Una pioggerella fastidiosa accompagna l’inizio della terza giornata delle Next Gen ATP Finals che deciderà chi andrà in semifinale con Chung e Coric, già qualificati. Il programma pomeridiano si apre con la terza vittoria di Hyeon Chung che batte Gianluigi Quinzi e fa l’en plein garantendosi il primo posto del Girone A. Partita piacevole ed equilibrata, giocata davvero e con un ritmo sostenuto, vincenti, pregevolissime volée di tocco da ambo le parti, smorzate e lob vincenti. Nonostante le tre sconfitte subite, Quinzi lascia Milano con buone sensazioni ma anche indicazioni importanti su come lavorare per la prossima stagione. Se vuole competere a questi livelli, e le possibilità le ha, deve assolutamente migliorare il dritto e curare meglio la forma fisica.
Gianluigi parte subito molto carico, spinge la prima e tiene a quindici il primo game dell’incontro. Chung invece è un po’ imballato (forse per questo ha scelto di rispondere dopo aver vinto il sorteggio) ed esordisce al servizio con due doppi falli consecutivi. Non ci si può lasciar sfuggire un’occasione così e Quinzi si fa trovare pronto. Appena trova lo spazio va a segno con il rovescio procurandosi tre palle break consecutive e convertendo la terza dopo un lungo scambio. Quinzi mantiene il prezioso vantaggio fino al 4-1 finale affidandosi al servizio e al rovescio che funzionano benissimo. Qualche problema si manifesta con il dritto sul quale non sempre si coordina bene e spesso finisce corto. Il timing sul rovescio invece è praticamente perfetto e la palla esce dalle corde con un suono secco e pulito andando a cercare le righe in lungo linea e la diagonale stretta dall’altra parte, trovandole spesso. Nel secondo set la situazione si ribalta. Quinzi cala leggermente di ritmo, quel che basta però perché i suoi colpi siano meno profondi permettendo a Chung di inserire il pilota automatico. Una palla da una parte e l’altra dall’altra in crescendo e il break per il coreano arriva nel quarto game. Sul suo servizio non si gioca e anche il secondo set si chiude 4-1. Un break nel terzo game decide anche il terzo set segnato dagli errori di dritto di Quinzi che con quel colpo non riesce a reggere il gioco di Chung. Nel quinto game Gianluigi si trova a fronteggiare tre set point che annulla giocando con coraggio. Una prima vincente e due lunghi scambi tenuti senza indietreggiare, entrando sempre più in campo sostenuto dal dritto che imita il rovescio. Gianluigi annulla un altro set point nel sesto game, grazie ancora a quel rovescio incrociato che esce veloce dalle corde e va ad uscire e che gli ha portato tanti punti fino ad ora, poi però la traiettoria lungo linea lo tradisce di un soffio consegnando killer point e set al coreano. Giocasse sempre così Gianluigi, come sul match point per Chung al killer point del sesto game, vinto con una gran risposta di dritto e poi avanti tutta a prendersi il punto a rete con la stop volley. Al tie-break Chung scappa per primo ma si fa riacciuffare e sorpassare da Gianluigi che più volte durante la partita, quando si è trovato con l’acqua alla gola ha sfoderato giocate strepitose. E adesso il set point arriva per Quinzi che però sbaglia malamente con il dritto durante uno scambio non certo esasperato ma ne arriva un altro, grazie ad uno splendido rovescio lungo linea, su cui Chung commette doppio fallo e si va al quinto. Anche il parziale decisivo si decide al tie-break dopo un match point annullato da Quinzi nel sesto game, ancora una volta finalizzando a rete uno scambio ben preparato da fondo. Al tie-break la stanchezza a tratti intravista durante il match viene fuori tutta insieme. Gli scambi sono duri e Quinzi non ha altro che il cuore ma non basta.
Daniil Medvedev chiude la sessione pomeridiana con la vittoria contro Jared Donaldson, sceso in campo già eliminato, e conquista il secondo successo a Milano che gli permette di sperare ancora di raggiungere le semifinali. Tutto dipenderà dal risultato del secondo match di stasera che vede di fronte Borna Coric, già qualificato, e Karen Khachanov a giocarsi invece l’ultima chance. Nonostante nessuna vittoria ottenuta, lo statunitense saluta Milano riscuotendo ammirazione nel pubblico per il suo gioco pulito e aperto, coraggioso e mai scontato. Magari non sarà un top player ma ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo giocatore, dotato di un tennis a tutto campo che prevede spesso ottime discese a rete anche se gli manca ancora la cattiveria giusta. Bello da vedere, bravissimo a scendere a rete con i tempi giusti manca però in cinismo, aspetto fondamentale in questo sport. Anche Medvedev non è proprio un esempio di freddezza ma ne ha quel che basta in più per aggiudicarsi l’incontro. Il tennis vuol dire saper giocare i punti importanti, a qualsiasi livello. E questi giovani, per quanto forti e dotati di colpi fenomenali, devono ancora imparare che un killer point in questo caso, che diventa un vantaggio o un break point con le regole vere, non si può giocare come se si fosse al primo quindici dell’incontro. Impareranno, l’età è dalla loro ed è ora di smetterla di piangere al solo pensiero che i due King smetteranno. Non si sa cosa ci riserveranno queste giovani promesse ma non è giusto relegarle a tappabuchi in attesa del secondo Roger o del secondo Rafa. A modo loro questi giovani stanno cercando di scrivere la loro storia e non è corretto ridurli sempre al ruolo di piccoli sparapalle senza talento. Perché non è così. Saranno altri i fattori a fare la differenza.
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