Serena Williams contro Angelique Kerber. Ancora loro, per la terza volta assoluta, a giocarsi un titolo Slam, la seconda volta a Wimbledon. Il 2016 fu il loro anno: la statunitense fece finale in Australia, a Parigi e Londra; la tedesca sempre a Melbourne, poi in Inghilterra e a New York. Un duello che nei loro confronti si risolse sulla parità, un 1-1 che vide la tedesca imporsi all’Australian Open e Serena sui prati inglesi. Due partite molto dure, dove la grande campionessa statunitense perse, nella prima occasione, anche a causa di una serata da incubo nei pressi della rete dove si esponeva costantemente ai passanti, perfetti, della sua avversaria e non aveva invece quel servizio che fece la vera differenza nella seconda occasione.
Proprio questo, il servizio di Serena, sarà uno dei punti chiave di domani. Ad eccezione del turno di battuta perso sul 5-3 contro Julia Goerges, da inizio del secondo set del match contro Camila Giorgi è sembrata ingiocabile. Turni di battuta molto facili, prime sempre molto efficaci. È vero, però, che non ha mai avuto di fronte un’avversaria solida e brava a rispondere come Kerber. La stessa Williams lo sa, ha ammesso che ha guardato la tedesca in diverse occasioni durante il torneo e si ricorda che se a Melbourne mise il primo ace nel secondo set, a Londra dovette superarsi.
C’è un enorme rispetto tra le due, forse non immaginabile prima della finale australiana nel 2016. Quell’anno si ritrovarono anche nella passerella della cerimonia d’apertura ai giochi olimpici di Rio de Janeiro e si fecero una foto molto carina assieme. Kerber sembra quella tra le due che è estremamente felice di avere accanto una campionessa di quel livello. Lo faceva notare anche in conferenza stampa dopo la semifinale in questo torneo, quando le fu chiesto che cosa vedesse dall’altra parte della rete ripensando alle sfide già giocate contro Williams. Risposta: “Una grande campionessa”. Semplice, in perfetto “stile Kerber”, ma diretta al punto.
Serena, dicevamo, sta servendo benissimo e, altro dato importante, ha ridotto sempre più il numero di errori non forzati dal match di terzo turno in poi: 19, 11, 9, 7. Angelique, però, è forse quella che da inizio anno non è mai calata come solidità: sempre ai quarti di finale se non in due occasioni particolari, e in questo torneo dopo un inizio forse non semplice ha innalzato di tanto il suo livello e contro Jelena Ostapenko, in semifinale, è sembrata in grado di non sbagliare una palla. In più, dovrà cercare di non regalare tanti punti gratis alla battuta, sfruttando a sua volta le traiettorie mancine per spostare e far colpire la statunitense in posizioni scomode.
Serena Williams, vincendo, andrebbe a 24 titoli Slam agganciando Margaret Smith Court con la differenza, però, che sarebbero tutti successi ottenuti (ovviamente) nell’Era Open al contrario dell’australiana che si è divisa tra le due ere storiche del tennis. Per Angelique Kerber, invece, sarebbe la terza affermazione Slam che le permetterebbe di superare giocatrici che negli ultimi anni sono state forse più “accreditate” di lei nei grandi eventi: Victoria Azarenka, Petra Kvitova, Garbine Muguruza ma anche Na Li. Battere per la seconda volta una leggenda come Serena, inoltre, rappresenterebbe qualcosa di sensazionale.
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