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Roma, Caporetto azzurra: eliminati i 5 italiani in gara oggi

L. Pouille b. [WC] A. Seppi 6-2 3-6 7-6(3) (Gianluca Atlante)

Cinque set in Coppa Davis a Genova, tre oggi sul centrale del Foro Italico. Una cosa è certa, i match tra Andreas Seppi e Lucas Pouille non sono mai banali, sicuramente non scontati. Peccato che la lotta, anche in questo caso, abbia finito per premiare il transalpino, capace di andare due set avanti nella patria della trenette al pesto, di farsi raggiungere e poi vincere 6/1 al quinto e ieri, nel pomeriggio carico di acqua in riva al Tevere, di farsi rimontare il 6/2 inziale, portato a casa, oseremo dire, in maniera oltremodo comoda, prima di vincere 7-3 al tie break del terzo. Peccato, perchè memore di quanto accaduto nel 2012, ma sul “Pietrangeli”, con la gente ad infiammarsi per le vittorie su Wawrinka e Isner, il popolo del Foro Italico aveva provato a spingere l’altoatesino verso un’altra impresa e c’era quasi riuscito, visto il calore con il quale, ad ogi punto, veniva accompagnato il gesro bianco del prode Andreas. Un tennista, quello nostrano, al quale non si può assolutamente rimproverare nulla, se non il fatto di essere arrivato al tie break del terzo set, un po’ scarico mentalmente. Perchè, e sono quelli più bravi di noi ad insegnarlo, se parti bene è facile che arrivi anche in fondo, ma arrancare alla prima salita (0-2 iniziale), può risultare deleterio e compromettere, così come è accaduto oggi sul centrale, il percorso verso lo striscione del traguardo, dove sfrecciare per primo è stato Lucas Pouille, così com’era accaduto a Genova nel primo match del confronto con la Francia.

D. Goffin b. M.Cecchinato 5-7 6-2 6-2  (Gianluca Atlante)

Le notti romane sono fatte di gioie e dolori, condite, comunque vada a finire, da un fascino incredibile, unico e irripetibile. Come le due ore e quattro minuti che hanno accompagnato per mano, per poi lasciarlo bruscamente, il buon Marco Cecchinato, che nello stadio dei sogni, il Pietrangeli, ha sognato, almeno per un set e qualcosina in più, un posto al sole in questa edizione numero 75 degli Internazionali Bnl d’Italia. Qualcuno ora dirà, magari anche giustamente, che il match contro David Goffin, poteva durare molto, ma molto di meno, ma quando dall’1-5 si passa al 7/5, qualche merito ce l’ha anche chi riesce a capovolgere come un calzino la situazione in questione e Cecchinato lo ha fatto, facendo ribollire di passione il catino romano. Il sogno, però, si è infranto praticamente li, perché Goffin è tornato a fare Goffin e Cecchinato, sebbene sospinto da un popolo meraviglioso, ha finito per accusare il colpo. Il doppio 6/2 arrivato quasi di volata, la riprova di quanto affermiamo e di quel sogno cullato ad occhi aperti in un’altra serata al Foro Italico che poteva diventare magica, ma  che ha finito per strozzare la gola del povero Cecchinato, che si farà, parafrasando De Gregori, perché a tennis sa giocare.

N. Basilashvili b. [WC] F. Baldi 6-4 4-6 6-4 (Cesare Degiorgi)

Applausi comunque applausi per Filippo Baldi perché se è vero che è uscito al primo turno della 75 esima edizioni degli Internazionali BNL d’Italia è anche vero che il 22 enne del Selva Alta Vigevano, è uscito a testa altissima dal Foro Italico, sconfitto per 6-4, 4-6, 6-4 in circa 2 ore, da Nikoloz Basilashvili (n.77 del ranking mondiale). Filo ha onorato al meglio l’impegno odierno giocando punto a punto con un giocatore maggiormente esperto su questi palcoscenici. Di cose positive ce ne sono anche oggi da sottolineare per Filo che specie nel secondo set, ha messo in campo tutta la grinta e personalità dimostrata nel corso di 8 incontri, dalle pre alle qualificazioni fino a centrare per la prima volta in carriera il main draw di un Masters 1000. La strada intrapresa con coach Aldi da l’impressione di essere quella giusta e se Filo proseguirà in questo percorso di crescita ben presto lo vedremo quantomeno fra primi 200 al mondo e in grado di togliersi tante soddisfazioni nei tornei di tutto il mondo.

