D. Kasatkina b. [2] G. Muguruza 3-6 7-6(11) 6-1
Daria Kasatkina non vuol saperne di lasciare Dubai. La russa, dopo aver annullato 2 match point a Johanna Konta e aver girato il match grazie al tie-break del secondo set ripete lo stesso copione contro Garbine Muguruza, salvando però 3 match point in un emozionantissimo tie-break conclusosi 13-11.
Quella dell’emirato è la prima finale per la russa nel 2018, la seconda nel giro di 7 tornei se comprendiamo anche Mosca 2017. Un’altra finale in un torneo Premier, un’altra sul cemento, un po’ a tradire quella che è la sua natura di giocatrice nata per far tanto male sui campi in terra rossa, quasi in controtendenza con quello che è il pedigree delle russe. Lo scorso anno ebbe un inizio abbastanza complicato, arrivando a Charleston con 4 sconfitte consecutive. La prima cosa che raccontò fu: “Non potete immaginare la gioia di essere tornata a sentire la terra sotto le scarpe”. Fu una frase profetica, dato che in quella settimana mise alle spalle tutta la delusione di un momento molto negativo e vinse il titolo, il primo della carriera, battendo in finale Jelena Ostapenko.
Dallo US Open, dai primi ottavi in carriera a livello Major, i suoi risultati sul cemento sono sensibilmente migliorati se non altro nel numero di vittorie che riusciva a ottenere di settimana in settimana. L’inizio di 2018 non era positivo, ma lei fin da Brisbane ha mantenuto un profilo basso promettendo che tutto il lavoro svolto in off season con il nuovo coach Philippe Dehaes (che ha sostituito Vlado Platenik, guarda caso, proprio sul finire del 2017) avrebbe portato a buoni risultati.
Se il cammino a San Pietroburgo, un paio di settimane fa, è stato smorzato da Kristina Mladenovic in semifinale, oggi “Dashka” ha completato questo step battendo una Muguruza che non è mai stata in grado di trovare la chiave per sfondare la difesa della russa. Un lungo palleggio, una difesa e un contrattacco di buon livello che ha avuto il suo picco in un tie-break incredibile, di 24 punti, dove per 3 volte è stata costretta a non sbagliare. La spagnola, nel tentativo di uscire da questa lunga tela in cui era sempre chiamata dover far qualcosa in più, spesso arrivava a commettere un errore gratuito. Saranno 60 a fine partita, tanti quanto il rammarico per non aver saputo sfruttare le due situazioni nel secondo set in cui era avanti di un break: sul 4-3 ha ceduto il servizio a 0, sul 5-4 a 15.
C’è tanto da lavorare, per la numero 3 del mondo. Da queste due settimane, seppur con risultati positivi con una finale e una semifinale, il ritratto è quello di una giocatrice con ancora tante difficoltà a gestire i momenti della partita. Per due volte a Doha, dopo aver dominato il primo set, ha rischiato la rimonta da 5-1. Fortunata per il bye in semifinale, ha poi perso la finale da un set avanti. Qui a Dubai ha rischiato di riaprire una partita già vinta contro CiCi Bellis e oggi questa nuova rimonta, stavolta portata a termine.
Il terzo set non è praticamente esistito, come logica conseguenza dell’enorme fatica fatta fin lì da Garbine e del black out che le è costato il secondo set (e la partita). I guai più grandi emergono quando lei stessa non sembra convinta del proprio gioco e passa da una fase aggressiva a una più interlocutoria, un’attesa di quello che farà l’altra, un consegnarsi nelle mani e nella racchetta dell’avversaria, senza però essere in grado di riprendersi. Kasatkina oggi l’ha cucinata a fuoco lento, dimostrandosi solidissima anche dopo un set perso dove non aveva avuto chance in risposta se non nel primissimo game. Eppure, nel momento in cui ha alzato il livello, Muguruza non ha più avuto armi per farle male, ed è cominciato il declino.
[1] E. Svitolina b. [6] A. Kerber 6-3 6-2
Abbiamo ufficialmente trovato la kriptonite di Angelique Kerber: viene dall’Ucraina, e si chiama Elina Svitolina. Quinta vittoria consecutiva sulla tedesca della numero 4 del mondo, che avrebbero potute essere 6 se ad agosto del 2016 “Angie” non avesse rimontato da 1-6 3-5 a Cincinnati. E a inizio di quella stagione, per non farci mancar nulla, dovette rimontare ancora una volta da una situazione di un break di ritardo.
Vista la qualità e il livello delle avversarie già affrontate in questo inizio di 2018, sembra quasi incredibile il diverso rendimento che ha offerto la giocatrice di Brema anche nelle giornate più negative, rispetto a quello che (non) è riuscita a fare oggi. Svitolina l’ha mandata in grande crisi fin dai primi game: quando ricordate una Kerber da 24 errori gratuiti in un set? Forse nelle sue giornate peggiori di un 2017 piuttosto negativo. Eppure fino a 24 ore fa era una giocatrice completamente diversa. Oggi è mancata in tutto il suo gioco, a cominciare dal servizio che ieri aveva fatto tanto bene contro Karolina Pliskova e oggi è crollato fin dai primi game, tutti persi: 3 break subiti nei primi 3 game, 4 nel primo set.
Al di là però dei dati, c’è stato un atteggiamento mai visto fin qui dalla tedesca in questa stagione. Il body language, perso il turno di battuta sul 2-2, è diventato molto negativo. Fin lì c’erano già diversi errori di dritto, ma ha completamente mollato la tattica sua, ideale, di scambiare e imporre un gioco fisico, facendosi spesso prendere dalla foga e far passare meno di 10 secondi tra un punto e l’altro, a giocare super aggressiva subito dopo il servizio. Vincente o errore gratuito, poco importava. La volontà era di andare subito a quello dopo, andare avanti, accorciare il più possibile. Come le difficoltà avute, ma superate molto bene, contro Sara Errani, oggi quelle reminiscenze della Kerber vecchio stile sono emerse con molta più enfasi.
Game al servizio buttato sul 3-5, poi sul 2-1 in suo favore nel secondo set quando aveva appena trovato un break che sembrava poterle dare un po’ di fiducia. Svitolina, autrice invece di un’ottima partita sia in difesa che in attacco, aveva cominciato la seconda frazione salendo 1-0 0-30 e da lì ha subito 7 vincenti uno più bello dell’altro e uno più frettoloso dell’altro. A Kerber però questo gioco sembrava riuscire, per quanto fosse così rischioso e così lontano dal suo stile. La ex numero 1 del mondo, sull’1-1, ha vinto il game alla settima palla break ma tutto quanto aveva costruito è di nuovo evaporato in pochi minuti. Svitolina è tornata solidamente avanti, sul 5-2, e ha chiuso comodamente poco più tardi.
Rimane tanto rammarico per una partita che era nata su ottime basi, con scambi lunghi e tesi e grande profondità, grande dinamismo e diverse soluzioni. Purtroppo per la tedesca, al quinto game è cominciata la sua sofferenza, conclusasi un’ora più tardi con un’uscita dal campo a testa bassa e molto spedita verso gli spogliatoi. Svitolina, invece, avrà l’occasione di confermare il titolo vinto nel 2017.
Risultati
[1] E. Svitolina b. [6] A. Kerber 6-3 6-3
D. Kasatkina b. [2] G. Muguruza 3-6 7-6(11) 6-1
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