La famiglia. La sua famiglia che lo ha sempre sostenuto nei momenti difficili, e fino a luglio del 2018 non erano stati pochi, dopo la vittoria del Roland Garros del 2016. Novak Djokovic sa che forse da solo non ce l’avrebbe mai fatta e che ne ha dovute passare veramente tante per arrivare fino ad alzare la coppa del suo slam numero 14.
“L’amore delle persone che mi vogliono bene e mi hanno sempre sostenuto, in primis la mia famiglia, i miei figli e i componenti del mio team. E’ qualcosa di speciale questo risultato, così come l’aver eguagliato Pete Sampras, a New York, dove ha vinto il suo ultimo slam (nel 2002 ndr). Speravo fosse qui, ma desidero dirgli che è uno dei miei idoli in assoluto, fin da quando ero bambino mi auguro di incontrarlo presto, magari su un campo da tennis”.
Djokovic ha poi reso omaggio, doveroso, al suo avversario in finale, Juan Martin del Potro: “Ci tengo però a congratularmi con Juan Martin per quello che ha fatto in questi anni dopo i numerosi infortuni ai polsi e i suoi ritorni, anche lui è stato per me un’ispirazione nei momenti bui: aver avuto sempre la fiducia e la convinzione che un giorno sarebbe tornato ad essere un top player e a lottare per i titoli degli Slam è qualcosa di straordinario. Gli auguro il meglio per il futuro e sono sicuro che anche lui tornerà a vincere questo titolo”.
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