Interviste

Dimitrov: “Stanotte è stato un grande match perché è stata una partita da Grand Slam”

Cosa hai imparato da te stesso stasera?
Su me stesso? Questa è una buona domanda…ho imparato che posso passare ad un livello più alto quando ne ho bisogno. Ed è una cosa per cui ho lottato in tutto questo torneo. Durante i primi turni non colpivo bene la palla e lo sapevo, ma ero concentrato sui momenti fondamentali, e questo va bene. Ma oggi sono stato in grado di prendere in mano il gioco, con un’ alta percentuale al servizio ed un’alta percentuale in risposta. Ed Il fatto di esser stato capace di fare il mio gioco un po’ di più e di poter contare sulle mie armi migliori penso che sia stato un importante passo avanti per me.

E’ stato un lungo abbraccio quello fra te e Nick. Cosa vi siete detti?
Quando siamo fuori dal campo siamo molto rispettosi uno dell’altro, chiacchieriamo spesso in spogliatoio. Gli ho detto che l’ho visto molto positivo nelle settimane passate e gli ho augurato buona fortuna e di continuare a giocare così. Penso che sia importante viverla con serenità: tutti noi giochiamo per divertirci e so che lì fuori devi affrontare una grande battaglia ma dopotutto siamo umani. Voglio dire che noi siamo lì per competere ma devi sempre ricordarti che quelli contro cui giochi sono esseri umani come te.

Parlando un attimo di Nick: lui ancora non ha un coach; cosa si dice fra voi tennisti di questo?
Ad essere sincero non spendo molto tempo a cercar di sapere cosa pensano gli altri di lui. Tutti noi vediamo quanto può essere ispirato in campo e come giochi in maniera straordinaria a tennis. Ha un grandissimo talento, forse è il giocatore con più talento lì fuori. Penso che sia migliorato moltissimo rispetto a tempo fa e che abbia iniziato a trovare una sua via. Quindi penso solo sia migliorato e adoro giocare contro di lui. A volte è frustrante ma allo stesso tempo è soddisfacente, perché adoro giocare. Ed è per questo che penso che quello di stanotte sia stato un grande match perché è stata una partita da Grand Slam.

E’ sempre difficile confrontare due match ma riesci a vedere qualche somiglianza fra quello che hai giocato contro Nadal lo scorso anno e questo?
Sì in un certo senso. Ora si sta entrando in una fase del torneo in cui tutte le partite iniziano a contare molto per tutti noi. Arrivare alla seconda settimana è sempre un privilegio, il giocare davanti a tutte queste persone. L’altra volta erano quasi tutte schierate da una parte ma è giusto così, è parte del match e ciò che realmente conta è come troverai la soluzione per uscirne vincitore.

Pensi di aver giocato meglio dello scorso anno?
Beh è difficile da dire: sono giocatori completamente diversi, match diversi. Sai potrei sedermi e parlarti di questo per tutta la notte ma la verità è che ogni partita ha una storia a sé. Ma sono davvero contento per come sia andata stanotte e per il modo con cui sono stato capace di uscirne fuori nel momento in cui ne avevo davvero bisogno.

Servendo per il match qualcosa non ha funzionato. Quanto frustrante è stato?
Ad esser onesto, dopo esser stato brekkato, ho giocato male. Ho preso una brutta decisione nel giocare quello slice lungo la linea e questo è stato un mio errore. Facile. Dovevo solo farmene una ragione ed andare avanti. Ovviamente mi sarebbe piaciuto molto di più finire la partita senza tiebreak ma, di nuovo, non mi sono abbattuto neanche un secondo e non ho voluto pensare che di là avevo un buon amico. Dovevo fare quel tiro e prendere la giusta decisione, specialmente su 4 a 3 sul mio servizio, colpendolo dentro e sopra la rete e poi fare un gran punto, un gran servizio. Tutte queste cose vogliono dire molto per me e quando sono capace di farle ciò mi mette le ali e parecchia fiducia in me stesso e un altro obiettivo da raggiungere. E questo significa che tutti noi possiamo sempre fare meglio.

Nel prossimo turno affronterai Kyle Edmund. Hai un modo diverso di affrontare giocatori così giovani? Ci sono altri giovani nel circito che hanno attirato la tua attenzione?
Guardo molti match e bisogna stare attenti alla nuova generaione che sta crescendo. Ora non considero neanche più Nick e gli altri ragazzi come i giovano perché c’è una nuova ondata di giovanissimi che sta arrivando. Ma non significa molto, certe persone maturano prima o sviluppano il loro gioco o il loro fisico prima di altri. Lo guarderò solo come un altro match da affrontare; e come detto mi concentrerò più su me stesso. Contro qualsiasi persona io giochi lo faccio per me, per vincere il match, è abbastanza semplice.

Francesca Padoin

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