Correva l'anno

14 maggio 2006: Nadal batte Federer nella finale di Roma

La partita della svolta – anche se le cose avevano già preso quella piega, pare. La partita dei match point falliti. La partita di un tie-break perfetto, il primo, e di due tie-break lottati, sudatissimi: il primo vinto da Federer, gli altri due da Nadal. Solo la finale di Wimbledon 2008 può ambire a stare nella stessa categoria di quella di Roma, avvenuta undici anni fa, e non solo per lo spettacolo tecnico, ma per tutto ciò che Roger Federer e Rafael Nadal hanno meso in campo in quelle abbondanti 5 ore. È stata la partita in cui lo svizzero ha messo a nudo tutti i suoi complessi psicologici, quelli che per magia sono scomparsi quest’anno, e quella in cui Nadal ha dimostrato a tutti che non avrebbe mai mollato, nemmeno davanti al più forte di tutti nell’anno in cui era più forte anche di sé stesso.

È inutile tentare di riassumere i significati di quella partita e sarebbe umiliante ripercorrere quei cinque set. L’unica cosa che resta da fare è aspettare una delle tante repliche su Supertennis, cercare gli spezzoni su YouTube e rimanere sbalorditi a ogni punto. Non fu una partita costantemente bella – ma quale lo è? – ma fu probabilmente la partita in cui i livelli di Federer e Nadal al loro meglio furono più vicini. In oltre tredici anni di storia, è successo raramente, anzi quasi mai, che quei due riuscissero a giocare bene contemporaneamente per così tanto tempo. La loro rivalità, già prima di quella partita, è sempre stata una rivalità strana e diversa dalle altre. Le debolezze di Federer, i malanni fisici di Nadal e tante altre variabili ci hanno costretto a vedere partite francamente imbarazzanti: il match di round robin alle ATP World Tour Finals 2011; la semifinale agli Australian Open 2014; l’ottavo di finale a Indian Wells 2017; la finale del Roland Garros 2008; la semifinale di Miami 2011. Ma la finale di Roma 2006 fu qualcos’altro. Se non l’avete vista, non potete capirlo.

Daniele Vallotto

Scrive spesso di tennis, ha fondato Tennispotting ma questo non vuol dire che sappia giocare a tennis. Su twitter è @danielevallotto.

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