D. Kasatkina b. [1] C. Wozniacki 7-6(2) 6-3
Grande sorpresa nell’ultimo match di giornata: Daria Kasatkina batte per la seconda volta in carriera Caroline Wozniacki. Questa volta però il successo ha un sapore molto speciale perché arriva tra le mura amiche di San Pietroburgo, dove già nel 2016 si rese protagonista di un’ottima cavalcata fino alle semifinali, e contro chi pochi giorni fa si laureava campionessa dell’Australian Open e tornava numero 1 del mondo.
7-6(2) 6-3 il punteggio finale in una delle prestazioni più belle della russa da diverso tempo. Talento che solo un paio d’anni fa sembrava destinato a essere un po’ più avanti nel ranking, forse con qualche risultato di spessore in più, ma la qualità del suo gioco oggi si è vista tutta. Per quanto ieri anticipavamo che in una sfida tra due giocatrici piuttosto complete e (soprattutto) abili nel tenere vivo lo scambio il più a lungo possibile le qualità di Wozniacki dovevano emergere perché più esperta, e invece ha prevalso la giocatrice nata nel 1997, che ha avuto coraggio e ha impostato una partita più aggressiva, rimontando un break di ritardo e mancando la chiusura del primo set sul 6-5 ma trovando comunque la via per far suo il tie-break 7-2.
Nel secondo parziale Kasatkina è salita subito avanti di un break e nonostante il rientro della danese ha nuovamente allungato sul 5-3, chiudendo poi al nono game. Domani sfiderà Kristina Mladenovic per centrare la seconda finale in carriera sul suo di casa dopo quella di Mosca del 2017.
[WC] P. Kvitova b. [2] J. Ostapenko 6-0 6-2
La miglior Petra Kvitova degli ultimi 2 anni, o almeno una versione molto simile, ha lasciato appena 2 game a Jelena Ostapenko. La lettone è stata attrice non protagonista di uno show della ceca durato meno di un’ora, con un primo set da 6-0 in 23 minuti.
Vincenti a caterva, soluzioni da strappare applausi in continuazione. Ostapenko si è trovata subito smorzata di una delle armi migliore che può avere: la risposta. Il servizio della ceca è stato quasi impeccabile. Solo 3 palle break concesse, tutte nel primo turno di battuta dell’incontro. Poi un altro game, sull’1-1 nel secondo set, dove da 40-0 è stata costretta ai vantaggi, ma oltre a quei momenti è stata pressoché perfetta.
La numero 2 del seeding, come detto, si è trovata senza la risposta. Lei in questi anni ha dimostrato che può anche subire 4 break per set, ma può tranquillamente vincere il parziale perché a sua volta ne realizza 5. È la capacità di diventare pericolosa in risposta che è molto più accentuata rispetto a quasi tutte le altre giocatrici del circuito, con una probabilità di strappare il servizio che è all’incirca di un game di risposta su 2 vinto. Oggi Kvitova ha servito trovando sempre soluzioni vincenti, portando ad un grande nervosismo la sua avversaria, incapace di porre rimedio.
Forse non era la miglior Kvitova di sempre, ma era letale: un paio di scambi al massimo e poi arrivava il vincente. Come una tassa da pagare. Alcuni numeri fatti sul 5-0 nel primo set valgono da soli il biglietto rovescio lungolinea in allungo, vincente, dopo uno scambio in difesa; serie di 4 voleè per trovare quella vincente nel campo ormai vuoto. Il secondo parziale ha vissuto di un certo equilibrio fino al 3-2 Kvitova, con Ostapenko che cercava di alzare il livello ma senza trovare soluzioni in risposta la partita rimaneva comunque segnata. Al primo vero momento di difficoltà ha nuovamente ceduto e l’allungo della ceca ha segnato la fine dell’incontro, prima dell’ultimo break nell’ottavo game.
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