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Wimbledon, teste di serie all’esordio: chi rischia e chi è stata fortunata

Teste di serie. In teoria rappresentano un vantaggio, perché evitano confronti con le migliori almeno fino al terzo turno. Nella realtà però vuol dire veramente poco. Il tabellone di Wimbledon presenta benissimo questa situazione, perché porta tra le giocatrici non comprese nelle prime 32 persone come Victoria Azarenka, che sull’erba farà fatica ma ha una carriera alle spalle che fa da biglietto da visita, Anett Kontaveit che su erba risulta ancora più efficace ed è in un ottimo momento di forma. Sono solo due nomi, senza dimenticare Sabine Lisicki, finalista nel 2013, Alison Riske o la rientrante Sloane Stephens. Nomi fatti non per il successo finale, ma per creare quei buchi nel tabellone che aprono poi a sorprese e situazioni imprevedibili.

Secondo noi, nei match di primo turno avanzeranno tranquille in 12 mentre potrebbero essere 13 quelle che avranno il loro bel da fare. Sono 7 quelle che invece rischiano di abbandonare il torneo subito, tra cui anche una testa di serie molto alta e la nostra Roberta Vinci.

[1] Angelique Kerber vs [Q] Irina Falconi. Considerato il tutto, è un ottimo sorteggio per la tedesca. Esordire sul Centre Court il martedì, anche se non si è la vincitrice dell’edizione femminile precedente, è comunque un privilegio e rischiare una figura come a Parigi, quando però contro c’era Ekaterina Makarova, sarebbe stata forse la pugnalata finale ad un regno pieno di difficoltà. Kerber ha meritato, eccome, la leadership. Poi però è arrivato il crollo a livello mentale e poi fisico. Irina Falconi dovrebbe permetterle un match agevole, consapevole però che i rischi saranno sempre dietro l’angolo. 99-1

[2] Simona Halep vs [Q] Marina Erakovic. Un quinto delle vittorie in carriera della neozelandese sono arrivate su erba. Difficile pensare possa realmente concretizzarsi un pericolo per la rumena che, però, comincerà il torneo in un momento non fortunatissimo e ci sono delle incognite non da poco su come reagirà alla serie sfortunata di sconfitte in due momenti così importanti come la finale Slam e quando doveva vincere per continuare a sperare nel numero uno. Non dovrebbe fallire, ma se sarà vittima di una distrazione le possibilità di un set tirato ci sono tutte. 99-10

[3] Karolina Pliskova vs Evgeniya Rodina. La ceca, forte candidata ad essere numero 1 dopo lo Slam su erba, non può permettersi passi falsi contro la russa. Negli ultimi tre Slam ha sempre raggiunto i quarti di finale, dopo 17 uscite consecutive entro il terzo turno e proprio da Wimbledon 2016 ha capito che bisognava fare qualcosa per cambiare marcia. Ce l’ha fatta, almeno nell’innalzare il livello dei risultati, ora proprio a Church Road deve ottenere quel traguardo. 99-1

[4] Elina Svitolina vs Ashleigh Barty. Forse, tra le top-10, l’ucraina è quella che ha pescato peggio. Non di meno bisognerà valutare le sue condizioni dopo i problemi al tallone che l’avevano messa in forte dubbio non meno di una settimana fa. Dovrebbe farcela, alla fine, ma in che stato? Oltretutto non ama l’erba e vuole a tutti i costi prediligere la seconda parte di stagione dove punta, chiaramente, a qualificarsi per Singapore. Aggiungiamoci anche che l’australiana su erba sa giocare molto bene ed abbiamo il primo concreto rischio di upset. 20-80

[5] Caroline Wozniacki vs Timea Babos. Dodici mesi fa questo abbinamento sarebbe stato molto insidioso, ora invece sembra un piccolo regalo per la danese, reduce dalla quarta sconfitta in finale nel 2017 e che arriverà a Wimbledon dopo una dura settimana ad Eastbourne con anche dei dolori all’addome in semifinale. L’ungherese però è in un pessimo momento di fiducia e forma, il che è un peccato perché sull’erba londinese ha pure raggiunto una finale (nel 2014, con Kristina Mladenovic). 90-10

