[19] F.Fognini b. S.Bolelli 6-3 6-4 6-1 (Giancarlo Di Leva)
Avremo 2 azzurri al terzo turno a Wimbledon . Dopo Fabbiano che, a sorpresa, ha battuto Wawrinka , ci sarà anche Fabio Fognini che ha incrociato la racchetta con Simone Bolelli in un derby fratricida ,considerato l’amicizia che lega i due azzurri , titolari del doppio di Coppa Davis e vincitori in coppia agli Aus Open nel 2015.
E’ stato il sedicesimo derby azzurro nei tornei Slam e il quinto a Wimbledon . L’ultimo risaliva al 2006 allorchè Bracciali superò al 2° turno Galvani in 4 set. Fognini e Bolelli si erano incontrati nel circuito maggiore solo 2 volte, entrambe risalenti a molti anni fa: New Haven 2008 con vittoria di Fognini e Umag 2009 con vittoria di Bolelli.
All’inizio del match Bolelli appare particolarmente centrato specie col rovescio sulla superfice a lui più favorevole , e già nel secondo game costringe l’avversario a giocare 12 punti per portare a casa il game di servizio.Va molto meglio per il tennista bolognese nel quarto gioco in cui ottiene il break a zero .
Ma rispettando il marchio di fabbrica rappresentato dall’incostanza di rendimento, Bolelli prima gioca un game sciagurato sul proprio servizio restituendo immediatamente il favore (sempre a zero) e poi nel game successivo sciupa ben quattro occasioni, di cui tre consecutive, per tornare avanti di un break.
La qualità del gioco è modesta .Fioccano errori da una parte e dall’altra ma Fognini ,scampato il pericolo, prende decisamente il controllo della situazione e approfittando anche dei “regali” dell’amico avversario, conquista quattro games di fila e chiude il primo set in suo favore per 6 a 3.
La tensione agonistica è bassa ; i due tennisti giocano in scioltezza offrendo anche qualche giocata pregevole. Il secondo set è comunque molto equilibrato con 4 dei primi 5 games decisi ai vantaggi e con palle break sprecate da una parte e dall’altra. Chiave del set il decimo gioco nel quale il tennista di Arma di Taggia, sfruttando la nona occasione nel set ottiene il break decisivo e va avanti 2 set a zero.
Il terzo set , durato appena 26 minuti è solo una formalità.
Fognini approda al terzo turno uguagliando il risultato dello scorso anno. Ad attenderlo il ceko Vesely che si è sbarazzato in tre set dell’argentino Schwartzmann notoriamente allergico all’erba. Le possibilità di vedere un italiano approdare alla seconda settimana del torneo ci sono.
[Q] T. Fabbiano b. S. Wawrinka 7-6(7) 6-3 7-6(6) da Wimbledon, Rossana Capobianco)
C’era paura che la prosecuzione del match potesse far rinsavire Wawrinka e i suoi troppi errori e che, come spesso capita, oggi venisse fuori un’altra partita.
È soprattutto per questo che Fabbiano ha meritato il terzo turno: ha mantenuto l’ordine, la calma, la consapevolezza di trovarsi davanti un avversario che sì, aveva battuto Dimitrov al primo turno ma fosse ancora “scarico” di risultati, di fiducia, di colpi ben registrati. La domanda è se Wawrinka tornerà mai ad essere il giocatore che picchia senza indugio, che sa quello che deve fare e soprattutto non ha paura di farlo.
Ma questo è solo un corollario rispetto a quanto fatto da Fabbiano in maniera intelligente, variando traiettorie e non avendo paura di venire a raccogliere quanto prodotto. Annullare quattro set point nel terzo set (due ieri e due oggi, nel tie-break) ed esultare come fosse una vittoria giusta, dovuta a se stesso, perché la chance era enorme e il terzo turno a Wimbledon era lì, insperato ma arriva come ricompensa per una off season a Dubai mirata e professionale.
E’ così che si completa un trittico invidiabile per l’Italia a Wimbledon: tre sicuri al terzo turno tra Giorgi, Fabbiano e il vincente del derby Bolelli-Fognini.
Non male per chi di solito è allergico all’erba.
[8] K. Anderson b. A. Seppi 6-3 6-7(5) 6-3 6-4 (Giovanni Di Leva)
E’ la ripetizione perfetta di quanto accadde esattamente un anno fa. Seppi e Anderson sono al secondo testa a testa in carriera e l’unico precedente risale al secondo turno di Wimbledon 2017 e si concluse con la netta vittoria del sudafricano in 3 set: 6-2 7-6 6-3. Allora Anderson era numero 42 del ranking, adesso è stabilmente nei top Ten già da 6 mesi ma anche Seppi è più tonico di un anno fa allorchè il 26 giugno, si ritrovò per una settimana fuori dai top 100 dopo 10 anni.
