Sembrava già tutto scritto e già tutto deciso. La rivalità più celebre e amata della storia del tennis si stava chiudendo mestamente con il parallelo declino dei due protagonisti, avviati verso la fine della carriera, sorpassati dagli avversari come una Fiat Panda in una gara di Formula 1. Anche quel 23-11, in favore dello spagnolo, lasciava poco spazio a dubbi e contestazioni: con uno score così sbilanciato, la rivalità era quasi monca. E, invece, il 2017 ha dato una svolta clamorosa e inaspettata, oltre che nuova linfa al cosiddetto ‘Fedal’. I cambiamenti tecnici e tattici di Roger, l’annullamento della sudditanza psicologica e un evidente quanto inevitabile declino atletico di Rafa, hanno cambiato la tendenza e reso più equilibrato il conto degli head to head.
Federer e Nadal nel 2004 però non erano ancora Federer e Nadal. Roger era diventato da poco il nuovo re del tennis mondiale: nel giro di un anno aveva vinto due Slam ed era salito sul trono del ranking ATP. Rafa aveva appena 17 anni ed era un giovane semisconosciuto che attirava l’attenzione per il suo tennis muscolare e il look da bagnino di Formentera. Si ritrovarono al terzo turno del Nasdaq-100 Open di Miami, per la prima volta uno contro l’altro. Visti con gli occhi di adesso, queste immagini quasi d’epoca fanno una certa tenerezza: Federer ancora con il codino, il viso rotondo e un po’ butterato. Nadal con i capelli lunghissimi, una bandana grossa come un asciugamano e i bicipiti guizzanti fuori dalla canotta rossa.
Ma non solo il look era diverso, lo era anche il loro modo di giocare. Lo svizzero era già elegante come un Lord inglese e toccava la palla come nessuno, ma il suo tennis era ancora un po’ disordinato e naïf. Il maiorchino invece aveva un movimento del dritto più compatto e meno esasperato, si muoveva a velocità supersonica e i piedi erano molto più vicini alla linea di fondo. Gli altri ‘topoi’ del Fedal però ci sono tutti: gli scambi spettacolari, la diagonale della morte rovescio di Federer-dritto di Nadal, Rafa che corre come una lepre per tutto il campo ributtando ogni palla di là, Roger che sbaglia cercando di giocare solo vincenti all’incrocio delle righe, Nadal che vince la partita. 6-3 6-3 per la precisione.
Un match che all’epoca fece scalpore e che sarà estremamente indicativo di come la rivalità si sarebbe sviluppata. Aggiungere altro sarebbe inutile: come si suol dire, il resto è storia.
Per la cronaca, quel torneo lo vincerà Andy Roddick in finale su Guillermo Coria.
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