WTA Finals: cuore Kerber, la tedesca è ancora viva. Battuta una grande Osaka

A Singapore Angelique Kerber alza la testa dopo la sconfitta all'esordio, battuta Naomi Osaka nella partita più bella della prima fase del torneo.

[1] A. Kerber b. [3] N. Osaka 6-4 5-7 6-4

Una partita dove probabilmente nessuna delle due avrebbe probabilmente meritato di perdere è Angelique Kerber a esultare. La tedesca rialza la testa dopo la sconfitta bruciante dell’esordio contro Kiki Bertens con un pesante 6-4 5-7 6-4 ai danni di Naomi Osaka che la spingono in testa al gruppo rosso assieme a Kiki Bertens e Sloane Stephens, che adesso giocheranno per la testa del girone.

La miglior partita del torneo si è conclusa con entrambe in un rapporto negativo tra vincenti ed errori non forzati, eppure la qualità del gioco per quasi i tre set interi è stata veramente alta. La giapponese forse non riuscirà a prendere sonno questa notte per quel frangente da 3-3 40-15 a 5-3 per la sua avversaria nel parziale decisivo, quando ha mancato anche due palle break consecutive.

Dipenderà dall’andamento della prossima partita ma alla fine, il suo Master, rischia di esserselo giocato lì quando ha giocato uno schiaffo al volo a occhi chiusi con tutto il lato destro spalancato e la tedesca ferma sulla sua sinistra. Ha colpito in lungolinea e la numero 2 del mondo ha rigiocato un pallonetto abbastanza casuale, ma la traiettoria è stata insidiosa abbastanza da terminare negli ultimi centimetri di campo verso la linea di fondo, con Osaka sorpresa e incapace di rigiocare il pallonetto. Se la rideva, ha continuato a pensare alla scelta disastrosa fatta e ha commesso doppio fallo, poi ha mandato appena largo un rovescio in lungolinea. Sulla palla break, Kerber è tornata protagonista con uno dei tanti passanti ingiocabili della sua serata.

C’è stata tantissima lotta, con le due giocatrici che dopo un inizio incerto hanno cominciato ad alzare il livello. La partita è stata molto godibile per tutto il primo set, dal 2-1 in favore di Kerber. Lei forse più concreta, Osaka sempre in ballo tra un vincente e un errore non forzato, costretta dall’avversaria a dover sempre lavorare il punto con almeno tre, quattro accelerazioni che normalmente le darebbero il punto. Entrambe, rispetto alla prima partita del loro girone, sembravano trasformate. Naomi aveva un ritmo molto più elevato, Kerber in qualche modo non faceva nulla di diverso rispetto al primo set contro Bertens, ma dopo il modo in cui aveva perso il match non era facile pensare riprendesse dal punto più positivo della sua partita.

Non è bastato alla giapponese concludere il set d’apertura con 19 vincenti, tre in più dei gratuiti, perché dall’altra parte c’era un muro che oltre a difendersi, benissimo, trovava il modo per ribaltare l’azione con grande facilità. Il lavoro “sporco” della campionessa di Wimbledon era una trama che per lei, in tutta la carriera, le ha sempre dato il massimo contro giocatrici più potenti. Il suo record contro Madison Keys è 8-2, contro Petra Kvitova 6-5 (ma 4-1 dal 2015), 3-0 contro Camila Giorgi, 1-0 contro Ostapenko, 4-4 contro Maria Sharapova (ma 3-0 dal 2014). Sono pochi i confronti diretti in cui è indietro, e questo deriva dalla sua grande capacità di rimanere molto concentrata e di giocare set come quello di oggi, il primo, dove degli otto gratuiti commessi molti sono arrivati nei primi tre game. Per la numero 3 del seeding non bastava giocare di potenza, e spesso cercava di aprirsi il campo con colpi sempre più stretti verso gli angoli, senza troppa potenza, così per far correre l’avversaria e avere indietro una palla che non poteva che essere corta.

Sul 5-4 Kerber, Osaka è salita 0-40 grazie all’unico momento di sbandamento della rivale, ma non ha avuto l’opportunità di giocarsi alcuna delle 5 palle break avute. Forse la quarta era quella costruita meglio, ma il recupero difensivo di Kerber è diventato un tracciante incrociato di rovescio che ha rimbalzato vicino ai suoi piedi e quel dritto non poteva essere controllato. La giapponese ripartiva forte a inizio della seconda frazione, ma un fastidio alla gamba sinistra le rovinava la fase centrale. Nessun segno evidente, se non che a un cambio campo teneva la gamba allungata per cercare di massaggiare la zona interessata. Il tutto si rifletteva in qualche movimento più lento, un servizio non più a velocità troppo alte e un leggero scoramento che portavano l’avversaria dall’1-3 al 5-4 e servizio.

In maniera però sorprendente, Osaka andando a tutto braccio ha ribaltato la situazione. Tre sassate e subito 0-40, poi dopo il riavvicinamento ha sfruttato la terza chance e alla quarta accelerazione ha trovato il 5-5. Lì il momento è tornato dalla sua, mettendo assieme altri 2 game giocati in maniera ottima, a tratti dominante.

Il terzo set si preannunciava con un enorme punto interrogativo e di nuovo la fase centrale ha rappresentato il punto di svolta. Dopo qualche game di tensione, ma senza chance, Kerber risaliva da 15-30 pur commettendo due doppi falli e nel game successivo il pasticcio di Osaka sulla palla del 4-3 che in questo momento potrebbe costarle l’eliminazione dal torneo. Nel game successivo è subito andata all’arrembaggio e, complice una Kerber che a tratti sentiva qualche acciacco alla schiena, era di nuovo in posizione favorevole, stavolta 15-40. Sulla prima una risposta sbagliata, sulla seconda un nastro sfavorevole su un dritto incrociato. Due risposte sbagliate e Angelique portava a casa un game fondamentale. Osaka riusciva a fermare l’emorragia, ma sul 4-5 non ha saputo rendersi pericolosa chiudendo con un brutto rovescio colpito male. Quello schiaffo al volo non chiuso le è rimasto in testa e da lì in avanti ha sempre avuto un po’ di timore ad avanzare, o a colpire, nei pressi della rete.

Una bella stretta di mano tra le due è forse l’immagine migliore per concludere due ore e mezza di grande tennis. Come spesso accaduto qui a Singapore, l’atteggiamento più solido ha prevalso su quello più intraprendente e ora entrambe tenderanno l’orecchio verso l’altra partita per capire cosa servirà nell’ultima giornata per l’accesso alle semifinali.

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