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WTA Tokyo: Cibulkova, l’obiettivo ora è non avere rimpianti

Il 2017 non è stato un anno molto favorevole a Dominika Cibulkova. I primi 6 mesi della stagione sono stati rovinati a causa di due infortuni, al polpaccio destro e al polso, l’ultimo abbastanza importante perché l’ha condotta poi a due mesi di sole sconfitte tra maggio e giugno, e dalla notizia ad inizio stagione della morte del nonno poche ore prima che cominciassero gli Australian Open. Non è solita parlare dei propri problemi personali, quando perse al secondo turno del Roland Garros scrisse un post su un social network dove cercava un po’ di riassumere il momento negativo che stava vivendo e le prime parole furono proprio “Non è una cosa che mi capita di fare, non mi piace raccontare dei dettagli della mia vita personale”, ma quantomeno fu una valvola di sfogo per buttare tutto fuori. Da lì in poi, seppur senza i picchi di rendimento straordinari del 2016, qualcosa ha cominciato piano piano a girare.

Il momento è abbastanza delicato. Dopo aver mancato le cambiali pesanti di Eastbourne (sconfitta agli ottavi dopo aver vinto nel 2016) e Wimbledon (eliminata al terzo turno dopo i quarti del 2016) sono in arrivo altre due molto toste: Wuhan (dove ha in scadenza la finale, 585 punti) e la vittoria a Singapore (1250 punti). Purtroppo per lei, allo stato attuale delle cose per essere alle WTA Finals, e quindi non vedersi evaporare tutto quel capitale, dovrebbe ottenere almeno 1500 punti in più di Jelena Ostapenko, senza calcolare le 12 avversarie tra lei e la lettone. Già essere a Zhuhai, per certi versi, potrebbe rappresentare un salvagente importante soprattutto per il morale che poco prima di Wimbledon era davvero ai minimi storici. A marzo, come ad aumentare ancora di più le sensazioni negative, Ksenia Pervak aveva rivelato ad un sito russo che la slovacca le avrebbe confidato l’idea di un ritiro a fine stagione, cioè tra un paio di mesi, nel caso in cui avrebbe visto che il picco di rendimento del 2016 non sarebbe più stato raggiungibile, fattore derivato poi da tanti particolari tra cui la volontà di pensare ad una famiglia assieme al marito Miso Navara. Non se n’è più fatta parola, né da parte sua (che come già accennato non vuole esporsi troppo nelle vicende così personali) né ci sono stati segnali dal suo team.

L’obiettivo, ora, sembra essere quello di chiudere la stagione al meglio. Impossibile paragonarla al 2016 proprio per le tante complicanze che si sono succedute, ma se non altro ora sta giocando più rilassata. Il 6-3 6-3 inflitto a Carla Suarez Navarro è portatore di un bel sorriso, oltre che ad una prova estremamente positiva. Poteva anche essere un punteggio più accentuato se nel primo set non si fosse distratta sul 5-1 e non avesse visto dimezzato il suo vantaggio. Nessun problema, però, alla seconda chiamata per chiudere il parziale. Molto più semplice il parziale successivo, dove al vantaggio trovato sul 2-2 ha fatto seguito il break definitivo, sul 5-3. Adesso, una tra Jana Cepelova e Katerina Siniakova.

Si è scoperto il nome dell’avversaria di Garbine Muguruza al suo esordio da numero 1 del mondo. Sarà Monica Puig, che ha ribaltato come un calzino il proprio match vinto contro Su Wei Hsieh. L’inerzia, fin dai pronostici, sembrava tutta a favore della giocatrice di Taipei, meno potente ma che sa benissimo come mescolare le carte e complicare la vita ad una che va soprattutto in progressione come la portoricana. 2-6 6-1 6-1 il punteggio finale che le regala un successo assente a livello di main draw WTA dal primo turno di Washington e, a livello WTA Premier, dal primo turno del WTA di Charleston (inizio aprile) dove sfruttò il ritiro di Katerina Siniakova.

Risultati:

M. Puig b. [Q] S. W. Hsieh 2-6 6-1 6-1
[9] C. Garcia b. [LL] A. Sasnovich 6-4 6-2
[5] D. Cibulkova b. C. Suarez Navarro 6-3 6-3
A. Pavlyuchenkova b. C. Bellis 4-6 6-0 6-4
D. Kasatkina b. [Q] M. Brengle 2-6 6-3 6-4
[Q] M. Linette b. D. Gavrilova 2-6 6-0 7-6(3)

Diego Barbiani

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