[8] D. Ferrer b. A. Dolgopolov 6-4 6-4
David Ferrer alza per la terza volta in carriera il trofeo dell’ATP 250 di Bastad conquistando il ventisettesimo titolo ATP della carriera dopo 21 mesi dall’ultimo e ritrova il sorriso dopo una stagione che l’ha visto soffrire parecchio. Al termine della finale contro Dolgopolov vinta in due set con il brivido finale, Ferrer infatti, molto emozionato, si lasca andare ad una gioia liberatoria che gli mancava da quasi due anni. I due si trovano di fronte per la quattordicesima volta e anche se è Ferrer a condurre con nove vittorie a quattro, Dolgopolov è invece in vantaggio tre a uno negli incontri disputati sulla terra rossa. L’esito della partita non è scontato, di fronte ci sono due giocatori che interpretano il tennis in modo opposto con lo spagnolo che si basa su una gran solidità e regolarità e l’ucraino che si affida alla creatività e alla varietà di soluzioni. La differenza di stili in campo si palesa subito e si traduce in lotta senza che nessuno dei due riesca inizialmente a prevalere sull’altro. Servono infatti ben 16 minuti per completare i primi due game durante i quali il ritmo degli scambi è molto alto. Il copione è fin troppo scontato: Ferrer si muove bene, si sposta con il dritto e macina gioco, Dolgopolov invece varia di più i colpi cercando accelerazioni vincenti o soluzioni alternative usando la smorzata e lo slice di rovescio.
Apre il match l’ucraino con un doppio fallo e un rovescio lungo e gli servono sei minuti per riuscire a salvare il suo turno di battuta annullando una palla break. A seguire Ferrer fa ancora più fatica e ci mette dieci minuti a tenere il servizio fronteggiando ben quattro palle break. Ormai caldo, Dolgopolov trova continuità con la prima di servizio e riesce a dare sfogo alla sua creatività siglando splendide accelerazioni di dritto in diagonale e smorzate seguite da passanti millimetrici. Ferrer continua nel suo credo, corre a destra e a sinistra e fa i punti che deve fare con estrema solidità ed entrambi sfruttano i propri turni di battuta per imporre il proprio gioco e non si vedono più palle break. Nel nono game però l’equilibrio si spezza, Dolgopolov incappa in due scelte infelici mettendo in pratica due serve e volley azzardati, Ferrer ne approfitta subito per infilarlo con il passante e si procura una palla break che trasforma con estrema lucidità costringendo l’ucraino all’errore con il dritto dopo un lungo scambio. Da questo momento in poi non c’è più partita. Ferrer, solidissimo in difesa, corre per tutto il campo rimandando ogni colpo dall’altra parte e Dolgopolov, dopo aver provato di tutto, non sa più cosa fare e sbaglia. Lo spagnolo chiude il primo set velocemente incamerando facilmente il servizio e si ricomincia.
Il secondo parziale si apre con un turno di battuta agile di Dolgopolov che da quel momento però inspiegabilmente sparisce dal campo, non mette più una palla dentro e si fa travolgere dallo spagnolo che invece non sbaglia un colpo e zampetta senza dare segnali di cedimento. Solo tre punti concessi in altrettanti turni di battuta, doppio break nel terzo e nel quinto game e doppio match point nel settimo game. Dolgopolov ha però un sussulto d’orgoglio, lascia andare il braccio a tutta, annulla i due match point e recupera uno dei due break di svantaggio strappando subito dopo a zero il servizio a Ferrer. Dolgopolov è così, quando si accende diventa ingiocabile, da parte sua Ferrer non molla e si procura un altro match point nel nono game ma l’ucraino gli nega ancora il successo. Si gira sul 5-4 per lo spagnolo chiamato a servire per chiudere il match e dimostrare tutta la sua forza mentale. E Ferru la dimostra eccome. Sotto 15-30 a seguito di due risposte vincenti di Dolgopolov, lo spagnolo serve due gran prime e si procura il quarto match point che però se ne va con un dritto inside-out che finisce largo. Arriva il quinto ma svanisce anche quello, il sesto ma Dolgo tira a tutto braccio e annulla. Il settimo è quello buono, l’accelerazione di dritto dal centro ad uscire di Dolgopolov esce di un soffio e Ferrer può lasciarsi andare all’esultanza.
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