Roland Garros: Bolelli, sconfitta amara. Nishikori avanza senza fatica

TENNIS – Di Gianluca Atlante

ROLAND GARROS. Simone Bolelli non riesce nell’impresa di battere Kei Nishikori, n.5 del seeding del Roland Garros 2016, venendo eliminato con il punteggio di 6-1 7-5 6-3 in una sfida interrotta ieri a causa della pioggia e ripresa oggi sul 6-1 7-5 2-1 in favore del giapponese.

Quantomeno ci ha provato, e questo potrebbe essere già un primo passo verso il recupero, ma sul Philippe Chatrier, se proprio vogliamo dirla tutta, Simone non ha fatto una bella figura. Tutt’altro, contro il numero 5 del tabellone, il giapponese, Kei Nishikori.

Tra domenica pomeriggio e ieri, alla fine il tennista azzurro è stato in campo due ore. Il tempo per prendere tre set a zero, intascare il cospicuo prize money di chi perde al primo turno in una prova dello Slam e provare, soprattutto, a guardare al futuro immediato con l’ottica di chi è necessariamente chiamato a rimettersi a posto, perché la classifica (ahinoi) piange di nuovo. Non vogliamo entrare nella mente di Bolelli, non abbiamo questa presunzione, ma nelle condizioni in cui, il tennista di Bologna dovrebbe, innanzitutto, pensare a guarire completamente. Insomma, a star bene. Perché, passi Nishikori, ma oggi Bolelli, probabilmente, avrebbe perso con chiunque, anche contro se stesso.

Simone, tra l’atro, non è nuovo a sfortune di questo genere e, in altre circostanze, ha trovato modo e tempo per rialzare la testa, come quando decise di mettersi all’”angolo” un coach di provata esperienza e di innata professionalità, come Umberto Rianna. A 31 anni, del resto, qualche freccia nel proprio arco, Bolelli ce l’ha ancora, ma sprecarle per fare la presenza, o quasi, al Roland Garros, è un qualcosa che non deve e non può appartenergli.

Lo diciamo perché conosciamo il ragazzo, il giocatore, il tennista, l’uomo Bolelli. Sappiamo che è dura, ma lo è stato anche per il polso malandato, poi i risultati sono arrivati. Perché, con lo stesso Nishikori, e non parliamo della preistoria, ricordiamo non uno, ma addirittura due match di tutt’altro spessore giocati a Wimbledon lo scorso anno e due anni orsono ed entrambi persi, ma dopo una lotta accesa, in cinque set. Quello di oggi è un qualcosa che vorremmo dimenticare in fretta. Se non altro per il bene e la stima che nutriamo per Simone Bolelli.

 

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