La sfida di oggi, iniziata con circa 4 ore di ritardo a causa della pioggia caduta copiosa in mattinata sul Foro Italico, ha visto Baldi partire bene e procurarsi subito una palla break non sfruttata con un gratuito di rovescio. Il servizio di Filo sembra funzionare e in un amen sono 3 aces in altrettanti turni al servizio. Il settimo gioco è però fatale al’azzurro, che complici due errori di rovescio consegna il break ai vantaggi a Basilashvili e in pratica il primo set chiuso sul 6-4 dal georgiano. Nel secondo parziale il 22 enne vigevanese, sale in cattedra e allunga fino al 4-1 al cospetto di un avversario decisamente falloso e nervoso in questa fase. Addirittura ci sarebbe la possibilità di un doppio break, ma il georgiano l’annulla con un dritto chirurgico che bacia la riga. Filo sembra sentire il contraccolpo per l’occasione sfumata e incassa 7 punti consecutivi che rimettono in scia Basilashvili. E non solo il 26 enne di Tbilisi potrebbe addirittura andare a servire per il match, ma qui un Baldi superlativo cancella la chance e poi strappa a 15 il servizio all’avversario ed è un set pari, per la gioia della Next Gen Arena, discretamente gremita.

Il terzo set segue l’andamento del punteggio fino al 2-2, il portacolori del Selva Alta accusa un breve passaggio a vuoto che gli risulterà fatale e concede l’allungo con break Basilashvili che sale con il servizio seguente sul 4-2. Forse la spia inizia a segnare riserva, vuoi un calo sul rovescio e Filo in un attimo si ritrova fuori dal match, nonostante un ultimo sussulto d’orgoglio che lo riporta sul 4-5. La speranza di un ennesimo break in extremis, come nel primo turno delle quali contro Fucsovics, resta però vana e 4 errori gratuiti di rovescio in risposta condannano Baldi all’eliminazione dal torneo e regalano al georgiano la sfida contro Nole Djokovic.

Ma è solo questa l’unica nota stonata di quest’oggi, sulll’altro piatto della bilancia c’è un pieno di fiducia da portare nei prossimi impegni e un futuro a 22 anni ancora tutto da scrivere.

P. Gojowczyk b. L. Sonego 6-3 6-4 (di Fabrizio Fidecaro)

Non è facile dover attendere tante ore prima di scendere in campo per il match più importante di un’ancor giovane carriera. Lorenzo Sonego, la cui sfida con il tedesco Peter Gojowczyk era attesa più o meno fra le 17 e le 18, ha potuto calcare il terreno della Next Gen Arena solo intorno alle 21:30, in netto ritardo a causa del maltempo che ha imperversato nella parte iniziale della giornata agli Internazionali. Per di più, dato l’orario, gli spalti, che in altra situazione sarebbero stati stracolmi di tifosi pronti a sostenerlo con calore, presentavano ampi vuoti. Gli spettatori presenti, che pure hanno cercato di far sentire il loro calore, non potevano sopperire in pieno alla limitatezza numerica, per cui l’atmosfera è forzatamente rimasta ben distante da quella tipica di quando un azzurro gioca al Foro.

È andata a finire che il ventitreenne torinese, bravissimo a guadagnarsi una wild card vincendo le prequalificazioni e soprattutto a eliminare il francese Adrian Mannarino al debutto nel main draw, non è riuscito a trovare la chiave giusta per avere la meglio sull’avversario. Il ventottenne Gojowczyk, vincitore al primo turno sul numero 12 del seeding Sam Querrey, ha fatto valere la maggiore esperienza, contenendo l’esuberanza del giovane rivale e sfruttandone gli inevitabili cali.

Il tennista di Monaco, attualmente classificato al cinquantatreesimo posto del ranking mondiale, si è imposto così con il punteggio di 6-3 6-4, mettendo a frutto con sapienza un break per set, nel sesto game del primo e nel terzo del secondo. Sarà lui ad affrontare giovedì al terzo round il vincente tra Fabio Fognini e Dominic Thiem, sesto favorito del tabellone, incontro che aprirà il programma di domani sul centrale.

