dal nostro inviato a New York
Ogni Slam deve fare i conti con i problemi di programmazione e le polemiche si ripresentano ad ogni occasione. Nel Labour Day di oggi farà discutere la scelta scellerata di piazzare il match tra Juan Martin Del Potro e Dominic Thiem sul Grandstand. Un impianto decisamente troppo piccolo per accogliere la folla per una partita così attesa. Del resto stiamo parlando di un ex vincitore del torneo, nonché uno dei giocatori più amati del circuito, e di un Top Ten.
Un match che forse meritava il palcoscenico del Centrale o per lo meno del Louis Armstrong. Invece gli organizzatori hanno preferito privilegiare la Vandeweghe piazzandola sull’Arthur Ashe e la partita tra Kasatkina e Kanepi, messe inspiegabilmente sull’Armstrong.
Il destino poi ha voluto che tutti i match di giornata prima di quello tra l’argentino e l’austriaco finissero molto velocemente, facendo sì che questa fosse l’unica partita da guardare nel pomeriggio prima della sessione serale.
Sul Grandstand si sono viste quindi scene da stadio di calcio sudamericano, con incredibili assembramenti di folla, persino sulle scale e su quella sorta di terrazza ad anello che circonda il campo. Una situazione paradossale e anche pericolosa, dovuta ad una programmazione decisamente discutibile.
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