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ATP NextGen Finals: Tsitsipas e de Minaur avanti tutta

[1] S. Tsitsipas b. [3] F. Tiafoe 4-3(3) 4-3(1) 4-2

La sessione serale si apre con la vittoria di Stefanos Tsitsipas, il giocatore di gran lunga più amato a Milano, contro Frances Tiafoe che sale al comando del Gruppo A con due vittorie all’attivo. Inutile precisare che il pubblico sia tutto per lui anche se dimostra grande apprezzamento nei confronti dello statunitense e specialmente delle sue pregevoli giocate. I due, interpreti di un tennis vivace che non lascia spazio all’attendismo danno da subito vita a un match succoso. Il servizio, inutile puntualizzarlo, è determinante ma non si vede solo quello. C’è la ricerca costante del punto senza aspettare l’errore avversario a rendere emozionanti gli scambi. I primi due set si chiudono al tie break entrambi in favore del greco. Il primo grazie alla generosità dello statunitense che lo manda a set point con un doppio fallo e il secondo deciso dal dritto infallibile di Tsitsipas con il quale battezza gli angoli. Il terzo set si decide invece sul break subito da un generoso Tiafoe nel terzo game che delizia il pubblico prediligendo sempre il bel gioco che però non sempre paga. Tsitsipas non concede più niente e chiude 4-2.

[2] A. de Minaur b. [5] A. Rublev 4-1 3-4(5) 4-1 4-2

Alex de Minaur chiude la seconda giornata con un’altra vittoria convincente contro Andrey Rublev e sale al comando del Gruppo B mettendo seriamente le mani sulla semifinale. Se lo chiamano “Demon” c’è un motivo. Per fargli un punto devi far intervenire qualche santo se no non c’è storia. de Minaur è intelligente, non regala, gioca con i piedi attaccati alla riga di fondo intuendo due colpi prima dove arriverà il terzo colpito dal suo avversario. È già lì ad aspettare quando l’altro deve ancora colpire e se si tratta di Rublev, che ha una velocità di braccio e di palla non proprio da rematore, è facile immaginare la velocità di gambe e il timing sulla palla che contrappone l’australiano. Se si aggiunge che al servizio, pur non essendo altissimo, viaggia a una media di un ace a game con soli tre punti persi in altrettanti turni di battuta, il primo set chiuso 4-1 con break chirurgico nel quarto game dopo averlo sfiorato nel secondo, non fa una piega. Rublev fa la sua parte, tira e non sbaglia neanche tanto ma è l’altro che rimanda di là tutto abilissimo grazie ad un anticipo straordinario sulla palla a passare dalla difesa all’attacco con un colpo, due al massimo. Nel secondo set entrambi annullano palle break nei primi game e poi il servizio conduce al tie break sostanzialmente dominato dal russo che dritto dopo dritto sempre più letale chiude 7-5. Il terzo set mette a nudo le forze in campo. de Minaur ha una solidità e una determinazione che gli permette di non scendere mai di livello. Non regala, si va a prendere i punti e per fargliene qualcuno puoi tirare solo vincenti. Batterlo da fondo è impresa ardua e anche se Rublev ha le armi per farlo il problema è metterle dentro con costanza. Cosa di una difficoltà enorme contro uno come l’australiano pronto a sfruttare a suo vantaggio tutte le occasioni che gli capitano. Nel quarto game strappa il servizio a zero al russo e poi chiude facilmente il parziale. Il copione si ripete nel quarto set. Appena Rublev accusa un calo d’intensità con il dritto nel terzo game, l’altro ne approfitta strappandogli il servizio a zero. Con una gran reazione d’orgoglio però Rublev ritorna in partita mettendo a segno il contro break con una serie di dritti che centrano tutte le righe del campo ma de Minaur non batte ciglio e si riprende nuovamente il servizio del russo subito dopo. È impressionante il timing che ha l’australiano che non solo arriva in anticipo a colpire ma riesce anche a mettere la palla dove vuole, cioè nel punto più difficile da raggiungere dal suo avversario. E anche il quarto set è suo chiuso con il decimo ace.

Cristina Pozzoli

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Cristina Pozzoli

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