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Federer più facile del previsto, Berdych timbra il cartellino

[3] R. Federer b. [13] G. Dimitrov 6-4 6-2 6-4 (dalla nostra inviata Rossana Capobianco)

Una passeggiata nel parco.
Per molti il match-specchio contro il finto erede sempre aspettato e mai arrivato costituiva un test difficile, importante.

Roger Federer ha invece approfittato, da giocatore esperto e navigato qual è, delle insicurezze e delle indecisioni di Grigor Dimitrov al momento buono.
Era lì, che gli stava addosso, tutte le volte in cui sapeva che l’emotività del bulgaro, mai cambiata, avrebbe ceduto un po’.
Malgrado il dritto ancora non troppo efficace e da rodare bene, malgrado una risposta più timida rispetto a quella vista a inizio anno, malgrado l’erba lenta, la grande forma del suo avversario.
Il confronto però non teme ribaltamenti di fronte: quando due dalle caratteristiche simili si affrontano, vince il più forte. E non c’è dubbio su chi sia.

Federer non ha però sottovalutato la sfida fin da quando se l’è figurata, sabato: “Ogni volta che gioco contro Dimitrov ho la sensazione che sia più forte di prima. Ha l’età giusta per compiere l’exploit adesso, per salire di livello”. Parla da amico, da fratello maggiore, anche da agente (Dimitrov è un cliente della Team8 della ditta Godsick/Federer). E anche lo stesso Grisha sapeva di essere nelle condizioni ideali per affrontare uno al quale si è ispirato tutta la carriera.

Invece si è dovuto accontentare delle briciole che lo svizzero oggi ha concesso al servizio, che il bulgaro è riuscito a breakkare solo verso la fine del terzo set, per poi soccombere di nuovo: fa tutto Federer, nel bene e nel male e questo Dimitrov non lo può cambiare.
Può cambiare però la sua stagione che dopo un inizio sfavillante tra titolo a Brisbane e semifinale in Australia ha poi visto di nuovo pessimismo e sconforto, con l’unica parentesi patriottica di Sofia.

Federer intanto centra il suo quindicesimo quarto di finale a Wimbledon e attende Raonic, con la speranza e la necessità di aumentare ancora l’asticella. Per sognare.

[11] T. Berdych b. [8] D. Thiem 6-3 6-7(1) 6-3 3-6 6-3 (Fausto Consolo)

Sarà Tomas Berdych ad affrontare il vincente dell’incontro tra Djokovic e Mannarino. La testa di serie numero 11 del tabellone conferma la buona tradizione sui campi di Church Road approdando ai quarti di finale per la quarta volta nelle ultime sette edizioni dei Championships dopo una battaglia di cinque set contro un buon Dominic Thiem che non può nulla dinanzi all’esperienza e alla grande prestazione alla battuta dell’avversario. Partita molto godibile per gli amanti degli scambi corti e del gioco frizzante: entrambi hanno divertito la platea e gli spettatori con numerosi bei vincenti (90 totali) e altrettanti servizi vincenti (contando solo gli ace: 11 Thiem, 15 Berdych). Il più giovane dei due paga una percentuale non eccelsa di prime palle in campo (56%), il 20% in meno rispetto al vincitore.

Il primo parziale va via molto rapidamente e i primi cinque giochi sono puramente interlocutori. Il servizio la fa da padrone con il ceco molto bravo a variare le traiettorie e l’austriaco a spingere abbondantemente sopra i 200 km/h che rendono la vita difficile all’avversario in risposta. Ma è proprio la battuta a tradire Thiem sul 2-3, quando con un passaggio a vuoto coronato da un doppio fallo regala il break a Beredych. Il ceco, forte della finale del 2010, sembra essere maggiormente a suo agio sui prati dell’All England Club e sovente tiene in mano le redini del gioco grazie alla capacità di disegnare il campo e far muovere l’avversario. Il rappresentante di punta della “Next Gen” torna ad essere ingiocabile al servizio ma non basta, anche il finalista dell’edizione 2010 fa il suo e porta a casa il parziale alla prima occasione con il punteggio di 6-3 in mezz’ora esatta di gioco.

La musica non cambia nel secondo set, anzi. Il fattore servizio si mostra ancor più determinante dati i soli otto punti vinti in risposta (quattro per parte) fino al 4-4. Poi è ancora Thiem il primo a concedere palle break (due consecutive) ma è bravo ad annullarle con due ottime prime e a salire 5-4 con altrettanti vincenti di diritto. Nel game successivo si scatena una clamorosa polemica: Thiem chiede il challenge su un diritto chiamato erroneamente lungo ed ottiene (ingiustamente) un set point; il ceco era sulla palla e ha giocato il colpo contemporaneamente alla chiamata del giudice di sedia. Le animate proteste si trasformano ben presto in punti che neutralizzano quell’opportunità (e la successiva) con degli ace al centro fotocopia. Torna la calma e arriva un tie-break a senso unico per il talento classe 1993 che sale in cattedra e infila 5 punti consecutivi. Berdych fa in tempo a vincere appena un punto sul proprio servizio prima che l’austriaco con una deliziosa demi-volée riporti in parità il punteggio dei set.

Il numero 8 del seeding non sfrutta però l’inerzia del set vinto, subisce il break al primo turno di servizio utile e inizia a giocare in maniera frettolosa. Nonostante sprazzi di orgoglio da parte dell’avversario, Berdych ne approfitta e in un amen va in vantaggio 4-1 e poco dopo 5-2, salvando con autorità una palla break e sfoderando una battuta letale nel momento di difficoltà. Thiem evita il tracollo salvando tre set point ma il ceco gioca un game praticamente perfetto e si porta avanti due set a uno. Quasi non si gioca, invece, nella quarta manche: solo uno scambio lungo da segnalare, per il resto il tutto procede velocemente tra tante botte e servizi vincenti. La parità però si spezza all’ottavo gioco: Berdych è costretto a cedere la battuta dopo non aver perso nemmeno un punto nei turni di servizio precedenti. Thiem dal canto suo rischia di subire il contro break nel game successivo ma risale da 15-40 e manda la partita al quinto e decisivo set.

In apertura di quinto è subito l’austriaco a prendere l’iniziativa ma Berdych si salva magistralmente. La situazione si ribalta nel gioco successivo ma stavolta il break arriva ed è a favore del ceco: Thiem affossa il back di rovescio in rete e da un potenziale vantaggio si ritrova a dover rimontare. Non riesce il contro break al talentino d’oltralpe nemmeno dopo un bel game in risposta vanificato dalla incisività in battuta dell’avversario che nel frattempo sale 4-1. Thiem prova a restare attaccato alla partita ma non basta: il 32enne ceco comanda ancora una volta al servizio e chiude con un ace esterno da destra. Finisce 6-3 6-7 6-3 3-6 6-3 in 2:52 ore. Match tutto sommato veloce nonostante i cinque set giocati.

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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