Il match inizia col sudafricano più pronto ad entrare in partita risultando molto più efficace al servizio ma anche più reattivo in risposta tanto da rompere l’equilibrio già nel quarto game in cui strappa il servizio all’italiano che non riesce a mettere sufficiente pressione all’avversario. Il servizio di Anderson si conferma l’arma in più che gli consente di portare a casa anche il nono game, il primo in cui Seppi ha risposto meglio costringendo l’avversario ai vantaggi. 6-3 in 32 minuti per il sudafricano con 8 aces e l’82% di punti conquistati sul primo servizio (18 punti su 22).
Il secondo set inizia sulla stessa falsariga del primo con l’altoatesino che perde a zero il primo game sul proprio servizio, ma nel secondo game, quasi a sorpresa, Anderson si distrae, perde la misura dei colpi, commette il suo primo doppio fallo, regala due gratuiti e rimette in corsa l’avversario.
Si arriva sul cinque pari senza particolari sussulti ma Seppi sbaglia meno ed appare sempre più sicuro come dimostrano gli ultimi due turni di servizio giocati nel set fino al 6-5, vinti senza lasciare punti all’avversario. Non bastano quattro set point a favore dell’italiano nel dodicesimo game ma nel tie break decisivo Seppi gioca magistralmente chiudendolo a proprio favore al dodicesimo punto.
Seppi non riesce a prendere slancio dal successo parziale mentre l’avversario sembra aver trovato nuove energie. Il primo brivido arriva nel quarto game allorchè Seppi concede una palla break all’avversario che fortunatamente non la sfrutta ma l’inerzia della partita pende nuovamente dalla parte del sudafricano che si procura un’altra chance di break nell’ottavo game e questa volta la sfrutta. Il set si chiude come il primo: 6-3 in 35 minuti.
Sull’1-1 del quarto set la pioggia fa la sua prima apparizione nel torneo e di conseguenza il match viene sospeso.Si è ripreso oggi e come ieri Anderson è uscito dai blocchi molto meglio dell’avversario. Lascia un solo punto nei primi due turni di servizio e nel quinto game piazza la stoccata decisiva .Break e via facile verso una vittoria meritatassima certificata da numeri impressionanti : 34 aces, 58 vincenti a fronte di 31 errori non forzati e l’84 % di punti conquistati con la prima di servizio. Chapeau.
Al terzo turno l’aspetta un altro over 30, il tedesco Kolschreiber che ha avuto la meglio sul lussemburghese Muller con un triplice tie break.
Simon b. M. Berrettini 6-3 7-6(4) 6-2 (Francesca Padoin)
Partita di alti e bassi per Berrettini che non riesce ad eguagliare il suo record personale di terzo turno negli Slam, che aveva raggiunto nello scorso Roland Garros, battendo Gulbis in quattro set. Inizia Simon al servizio e già nel quarto game un errore del francese ed un ottimo dritto in avanzamento dell’italiano introducono la prima possibilità di break a favore di Berrettini, annullata dopo ben 7 minuti di gioco. Matteo aveva avuto due buone occasioni su cinque per andare avanti ma un rovescio sul nastro ed un errato posizionamento a rete vanificano il tutto; così nel game successivo il francese approfitta del momento di vuoto di Berrettini, che qui sbaglia molto col servizio, forse ancora col pensiero all’occasione mancata, e passa a condurre, chiudendo dopo mezz’ora il primo set per 6 a 3. Berrettini sta giocando bene ma il francese sa che l’avversario è nella condizione di dover produrre vincenti per proseguire e quindi si limita a piazzare palle angolate, non particolarmente potenti, aspettando l’errore che prima o poi arriva, soprattutto col rovescio. Ad inizio secondo parziale si vede la difficoltà dell’italiano nel tenere il ritmo dell’avversario ed il crescente sconforto per l’ennesima palla in rete che si traduce nel doppio fallo fatale sotto 30-40 nel quarto game. Subito dopo un moto d’orgoglio di Berrettini ed un doppio fallo del francese dovuta al sole contro portano ad una palla break che viene annullata da un nastro dopo una fantastica giocata di Matteo. Comunque il francese, ora molto nervoso, sbaglia e concede all’avversario un’altra opportunità che stavolta l’italiano non manca, riportandosi in partita. Si arriva così al tie-break dove un ulteriore dritto sul nastro consegna il parziale al francese. Berrettini non sta giocando male ma non riesce ad accorciare lo scambio rimanendo invischiato nelle tele dell’avversario che non aspetta altro che un errore; Simon comunque inizia a spingere molto di più vedendo che l’italiano non molla ed inizia a sbagliare meno e la partita appare quasi equilibrata. Nel terzo parziale Berrettini appare più sicuro di sé ma proseguendo nel set ritornano fuori tutte le problematiche di prima fino al doppio fallo finale che consegna game, set e match a Simon. Buona prova dell’italiano che ha dimostrato di avere i colpi che possono preoccupare i migliori tennisti ma che non ha saputo cambiare schema di gioco quando le circostanze lo richiedevano e ancora qualche deficit a rete.
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