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ATP Newport: la casa di John Isner

È ancora John Isner sull’erba di Newport. Per la testa di serie numero 1 del tabellone è il terzo titolo nel Rhode Island, nonché primo stagionale, a dieci anni al debutto tra i professionisti, avvenuto in quel di Washington dove raggiunse da lucky loser una inaspettata finale (persa contro Andy Roddick). Si spegne, invece, a un passo dal traguardo, il sogno di Matthew Ebden di sollevare il primo trofeo in carriera nel circuito maggiore.

Parte alla grande Isner che con due ace tiene il servizio a zero. Male invece Ebden che consegna immediatamente il break di vantaggio all’avversario con due doppi falli. Altri due ace e il numero 1 del seeding conferma il vantaggio iniziale portandosi in men che non si dica sul 3-0. L’importanza del servizio sull’erba è testimoniata dalle percentuali: 90% contro 50% nei primi giochi dell’incontro. Le coppie di ace continuano a fioccare: l’americano non fa giocare l’australiano ed è 4-1 in appena 13 minuti. Nonostante il terzo doppio fallo, tornano le prime ed Ebden tiene botta, ma in risposta continua a non avere scampo a causa della potenza in battuta dell’avversario e la continua ricerca del serve and volley che sui prati fruttano. Sul set point la parata di Ebden sullo smash dell’avversario non rimane in campo: è 6-3 in 25 minuti di gioco. Australiano che, pur mantenendosi sul 50% di prime in campo per tutto il parziale, è riuscito a non concedere ulteriori palle break a Isner dopo quella in apertura di partita. Dal canto suo, quasi ingiocabile il numero 1 del seeding: ace a ripetizione (8), solo tre punti persi al servizio e tennis più determinato.

Più divertente la seconda manche, inaugurata dal qualificato che tiene la battuta ai vantaggi, venendo immediatamente raggiunto da Isner con altri due ace. Più convinto in queste fasi l’australiano: scambia meno, serve meglio e guadagna più assiduamente la via della rete; ma in fase di risposta prosegue l’agonia a causa dell’ulteriore crescita dell’americano il quale, quando non ottiene il punto direttamente con ace “puliti o sporchi”, chiude subito dopo con la volée. A dimostrazione del regnante equilibrio, dal terzo al settimo gioco il giocatore al servizio non ha concesso nemmeno un punto al ricevitore. Si torna a giocare i vantaggi sul 4-3 Ebden, con Isner che riesce a pareggiare nonostante le poche prime in campo e due errori piuttosto banali (una comoda volée in rete e un facile attacco di rovescio lungo di parecchio). I due continuano a dominare nei rispettivi turni di servizio e si va al tie-break. Sull’1-2, il serve and volley tradisce Ebden che si fa trafiggere dall’avversario che guadagna il primo mini break e sfiora il secondo nel punto successivo ma gioca una volée di rovescio non irresistibile e perde il corpo a corpo a rete. L’australiano non ci sta: risponde alla prima dell’americano e lo passa subito dopo con il rovescio lungolinea, ma nei due punti successivi fa una clamorosa frittata sbagliando un attacco di diritto e uno smash dentro il rettangolo del servizio. Isner si ritrova così a giocare due match point sul servizio, chiudendo al secondo sull’errore di rovescio di Ebden. Finisce 6-3 7-6 in un’ora e quattordici minuti.

Undicesimo titolo in carriera per il 32enne di Greensboro, bravo a non cedere nel momento cruciale nonostante il netto crollo delle prime in campo. Grande rammarico per Matthew Ebden, soprattutto per il brutto tie-break giocato, al termine del quale ha scagliato la racchetta contro l’erba del campo e si è seduto in panchina visibilmente contrariato.

Fausto Consolo

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Fausto Consolo

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