Wimbledon

Wimbledon: Halep sfida Azarenka agli ottavi, bene anche Svitolina

[2] S. Halep b. S. Peng 6-4 7-6(4) (Carlo Rosati)

Nella lotta per la leadership WTA tra Halep, Kerber e Pliskova, oggi si prospetta un terzo turno abbastanza agevole per la romena, che affronta Shuai Peng. Eliminando Pliskova, Rybarikova ha solo in parte semplificato la situazione, obbligando le pretendenti rimaste, prime teste di serie agli opposti del tabellone, a una battaglia a distanza per arrivare almeno in semifinale.

Senza pensare a tutto ciò, oggi Halep affronta per la prima volta l’esperta cinese, per anni migliore doppista che singolarista con tanto di numero 1 del mondo raggiunto, dal rientro in campo lo scorso anno sta comunque risalendo a grandi passi il ranking in singolare trovandosi ormai a ridosso della top-30. Vietato dunque credere che sia un vantaggio: Peng trionfò proprio qui quattro anni fa in coppia con Su Wei Hsieh, e mostra fin dai primi scambi solidità di testa e colpi. La cinese fa il gioco nei games iniziali e tenta un allungo al quarto gioco, ma Halep ottiene subito il controbreak. La partita vive di prolungati scambi da fondo campo fino al 4-4, quando Simona si ricorda di chiamarsi Halep, inanella quattro punti consecutivi e strappa il servizio a Peng, troppo arretrata in fondo al campo, chiudendo poi 6-4 in 38′. 

In apertura di secondo set Peng salva due break point con numeri da doppista, tutto questo mentre Halep mostra più determinazione: il match sale di intensità e qualità. Sale in maniera continua, senza pause. La rumena prende per prima il vantaggio, sul 3-3, ma non lo conferma. Sul 4-4 ha un’altra chance, stavolta per servire per il match, ma Peng è lì e propone sempre qualcosa di diverso, qualcosa di complicato. Gli ultimi game fanno da preludio ad un giustissimo tie-break, dove l’equilibrio, anche qui, sembra non scalfirsi. Halep tra l’altro è super sul 6-5 Peng e servizio, perché si inventa una chiusura a rete con una voleè, l’ultima scelta possibile del repertorio della numero 2 del mondo. Sul 7-6 ferma uno scambio convinta una palla fosse fuori, è match point per lei: il falco le da contro, ma lei reagisce giocando subito un ace. Solo a quel punto, sull’8-7, Peng si arrende e lascia strada all’avversaria.

Agli ottavi ci sarà Azarenka che ha faticato in rimonta contro Watson, poi Garcia o forse Konta, Sakkari permettendo. Più in là non andiamo, perché potrebbe addirittura esserci la nostra Giorgi. La corsa verso il vertice è lunga e Simona lo sa, per tutte le volte che si è sentita dare della predestinata senza ancora coronare il sogno.

[4] E. Svitolina b. C. Witthoeft 6-1 7-5 (Diego Barbiani)

Non c’è solo la classifica WTA che sta subendo dei cambiamenti, ma la Race femminile in questo momento è molto soggetta a mutamenti. Karolina Pliskova, ieri sconfitta da Magdalena Rybarikova, trova ancor più valore nei 780 punti raccolti al Roland Garros, un turno in meno, una sconfitta nei turni precedenti, e non sarebbe ancora leader del gruppo. Con le vittorie di Simona Halep e, soprattutto, Elina Svitolia, il trio si sta di nuovo ricompattando.

Per l’ucraina vale lo stesso ragionamento della ceca: non è al massimo della condizione a causa di un problema al tallone, ma è riuscita ad approdare al quarto turno mettendo al sicuro 240 punti preziosissimi e conquistando per la prima volta in carriera gli ottavi di finale. L’ostacolo vero della prima settimana, e lo si era capito già dal momento del sorteggio, era Ashleigh Barty al primo turno. Partita, quella, conclusa 7-5 7-6(7) dalla numero 4 del seeding dopo aver fronteggiato un set point nel primo parziale ed aver avuto bisogno di 7 match point per chiudere.

Oggi un impegno più semplice, ma che stava complicandosi nel secondo set, quando da 6-1 4-2 e servizio è scivolata indietro 4-5 e servizio Witthoeft. La tedesca non ha chiuso il parziale subendo a sua volta altri tre game consecutivi. Nella Race, dunque, Svitolina rimane al momento terza ma la distanza da Pliskova e Halep ora si è ridotta. L’ucraina è terza con 3570 punti, la ceca è seconda con 3827, la rumena prima con 3830. Chiaramente da adesso il distacco con la rumena rimarrà invariato se otterrano come risultato lo stesso numero di partite giocate, diversamente la forbice si allargherà o stringerà. Resta però che un torneo cominciato tra mille dubbi l’ha vista non cedere alcun set e confermarsi una delle migliori della stagione.

Altri incontri: 

Sono agli ottavi, per la prima volta a Wimbledon, sia Ana Konjuh che Caroline Garcia. Molto sofferto, ed al tempo stesso importante, il successo della croata, che si è imposta 7-6(3) 3-6 6-4 ai danni di Dominika Cibulkova. La slovacca, che quindi continua a perdere terreno rispetto al rendimento del 2016 quando a Church Road si spinse fino ai quarti di finale, si è bruciata un vantaggio di 5-1 e servizio nel primo set. Due set point avuti, ma sul 6-5 e servizio Konjuh, dopo di che al tie-break si è completato il pasticcio.

Nel secondo set la numero 8 del seeding ha preso altri due break di vantaggio ed ancora una volta non ha chiuso con il servizio a disposizione sul 5-2, ma è stata in risposta a evitare nuovi problemi. Nel parziale decisivo, però, Konjuh ha ripreso il largo salendo fino al 5-1. Stavolta è stata lei a irrigidirsi e rischiare di rovinare tutto: Cibulkova ha ripreso un break di ritardo e si è portata fino al 4-5, ma non è riuscita a completare la rimonta.

Tutto molto più semplice invece per la francese Garcia, che si è imposta 6-4 6-3 contro Madison Brengle, artefice del successo contro Petra Kvitova nel turno precedente. Nessun problema neppure per Venus Williams, che impone la legge della più esperta contro Naomi Osaka. La giapponese ha ben figurato nella sua prima apparizione sul campo 1 di Wimbledon, ma non ha saputo sfruttare il 3-0 di vantaggio nel tie-break, unico momento del match poi perso 7-6(3) 6-4 in cui è stata avanti contro la più quotata rivale.

Avanti anche Johanna Konta, che dopo le oltre tre ore contro Donna Vekic impiega molto meno per avere la meglio su Maria Sakkari. La greca viene fermata con un 6-4 6-1 netto e che, alla luce delle recenti uscite delle big, fa sognare i padroni di casa. La strada però è ancora lunghissima e nella parte sotto tutte le 8 rimaste possono raggiungere la finale. Sembra una banalità, ma è così: 5 di loro sono tra le prime 8 della Race (Venus, Halep, Svitolina, Ostapenko, Konta), più un grande campionessa come Azarenka, più una giovane come Konjuh che su erba trova sempre grande efficacia più Caroline Garcia che dopo 20 Slam passati senza accedere alla seconda settimana, dopo i quarti di finale del Roland Garros è tra le migliori 16 anche a Wimbledon.

Diego Barbiani

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