Se la partita contro Alexander Zverev aveva lasciato qualche dubbio tra i seguaci dello svizzero, che palpitando ad ogni dritto cercano di intravedere i segnali del Federer che sarà, quella contro Gasquet è stata troppo semplice per confortarli del tutto. Gasquet sembra essersi abituato a questo limbo dal quale magari alza la testa di tanto in tanto per raggiungere qualche semifinale prestigiosa ma più spesso è un sin troppo facile turno di allenamento per chi si gioca uno slam. E anche il 2017 non sembra aver cambiato le cose. Federer ha subito avuto una palla break, non l’ha sfruttata ma poi è è volato via serenamente e chiuso il primo set per 6-1 si capiva già che sarebbe stata una partita “normale”.
Il secondo set è iniziato con Gasquet che finalmente teneva il servizio senza nessun problema, lasciando a 15 lo svizzero, ma se si sperava in una partita più accesa – o almeno in un allenamento più faticoso – ci si è dovuti rassegnare subito dopo. Nel terzo game Federer è andato 0/40 e neanche la storica propensione dello svizzero a sprecare palle break è stata sufficiente per far rientrare in partita Gasquet. Il francese ha annullato le prime due ma la terza è stata quella buona. A quel punto Federer ha spinto meno e si è accontentato di tenere i suoi turni di battuta, non facendo mai arrivare il francese a “40” e chiudendo al primo match point. 6-1 6-4 in meno di un’ora (58 minuti).
Tutto davvero troppo facile, meglio aspettare l’Australian Open per sapere qualcosa di più su Roger Federer.
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