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WTA Cincinnati – Kerber, una rimonta da numero 1: le mancano due vittorie per spodestare Serena Williams

TENNIS – CINCINNATI. Angelique Kerber supera anche Carla Suarez Navarro e si qualifica per le semifinale del WTA Premier 5 di Cincinnati: servono ancora due vittorie per spodestare Serena Williams dal trono e diventare la nuova numero 1 mondiale.

4-6 6-3 6-0 il punteggio finale di un’altra partita, dopo quella di ieri contro Barbora Strycova, che lascia intendere il valore di quello che la tedesca, 29 anni a gennaio, sta cercando di realizzare. Costruitasi una chance forse irripetibile con la miglior stagione della carriera, sta scalando un Everest per arrivare lassù in cima e provare a godersi per un po’ il paesaggio sotto di lei, a guardare tutte le altre dall’alto in basso.

Parziale dopo parziale, punto dopo punto, crescono le palpitazioni, i momenti di nervosismo e di difficoltà per chi campionessa non è nata, magari non ha avuto il talento e la forza di altre colleghe o ex colleghe, ma che sa di avere il proprio destino nelle sue mani. Serena Wiliams non c’è, la spalla faceva troppo male da qualche settimana, ma la sua presenza in campo, quando gioca Kerber, si avverte.

La tedesca, oggi, è partita molto tesa. Dopo qualche game le gambe dovevano ancora sciogliersi . Una giornata terribile dal punto di vista del caldo, che ha visto entrambe piuttosto provate poi nelle fasi finali dell’incontro. E la spagnola, per almeno metà gara, ha giocato anche lei da top-10. Non sarà la migliore, come rendimento, su questa superficie, ma un paio di anni fa sul cemento nordamericano sorprese Maria Sharapova e quest anno ha vinto l’importante titolo di Doha (anche quello Premier 5) proprio sul cemento.

Nonostante la rimonta da 1-3, Kerber si faceva sfuggire un nuovo turno di battuta sul 4-4. Torben Beltz, colui che sta creando un capolavoro, durante la pausa tra primo e secondo set ha cercato di scuotere la propria giocatrice, spingendola ad essere più aggressiva ed a scuotersi. Kerber lo guardava, zero reazioni. Poi il primo game e subito break per la spagnola, che pennellava il campo con il suo rovescio ad una mano. Solo a quel punto, Kerber, ha cominciato a premere sull’acceleratore. Nulla era compromesso in maniera definitiva e giocando un paio di accelerazioni lungolinea ha riequilibrato la situazione ed è poi scappata via sul 3-2. Un piccolo brivido sul 5-3, poi ha dilagato.

Più si sale, più l’ossigeno viene meno. E’ così anche in questa settimana per Angelique, che non è mai stata un colosso a livello mentale ed ha messo molto più tempo di tutte le altre ad arrivare lassù. Voleva lasciare il tennis prima che Andrea Petkovic, nell’estate del 2011, la invitò nell’accademia dove si allenava per un periodo di preparazione assieme. Poche settimane dopo, la semifinale allo US Open che la catapultò dal confine della top-100 a quello con la top-30. Da lì è cominciato un percorso ricco di ostacoli, deviazioni, errori, correzioni. Lo stesso Beltz fu “lasciato a piedi” per assumere Benjamin Ebrahimzadeh prima di tornare, nel marzo 2015, dallo storico coach. Ed in quel mese, l’incontro negli Stati Uniti con Steffi Graf. Da lì è cominciato un lungo viaggio, un tennis che non era più esclusivamente passivo ma molto più offensivo, anche se l’impressione non è supportata dalle statistiche. Pochissime volte finirà partite sopra i 25 vincenti, ma da oltre un anno sta dimostrando che non serve se si ha a disposizione quella capacità, ad esempio, di aprire il campo con angoli strettissimi, o di essere i grado di giocare passanti come quelli che l’hanno fatta esultare contro Strycova non più di 24 ore fa. 

Ha impiegato più tempo, a maturare, ma ora è quella con le possibilità più concrete per un ribaltone che avrebbe del clamoroso, un evento che ancora una volta la vedrebbe collegata a Steffi, sua eroina: salverebbe il record di 186 settimane consecutive in testa al ranking. Già a Melbourne evitò (o meglio, rinviò) l’aggancio a quota 22 Major di Serena Williams. Ora, una volta di più, potrebbe mettere i bastoni tra le ruote alla statunitense. Cresce l’attesa, mancano al massimo solo 2 partite. Cresce anche la tensione, perché se il tabelone fino ad ora l’aveva messa di fronte ad avversarie di ottimo livello, ora arriveranno i calibri pesanti: una tra Simona Halep (proprio dalla rumena perse in semifinale a Montreal) o Agnieszka Radwanska, poi Garbine Muguruza o Karolina Pliskova. Male che vada, è certa di cominciare lo US Open con Serena Williams che sarà costretta a fare 226 punti in più di lei o lunedì 12 settembre, il cambio al vertice, ci sarà comunque.

 

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