WTA Finals, Kuznetsova: "Non sarei nessuno senza il duro lavoro: il talento da solo non basta"

TENNIS – Dal nostro inviato a Singapore Diego Barbiani

Svetlana Kuznetsova è esausta. Lo si capisce giorno dopo giorno. Eppure è la prima giocatrice a qualificarsi per le semifinali delle WTA Finals di Singapore, oltretutto da prima del girone bianco. La vittoria thriller ai danni di Karolina Pliskova l’ha fatta esplodere di gioia come poche altre volte in stagione, inginocchiandosi sul campo dello Sports Hub e lasciando andare tutta l’adrenalina accumulata durante le oltre 2 ore di partita. “Quanta energia ho ancora? Vorrei potertelo dire…” abbozza in maniera poco convinta alla prima domanda, “nel primo set mi sentivo vuota, poi ho cercato di calmarmi e dirmi di andare avanti: posso essere stanca, ma sono qui e devo comportarmi da professionista”. Un concetto che poi, più avanti, la russa ha voluto spiegare meglio. Cosa vuol dire per te essere un’atleta professionista? “Potrei dirvi di non bere alcool o cose simili, in realtà essere professionale per me vuol dire entrare in campo e fare sempre del mio meglio, non importa chi sia dall’altra parte della rete. Non è un riferimento alla semplice partita, parlo anche dell’allenamento. Quando stavo arrivando qui, Carlos (il suo coach,ndr) era così felice per il titolo e mi diceva che quest anno non ho mai mollato una partita. Io gli ho risposto che non ricordo una sola volta in cui abbia mollato un match, ma sicuramente sarà capitato. Quest anno però è diverso, ho lottato tanto e per questo posso considerarmi davvero una professionista. Posso avere tutto il talento che voglio, ma non basta. Il talento senza il duro lavoro e la dedizione è nulla. E’ il duro lavoro che porta ai risultati. Senza questo atteggiamento, senza questa voglia di lottare su ogni colpo, non avrei raggiunto questi risultati”.

 

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