“No comment”. Una frase che, come diciamo spesso, può voler dire tutto e nulla. Dipende forse dal modo, dal momento, magari da come viene pronunciata. In ogni caso fa rumore, perché lascia aperte mille idee su quello che la persona davvero pensa dell’argomento richiesto. Soprattutto se a rifiutarsi di rispondere è una persona che, e lo si è capito dal recente passato, non ha troppi peli sulla lingua e si è presa la responsabilità di schierarsi in prima linea contro Maria Sharapova definendola scorretta ed immeritevole di tornare a giocare.
Poi Eugenie Bouchard si è ritrovata faccia a faccia con la russa, appena una settimana dopo, a Madrid. Una partita che l’ha vista mettere in campo un tennis mai visto prima (e dopo), come se davvero questo focolare di chiacchiere e di attenzioni l’avesse ricaricata di energie sconosciute. Ballando su tutto ciò, la canadese ha continuato a lanciare accuse alla russa prima e dopo la partita, parlando proprio di come le motivazioni le avrebbero dato una spinta enorme e, poi, di come tante colleghe con cui normalmente non parla quasi mai le abbiano fatto un in bocca al lupo spingendola a dire che “questa vittoria è anche per tutte loro che non hanno avuto il coraggio di esporsi”. Nemmeno 24 ore dopo e già il caso si era notevolmente sgonfiato con le chiare prese di posizione di molte (soprattutto Simona Halep e Svetlana Kuznetsova).
Stavolta la situazione era veramente importante: mettersi in difesa di una collega, Casey Dellacqua, che è stata vittima di offese da parte di Margaret Court, discussa campionessa australiana, in merito al non riconoscere un’unione tra persone dello stesso sesso. La domanda, più che lecita visto che il caso è venuto fuori di recente ed a quasi tutti è stato chiesto un parere (Andy Murray ha dichiarato che non vede alcun problema se due persone si amano a tal punto da voler dar vita ad una famiglia, indipendentemente dal sesso), è stata posta da Ben Rothenberg, giornalista del New York Times, che si è trovato di fronte l’inaspettata risposta fredda, impassibile e pronunciata da una persona con lo sguardo seccato, come ci è stato riferito da Parigi.
Agnieszka Radwanska ad Indian Wells aveva accennato alla canadese come una “a cui piace un po’ troppo essere al centro dell’attenzione”. Molto difficile contraddirla, vista poi l’episodio avvenuto poche settimane prima di inventarsi l’uscita con un fan, chiara mossa mediatica per essere ancor più chiacchierata, guarda caso negli stessi giorni in cui uscivano le sue prime foto in costume per Sport Illustrated.
Quello che ormai risulta piuttosto chiaro è il ritratto di una persona sempre più incentrata sui suoi interessi. Molto difficile che non sappia chi sia Casey Dellacqua, per una serie di ragioni: ci hanno giocato contro (Australian Open 2014, quando la canadese raggiunse la semifinale), l’australiana è una di quelle persone che sanno farsi voler bene nel circuito e, soprattutto, ha vissuto lo stesso problema fisico di Eugenie, con una caduta che le ha causato una forte commozione cerebrale e l’ha fatta star ferma tantissimo tempo. Sempre in prima fila (e senza troppi peli sulla lingua), stavolta sceglie di non difendere una collega che invece avrebbe bisogno di solidarietà vista la spiacevole situazione a cui è andata incontro. Qualcosa stona.
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