Mancano poco più di venti giorni al ritorno in campo di Maria Sharapova dopo i 15 mesi di squalifica per doping. Mercoledì 26 aprile la ex numero 1 del mondo e cinque volte campionessa Slam scenderà in campo a Stoccarda, torneo dove ha vinto 3 volte e che l’ha fortemente voluta, assegnandole una wild card per il primo appuntamento utile post squalifica. Alla wild card del torneo tedesco sono seguite quella del Premier Mandatory di Madrid e quella degli Internazionali di Italia, mentre la federazione francese sembra intenzionata a non riservarle alcun trattamento di favore. E di fronte alle wild card ricevute, immediate si sono levate le polemiche da parte di colleghe e colleghi.
Una posizione ad ogni modo difficile da prendere, con ragioni condivisibili sia da parte di chi è a favore sia da parte di chi è contrario. E dibattuta tra i due piatti della bilancia è la posizione di Greg Rusedski che, facendo eco a Chris Evert, ha dichiarato di comprendere le ragioni degli organizzatori dei tornei.
Per l’ex numero 4 del ranking ATP “sono condivisibili sia le ragioni dei giocatori che quelle degli organizzatori. Questi ultimi vogliono i grandi nomi per i loro tornei. Vogliono Sharapova perché attrae sempre una gran folla. Ma vista dal punto di vista dei giocatori, questi probabilmente ritengono che lei dovrebbe guadagnarseli sul campo tali diritti. Lei è stata squalificata e quindi dovrebbe ripartire da zero. Ma non c’è alcuna regola secondo cui ciò debba accadere e dunque lei sta facendo tutto ciò che le è concesso. Alla fine dei conti, il tennis è intrattenimento. Se lei è una di quelle che fa vendere più biglietti, cosa puoi fare tu che organizzi un evento? Non puoi che invitarla.
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