Per Sonego resta comunque la soddisfazione di una validissima esperienza nel tennis che conta, che gli ha donato la consapevolezza di poter competere con successo a livelli superiori a quelli finora per lui abituali. La prima affermazione in un incontro valevole per un Master 1000 gli regalerà lunedì prossimo un avanzamento di una quindicina di posizioni nella classifica ATP, portandolo dal numero 140 intorno al 125. La top 100 ormai è a pochi passi.

T. Babos b. [WC] S. Errani 6-3 7-6(6) (di Diego Barbiani)

Non c’è neppure una piccola soddisfazione per il pubblico italiano nel tabellone femminile. Se ne va, con Sara Errani, anche l’ultimo sprazzo di azzurro in un tabellone che ha riservato la gioia e la festa solo nel momento in cui l’affollato Pietrangeli ha tributato l’ultimo saluto a Roberta Vinci. Per il resto, quattro sconfitte su quattro con la magra consolazione di due set vinti proprio dalla tarantina e da Francesca Schiavone, travolta nei successivi due contro Dominika Cibulkova.

Non è riuscita, Errani, a uscire dalle difficoltà di tutto il match contro Timea Babos, partita che ha ricalcato abbastanza le sofferenze della romagnola nell’ultimo periodo, in una fase di stagione che pure per lei dovrebbe essere abbastanza congeniale. Due settimane fa a Rabat è arrivato l’unico quarto di finale del 2018, in un tabellone dove ha vinto le partite che doveva vincere ma fermandosi nettamente di fronte al vero ostacolo rappresentato da Elise Mertens. Se la belga in questo momento può essere considerata fuori dalla sua portata, fa specie vederla soffrire così tanto anche contro avversarie come l’ungherese in una giornata non eccezionale. Giocatrice che vanta come best ranking il numero 25 WTA raccolto nel 2016, che ora è 10 posizioni circa più indietro, ha disposto abbastanza comodamente di Sara che non ha mai espresso un gioco efficace, sempre costretta a subire, non incidere anche solo nel palleggio, a vanificare un secondo set che poteva anche vincerlo ma ogni turno di battuta era una sofferenza.

È questa forse la nota peggiore del suo momento. Pur non essendo dotata di un servizio che le garantisce punti facili, in questo ultimo periodo la situazione sembra addirittura peggiorata. Oggi c’era anche del vento che ogni tanto le complicava la vita sul lancio di palla, ma se fino a un anno fa lei riusciva con una percentuale di prime palle in campo superiore al 90% a limitare i possibili attacchi delle avversarie adesso quel dato è sceso sensibilmente e la seconda mostra tutti i limiti e diventa difficile impostare scambi anche solo difensivi partendo da un colpo non sembra neppure avere quella rotazione o quell’angolo tale da darle un minimo di tempo per prepararsi.

Nel primo set non è bastato un iniziale break di vantaggio, nel secondo un allungo sul 5-2 è stato neutralizzato proprio quando serviva per andare al terzo. 15 le palle break concesse, 11 solo nella seconda frazione dove i game lottati sono stati tanti, ma l’atteggiamento di Sara non sembrava ricalcare quello della grande lottatrice che ricordiamo nei suoi anni migliori. Rimaneva lì, cercava di arrampicarsi verso quel set point che le avrebbe dato vita, ma non sembrava esserci una vera difficoltà nei suoi dritti che volevano spostare Babos fino a farla colpire male inducendola all’errore. Timea aveva alti e bassi, diversi errori, ma erano per lo più colpe sue. Alla fine ha saputo riprendersi, risalire prima da 1-3 poi da 5-6 e servizio Errani nel tie-break. Gravissimo, da questo punto di vista, il fatto che l’azzurra sul set point non abbia saputo fare meglio di una prima palla a 83 chilometri all’ora, oltretutto centrale, che è stata preda del dritto avversario che alla seconda chance è andata a segno. Altri due punti e la partita era conclusa.

Sarà dunque Babos ad affrontare Caroline Garcia al secondo turno. Per l’Italia, invece, il cammino al femminile è già concluso.

Redazione

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Tags: Roma 2018

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