Wimbledon

Murray, quarti di nobiltà e di fatica

di Gianluca Atlante

Decima volta nei quarti di finale di Wimbledon, ma anche oggi è stato un Andy Murray a singhiozzo, non certo lo splendido giocatore ammirato un anno fa sempre da queste parti, capace di giocare un tennis decisamente più efficace e meno, molto meno falloso. La vittoria odierna sul francese Paire (7/6 6/4 6/4 in due ore e ventuno minuti), però, gli dà la possibilità di restare a galla in questi Championships, fermo restando che essere un lontano parente del giocatore vincitore di questo torneo dodici mesi orsono, non gli giova di certo. Corsi e ricorsi storici, però, potrebbero indurlo a pensare, così come avvenne lo scorso anno a Montecarlo, che da oggi, proprio da questa sfida con Paire, qualcosa potrebbe cambiare. Un anno fa, il sofferto successo in tre set sul francese in terra monegasca, diede una scossa incredibile e decisiva allo scozzese, capace di mettere insieme nove vittorie, tra cui Wimbledon e la finale olimpica di Rio de Janeiro, per non parlare del Masters finale di Londra, che di fatto gli consegnò la prima poltrona mondiale. Oggi quei tempi sembrano lontani, anzi lo sono. Murray, come dicevamo, è il parente povero e pieno di problemi del tennista che scalzò dalla poltrona più ambita Novak Djokovic e Paire, nel pomeriggio, gli ha dato una grossissima mano. Il transalpino è andato avanti due volte di un break nel primo set, andando a condurre 4-2, prima di fare e disfare a suo piacimento e di perdere un tie break a dir poco disastroso. Nel secondo, idem con patate o quasi, perchè dopo aver recuperato il break iniziale, il tennis a fisarmonica del giocatore di Avignone, ha consegnato a Murray, su di un piatto d’argento, anche il secondo parziale. Come in tutte le torte che si rispettino, e in fatto di dolci più o meno colorati i britannici non sono secondi a nessuno, ecco che nel terzo è arrivata la classica ciliegina che il barbuto tennista d’oltralpe ha poggiato sulla torta di Murray. Dalle due palle che lo avrebbero portato sul 5-3, si è passati in un amen al 6/4 finale, con Murray a ringraziare per tanta generosità e per il fatto di aver vinto, alla fine, una partita che poteva prendere un’altra piega e che invece, vista soltanto dal punto di vista dei numeri, ha finito per premiarlo anche oltremisura. Il Murray di oggi non ci convince, per niente affatto, ma è intanto è nei quarti di finale di Wimbledon, per la decima volta consecutiva e considerando il suo tennis attuale, è davvero tanta roba.

Gianluca Atlante

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