[6] Johanna Konta vs Su Wei Hsieh. La domanda è: riuscirà a scendere in campo? La botta alla testa ed alla schiena rimediata ad Eastbourne ha creato molta apprensione attorno alla numero 1 britannica. Lei ovviamente non si è sbilanciata, sostenendo che se domani (domenica, nda) andrà tutto bene, potrà provare ad allenarsi. L’esordio è beffardo, perché Su Wei Hsieh è quella che la superò a Parigi. Su erba rimane comunque interessante, perché la taiwanese può comunque esprimere un ottimo tennis atipico, articolato, bimane di dritto e rovescio che qualche anno fa portò al terzo set proprio a Wimbledon Maria Sharapova. 65-35

[7] Svetlana Kuznetsova vs [Q] Ons Jabeur. Se gli dei del tennis ci assistono, avremo un match da non perdere. Due talenti enormi, dalle storie radicalmente diverse. Dieci anni di differenza, due Slam per la russa e ancora mai in top-100 la tunisina, eppure visto il rapporto non sempre ottimale di “Sveta” con l’erba potrebbe anche risultare un match molto divertente. Due cose sono certe: voi perderete il numero di palle corte dopo 3 game, Kuznetsova dovrà essere al 100% anche a livello mentale o rischia di perdere la pazienza di fronte al gioco imprevedible (ed assolutamente godibile, da fuori) dell’avversaria che già a Parigi ha eliminato Dominika Cibulkova giocando un match grandioso e trovando quasi punto con un tweener. Diamo Kuznetsova favorita, ma può essere una gran partita. 65-35

[8] Dominika Cibulkova vs Andrea Petkovic. Difficile dire la stessa cosa di questa sfida. I problemi di entrambe nel trovare risultati sta portando la tedesca a rischiare l’uscita dalle 100 e la slovacca ad avere un rendimento al limite dell’uscita dalla top-30 quando un anno fa era nell’anno migliore della carriera. La vittoria di una delle due potrebbe essere un leggero toccasana in un cammino che però rimarrà oltremodo impervio. 50-50

[9] Agnieszka Radwanska vs Jelena Jankovic. Riprendete le stesse frasi del match precedente, solo modificate l’uscita dalla top-30 con uscita dalla top-40 nella Race per la polacca, in crisi di risultati e sole 11 vittorie in stagione fin qui. Il matrimonio in arrivo (alcuni dicono dopo Wimbledon, altri dopo lo US Open, ma ormai ci siamo), gli infortuni recenti, i pensieri sul ritiro… condivisi dalla serba. Qualche anno fa poteva essere un match molto interessante, oggi il rischio che diventi un po’ triste e nostalgico c’è. 50-50

[10] Venus Williams vs Elise Mertens. I veri dubbi sono sullo stato psicologico della statunitense. Sarà un match abbastanza surreale, con i pensieri a quell’incidente d’auto di 20 giorni fa che la numero 10 del seeding ha causato e dove una persona ha perso la vita. Non deve essere facile mentalmente distarsi e pensare che c’è un torneo di tennis da giocare. Elise Mertens, che su erba sa giocare molto bene, dovrà capire subito che Williams avrà davanti, pensando comunque che partirà sfavorita in ogni caso. 70-30

[11] Petra Kvitova vs Johanna Larsson. Ad Indian Wells, nel 2016, la svedese fece vedere i sorci verdi a Petra, che a Wimbledon in tanti vedono come grande favorita. Lei come risponde? “Non ho giocato per 5-6 mesi e mi vedono come la favorita numero 1… mi sembra molto strano”. Il livello di gioco di Birmingham è stato ottimo per lunghi tratti, ma con l’andare avanti della settimana è progressivamente calato. A Wimbledon serviranno due settimane perfette ed avrà un giorno di riposo (tempo permettendo) per recuperare più energie possibili. Nonostante un tabellone così, vederla trionfare sarebbe comunque un qualcosa di sensazionale. Intanto ci sarà l’ostacolo Larsson, giocatrice molto sottovalutata soprattutto in difesa. Petra dovrebbe farcela, magari lottando un po’. 80-20

[12] Kristina Mladenovic vs Pauline Parmentier. Nel derby tutto francese, Mladenovic ha pescato la giocatrice che meno si addice all’erba. Impietoso il 3-15 in carriera su 18 partite disputate su questa superficie. L’ultimo successo per Parmentier risale a Wimbledon 2011, al primo turno contro Sorana Cirstea. 99-1

