizzare la vittoria più bella della carriera nella maniera più pazzesca.
La partita sembrava completamente segnata a favore della statunitense, che ha cominciato molto male al servizio, spingendo poco la prima e non trovando il campo, ma si era tenuta bene a galla da un possibile doppio break di ritardo sull’1-3, rientrando da 0-40, e mantenendo alta la pressione su una Pliskova fredda e lucida al servizio che anche sul 5-4 non tremava e si aggiudicava il set. Colpiva male, l’ex numero 1 del mondo, che a inizio secondo set ha rischiato subito di finire sotto di un break. Il vantaggio, per la ceca, è arrivato sul 2-2, ma sul 3-2 è subito andata sotto 0-30 preparando la strada al pareggio. Sotto 4-5, un lungo gambe di servizio dove non ha chiuso 5 chance per il 5-5 l’ha vista soccombere alla maggior pressione della statunitense, che alla prima opportunità si è presa il set. Metteva, in quel momento, molto più spesso i piedi in campo appena poteva, cercando di approfittare al meglio di ogni occasione in cui Pliskova non riusciva a incidere con la prima.
Molto più concentrata, si è presa il secondo parziale e nel terzo era volata sul 5-1 sfruttando l’inerzia totalmente a suo favore. Questo, almeno, prima dell’incredibile epilogo. Pliskova domani giocherà contro Naomi Osaka per un posto in finale e per continuare a sognare il ritorno al numero 1 del mondo.
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