Sembrava che il big match delle semifinali di Shenzhen dovesse essere quello della parte alta del tabellone, tra l’uomo più in forma del momento, Damir Dzumhur, vincitore a San Pietroburgo contro il nostro (ehm) Fognini e Alexander Dolgopolov – che alcuni definiscono “guru”, forse per via delle sue foto sui social, sempre in luoghi esotici intento a godersi la vita – e invece le emozioni sono arrivate da quella della parte bassa, tra Goffin e Laaksonen. Lo svizzero, in fondo non c’è solo Federer, numero 107 del mondo ha giocato un gran match per più di un’ora e mezza sorprendendo il belga, che forse non si aspettava, soprattutto dopo aver chiuso il primo set per 9-7 al tiebreak, un avversario così capace di non mollarlo mai. Eppure il primo game avrebbe dovuto far suonare un campanello d’allarme nel belga, visto che a freddo ha rischiato di perdere il servizio. E anche l’andamento del primo set, con Goffin mai a 40 sul servizio di Laaksonen, avrebbe dovuto mettere in guardia il belga. Ma lo svizzero è stato ammirevole anche nel secondo set, quando stavolta ha rischiato di più e Goffin ha cominciato a rispondere meglio. Si è attaccato al servizio e al primo momento giusto ha fatto il suo unico break, quello che l’ha portato sul set pari. Ma probabilmente ha dato fondo a tutte le sue energie, soprattutto nervose, e il rilassamento per il risultato raggiunto ha, purtroppo per lui, prodotto il primo break per Goffin, che in apertura di terzo set è andato subito avanti. A questo punto il numero 12 del mondo ha messo grande attenzione al servizio e uno scorato Laaksonen ha ceduto anche l’ultimo game del match.
Altra storia il match di un Dolgopolov in giornata buona, accorto tatticamente e molto poco falloso. Se ci si mette il solito scintillante tennis che l’ucraino è in grado di offrire quando è di luna buona si capisce come Dzumhur, forse provato dalle otto vittorie di fila, abbia avuto poche possibilità di fare partita pari. Il match è stato sempre in mano all’ucraino, che stranamente parsimonioso, ha vinto col minimo indispensabile, un break per set. E se in quello del primo set un po’ di colpa ce l’ha il bosniaco, in quello del nono gioco del secondo set Dolgopolov ha messo in mostra delle risposte di rovescio davvero splendide, anche se pure in quel caso alla fine il break è arrivato su un errore di Dzumhur.
Come che sia la finale di Shenzhen sarà una finale nobile, con Goffin che vincendo tornerebbe tra i top10. Impresa non facilissima, non solo per il valore dell’avversario – Dolgopolov è avanti 2-0 ma l’ultimo match risale allo US OPen del 2013 – ma anche per una certa idiosincrasia del belga per le finali. Dopo aver vinto le prime due, Goffin ha infilato una brutta striscia di sei sconfitte di fila, due quest’anno, vedremo se riuscirà ad interrompere la serie. Dall’altra parte “the Dolgo”, alla caccia del secondo successo della stagione dopo quello sulla terra di Buenos Aires contro Nishikori. In ogni caso sarà un bel match, non certo una cosa da poco con i tempi che corrono.
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