[13] Jelena Ostapenko vs Aliaksandra Sasnovich. Vorremmo poter dire che questo sia un sorteggio agevole per Ostapenko, ma Sasnovich è un’altra che su superfici veloci così come sull’erba ha spesso fatto ottimi risultati. Ad esempio, ha rischiato un clamoroso 2-0 contro Kristina Mladenovic. La lettone sull’erba può trarre il massimo dal suo gioco, ma la bielorussa è tutt’altro che sprovveduta nonostante la classifica sia molto diversa (e l’esperienza su grandi palcoscenici, al di là delle imprese in Fed Cup): è una che lotta sempre, che mette il 100% di quello che è nelle sue possibilità, che raramente ha cali. Occhio, perché se Ostapenko sbagliasse un po’ troppo potrebbe nascere una partita incerta. 60-40

[14] Garbine Muguruza vs Ekaterina Alexandrova. Potenzialmente, la russa su erba può fare sfracelli. Nella realtà dei fatti, solo a 22 anni è riuscita a mettere per la prima volta piede su un campo in erba e si è qualificata a Wimbledon con un percorso rocambolesco: 14-12 nel secondo turno, 13-11 nel terzo. Poi il successo contro Ana Ivanovic. Scambi quasi inesistenti, tanti rischi, Muguruza non avrà una partita agevole e lo scorso anno nei primi turni di Wimbledon incontrò Camila Giorgi con cui vinse, sì, ma solo al terzo set. 60-40

[15] Elena Vesnina vs [Q] Anna Blinkova. La classifica della russa testa di serie dice 2830 punti. Tolti i 780 della semifinale dello scorso anno fanno 2050. Tolti i 1000 del successo ad Indian Wells fanno 1050. Tolti 10 punti di tre Slam e tre Mandatory in qui, siamo a 990. Non si diventa fenomeni di continuità a 30 anni e Vesnina, bravissima a regalarsi le gioie più belle dopo essere stata 122 al mondo nel febbraio 2016, dovrà giocare in difesa. Il primo turno è contro la connazionale Blinkova, finalista nell’edizione junior londinese del 2015. La sua avversaria fu Sofya Zhuk, che in molti vedevano già tra le protagoniste. Due anni dopo lei è qui, avendo anche passato un turno all’Australian Open, Zhuk invece è ancora nel limbo della top-200. Solo per questo merita attenzione, anche se la più esperta delle due dovrebbe avere vita (relativamente facile). 80-20

[16] Anastasia Pavlyuchenkova vs [Q] Arina Rodionova. Quasi un derby, visto che Arina, sorella di Anastasia Rodionova, è australiana di adozione ma russa di nascita. Quasi scontato, invece, l’esito finale. 95-5

[17] Madison Keys vs Nao Hibino. La statunitense vuole, deve riuscire a fare risultato. La classifica Race piange: solo numero 123. Ha risolto completamente i problemi al polso che la portavano a piangere dal dolore dopo le partite, sperando sia finito anche il calvario. Solo le partite potranno dirlo, anche se l’esordio sembra dei migliori per approcciare un torneo che deve essere un trampolino di lancio. 80-20

[18] Anastasija Sevastova vs Yulia Putintseva. Partita mai banale, come tutte quelle in cui c’è la kazaka. Anche la presenza della lettone, però, può essere indice di bel gioco. L’esito è estremamente incerto, ma a differenza di Cibulkova-Petkovic e Radwanska-Jankovic, questa volta inteso in senso più che positivo. 50-50

[19] Timea Bacsinszky vs Monica Puig. L’elvetica ha già giocato a Wimbledon contro giocatrici che tirano molto forte senza grande tattica: fu quando eliminò Sabine Lisicki nel terzo turno del 2015, 6-3 6-2. L’erba può esaltarla, nonostante non abbia mai avuto grande fortuna al di là dei quarti raggiunti in quella stagione. Proprio quel dato però deve rappresentare uno stimolo a far bene. Puig invece ha raccolto pochissimo dalle Olimpiadi di Rio. Non avrà difficoltà ad impostare il suo gioco, il problema è capire quanto possa resistere. 75-25

[20] Daria Gavrilova vs [Q] Petra Martic. Altra sirena di possibile sorpresa. L’australiana gioca bene su erba, varia tanto e regge lo scambio da fondo contro tante giocatrici, però la Martic di Parigi faceva veramente paura (in senso positivo) e la sua rinascita è sorprendente: numero 667 al mondo ad inizio aprile, dopo il Roland Garros era a ridosso delle prime 100 ed a Wimbledon ha trovato la qualificazione rimontando da 2-5 nel terzo set contro Aleksandra Krunic, annullandole 6 match point sul 5-3, di cui 3 da 40-0. Su erba, poi, può davvero far male. Se Gavrilova sarà al meglio, potrebbe essere un’altra partita da non perdere. 55-45

