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Kerber e Goerges in semifinale a Wimbledon: Germania da record dopo la delusione mondiale

Julia Goerges e Angelique Kerber, ancora loro. A febbraio, dopo il torneo di San Pietroburgo, le due giocatrici tedesche furono entrambe in top-10 riportando la Germania indietro al settembre 1997 quando allora furono Steffi Graf e Anke Huber a “sventolare” due bandiere tedesche tra le 10 migliori del mondo.

Cinque mesi dopo, Goerges e Kerber sono due delle quattro semifinaliste a Wimbledon, dato che rappresenta una prima volta assoluta (nel torneo londinese) nell’Era Open. Esiste un precedente, ma risale a 87 anni fa. Nel 1931 la numero 1 del seeding Cilly Aussem batté poi in finale la connazionale Hilde Krahwinkel 6-2 7-5.

Il risultato, ancora, non garantisce a entrambe la conferma (per Kerber) e il rientro (per Goerges) in top-10: Angelique deve battere Ostapenko, al momento subito dietro al duo tedesco, e i giochi saranno fatti. Intanto in Germania alcuni dei massimi esponenti del tennis locale stanno esaltando il risultato delle connazionali. Tra tutti, Barbara Rittner, colei che forse meglio di chiunque altro conosce le vicende sportive delle due avendole seguite a lungo sia da capitano di Fed Cup che da membro della federazione

Proprio la federazione tedesca, tra l’altro, ha lanciato uno slogan che vuole ironizzare sulle disgrazie sportive della nazionale di calcio, per la prima volta eliminata ai gironi in una Coppa del Mondo: “A chi interessa ancora la Coppa del Mondo di calcio?” e l’hashtag “febbre da tennis” con l’immagine delle due tenniste. Immagine ripresa anche da Boris Becker che aggiunge l’hashtag: “Parola del giorno”.

Kerber, già finalista a Wimbledon nel 2016, affronterà per la prima volta in carriera Jelena Ostapenko in un interessantissimo confronto di stili mentre a Goerges spetterà il compito più arduo: battere Serena Williams. Quanto fatto fin qui dalle due, non solo a Wimbledon ma in tutto il 2018, è già qualcosa di straordinario. Dovessero riuscire in un’impresa molto difficilmente immaginabile di creare una finale tra connazionali, sarebbe un trionfo.

Diego Barbiani

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