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ATP Madrid: Thiem non è sazio, seconda finale a Madrid

[5] D. Thiem b. [6] K. Anderson 6-4 6-2

Come luogo comune vuole “dopo una vittoria contro un grande giocatore in genere arriva la sconfitta contro uno meno prestigioso”. I luoghi comuni naturalmente non sono tutti falsi, ma questo ha l’aria di non essere del tutto giustificato. In ogni caso non lo è stato in quest’occasione, visto che Dominic Thiem ha battuto, tutto sommato anche abbastanza agevolmente, Kevin Anderson, finalista allo US Open e, il tennis per ora è questo, testa di serie numero 6. Il sudafricano, avanti 6-0 negli scontri diretti e alla sua prima semifinale di un Masters 1000, è sembrato davvero molto imballato, terribilmente a disagio quando doveva abbassarsi e anche poco attento nei rari momenti in cui ha avuto qualche occasione, come alla fine del primo set.

Thiem è comunque partito benissimo e soprattutto molto concentrato, brekkando, alla fine di un game interminabile, Anderson alla terza opportunità.  Questo ha naturalmente aiutato l’austriaco a giocare abbastanza rilassato, forse pure troppo perché al quinto game invece di dare il colpo di grazia ha sciupato un paio di palle break. Il danno lo stava facendo, come ieri, quando è andato a servire per il set. Ma sullo 0-40, nonostante Thiem non fosse riuscito a mettere in campo uno straccio di prima, Anderson ha sbagliato qualsiasi cosa in scambi non certo di irresistibile intensità. Perse in modo balordo le palle break, tra dritti lunghi e rovesci in corridoio, alla prima palla del set Thiem ha finalmente messo una prima, e sulla risposta qualsiasi del sudafricano a metà campo si è avventato cercando di spaccare pallina e campo centrale, facendo un buco per terra per chiudere il set.

Il secondo set si è aperto come il primo e cioè col break per Thiem, che stavolta ha avuto bisogno di due sole palle break. La prima l’ha giocato come un coscritto e la seconda, che si era procurato con una palla corta in cui Adenrson si è prodotto in un recupero imbarazzante, ci ha pensato il sudafricano a toglierlo dalle ambasce con un doppio fallo. La partita si è praticamente chiusa lì, perché Thiem è arrivato addirittura a 17 punti di fila al servizio e con il secondo break arrivato quasi senza volerlo, con Thiem che sembrava persino sadico con queste sue palle corte – ma neanche cortissime – sulle quali Anderson continuava a fare disastri. L’ottavo game era quello in cui Anderson tornava a far punti sul servizio di Thiem ma anche l’ultimo, chiuso dall’austriaco al primo match point.

Finisce così un buon torneo per Anderson, agevolato dalle disgrazie di del Potro e dalle varie e croniche assenze del circuito. Dopo la finale di uno slam, la semifinale di un “1000” serve magari a convincere gli scettici che quel risultato non è stato un caso. Il problema, al limite, èla spiegazione di questi ottimi risultati di un giocatore certamente di qualità ma insomma.
Invece seconda finale di fila in un Masters 1000 per l’austriaco, entrambe a Madrid. L’anno scorso andò male, ma fu un gran match. Di buono c’è che almeno non si troverà di fronte Nadal. Sapremo presto se è davvero un vantaggio.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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