[21] Caroline Garcia vs Jana Cepelova. Lo diciamo? Va bene. Occhio a Jana Cepelova, che a Wimbledon si esalta sempre. Nel 2012 arrivò al terzo turno battendo Kristina Mladenovic, nel 2013 fu sconfitta solo 9-7 al terzo set da Roberta Vinci, nel 2015 superò Simona Halep, nel 2016 prima Garbine Muguruza, poi perse 12-10 al terzo set contro Lucie Safarova. Tra l’altro le due si sono incontrate 10 giorni fa, a Maiorca. 6-3 6-7 6-3 per Garcia, con break decisivo sul 4-3 nel terzo. Non ci allontaneremo molto da quell’andamento di incertezza. 60-40

[22] Barbora Strycova vs Veronica Cepede Royg. La ceca ha un esordio abbastanza agevole sulla carta, anche se Cepede Royg ha finora un bilancio di perfetta parità nei match su erba (8-8) e viene da un bel periodo di forma. 70-30

[23] Kiki Bertens vs Sorana Cirstea. L’olandese lo scorso anno trovò a Wimbledon uno degli ultimi risultati positivi prima che il corpo chiedesse il conto dei primi 6-7 mesi passati a tirare come una matta. L’erba, inoltre, dovrebbe esserle molto più amica rispetto a Cirstea, che a Wimbledon non vince un match del tabellone principale dal 2013. 75-25

[24] CoCo Vandeweghe vs Mona Barthel. Prima cosa: serviranno gli elmetti. Seconda cosa: speriamo la statunitense stia bene. Durante i minuti che passavano prima che venissero annunciati gli spot presi dalle qualificate, era uscito il rumor di un forfait della statunitense per il problema alla caviglia registrato a Birmingham. Gli scommettitori la vedono come una delle più quotate ad un cammino molto lungo, lei spera che il problema fisico non le dia noia. Certo, se c’è un torneo che le può sorridere, questo è Wimbledon. Intanto però ci sarà un match iniziale neanche troppo facile, ma dove comunque partirà favorita. 65-35

[25] Carla Suarez Navarro vs Eugenie Bouchard. La spagnola rischia: il pressing da fondo campo della finalista del 2014 dovrebbe aver la meglio su un’attitudine non particolarmente eccelsa sull’erba di Suarez Navarro, che avrà bisogno anche di qualche regalo dell’avversaria. La Bouchard degli ultimi mesi può essere propensa a questo. 30-70

[26] Mirjana Lucic Baroni vs Carina Witthoeft. Non è la croata di inizio anno, ma a Wimbledon può ancora trovare qualche soddisfazione. 70-30

[27] Ana Konjuh vs Sabine Lisicki. Anche qui: serviranno gli elmetti. Sfida da 50-50, c’è poco da fare: su erba sanno esprimere un ottimo tennis entrambe.

[28] Lauren Davis vs Varvara Lepchenko. La piccola Davis sta ottenendo grandi risultati in questo 2017, l’esordio a Wimbledon sembra quello che ci voleva per prendere subito un po’ di fiducia. 80-20

[29] Daria Kasatkina vs Saisai Zheng. Ci teniamo delle riserve sulla russa, vittima anche lei di problemi fisici dopo Parigi e senza partite su erba. L’esordio contro Saisai Zheng, comunque, dovrebbe vederla uscire vincitrice. 80-20

[30] Shuai Zhang vs Viktorija Golubic. Partita in mano alla cinese: non è il 2016, ma la svizzera è in una fase molto complicata ed è scesa negli ITF di recente per costruire un po’ di fiducia. 80-20

[31] Roberta Vinci vs Kristyna Pliskova. Sorteggio pessimo per l’azzurra. Kristyna Pliskova in questo momento era una delle non-teste di serie da evitare, in più c’è anche il precedente di Dubai a far male. Il rischio che la tarantina sia tra le teste di serie ad abbandonare Wimbledon già all’esordio è alto, ma saremo ben contenti in caso di smentita. 20-80

[32] Lucie Safarova vs Oceane Dodin. No, non è andata bene a Safarova. Dodin per aggressività in campo fa passare Giorgi per una giocatrice che ragiona e costruisce il punto con pazienza. Non sarà facile per la ceca, che dovrà sopportare un match dove quasi mai avrà il controllo delle operazioni. 60-40

Diego Barbiani

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