Challenge Round. È ancora Nadal l'alternativa a Djokovic?

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – I titoli di Monte-Carlo e Barcellona hanno rilanciato Rafael Nadal come possibile alternativa al dominio di Novak Djokovic, quanto meno sull’amata terra. Nelle ultime settimane il maiorchino è tornato a graffiare: riuscirà a impedire anche quest’anno il trionfo parigino al serbo?

È ancora Nadal l’anti-Djokovic? Eravamo preoccupati per la situazione del tennis maschile, che, al contrario di quello femminile, negli ultimi tempi vedeva l’egemonia assoluta di un solo protagonista. L’ultima sconfitta di Nole in un torneo Atp di alta categoria risaliva all’estate, quando Roger Federer gli aveva negato ancora una volta il titolo a Cincinnati. Poi i centri Slam a Flushing Meadows e agli Australian Open, le vittorie alle Atp World Tour Finals di Londra e nei Master 1000 di Shanghai, Parigi Bercy, Indian Wells e Miami. Nessuno sembrava in grado di scalfire il dominio del serbo.

A Monte-Carlo, in maniera del tutto imprevedibile, Djokovic si è arreso al debutto al ceco Jiri Vesely e ad approfittare della situazione è stato proprio Rafa Nadal, tornato ad alzare il trofeo del Principato dopo tre anni, per la nona volta in carriera. A seguire il maiorchino si è ripreso anche il trono di Barcellona e lunedì, oltre ad avvicinare notevolmente il quarto posto nel ranking occupato da Stan Wawrinka, si è issato sul secondo gradino del podio della Race 2016, mettendosi alle spalle Milos Raonic e Andy Murray. Nole è sempre staccatissimo (4350 punti contro 2300), ma appena quindici giorni fa la differenza era ben più marcata (4340 a 800, con Rafa solo 14esimo).

Insomma, mentre seguitiamo a guardarci in giro alla ricerca del “nuovo che avanza”, ecco che riemerge ancora l’usato sicuro. I tempi del massimo splendore saranno passati, ma Nadal, specie calcando la superficie prediletta, è ancora in grado di mietere vittime illustri. Nelle ultime due settimane ha battuto tre attuali top ten (Wawrinka, Murray e Nishikori) e altri giocatori scomodi come Thiem, Monfils e il nostro Fognini, che tanti dispiaceri gli ha dato l’anno scorso. Le gambe hanno ricominciato a girare a mille, ma è soprattutto la fiducia che è tornata a fare la differenza.

Basterà per appropriarsi della Coppa dei Moschettieri per la decima volta? Al momento è impossibile dirlo. L’anno scorso un Rafa ben distante dal top si arrese nettamente nei quarti a Djokovic, che poi, però, mancò l’opportunità di vincere l’unico Major assente nella sua bacheca, arrendendosi nel match clou a Wawrinka. Lo spagnolo non si impone sul numero uno da quasi due anni, ossia proprio dalla finale del Roland Garros 2014, e da allora ci ha perso in sei occasioni senza strappargli nemmeno un set, tanto da ritrovarsi sotto per 25-23 nel bilancio complessivo degli head to head.

Il Nadal di oggi appare di gran lunga migliore rispetto alla versione di dodici mesi or sono, ma in Francia è lecito attendersi anche un Djokovic non certo paragonabile a quello dimesso visto di recente nel Principato. Nel frattempo, prima della resa dei conti, avremo modo di “scaldarci” con Madrid e Roma, dove verificheremo anche le condizioni degli altri pretendenti. Poi si volerà a Porte d’Auteuil, e chissà che Rafa non stia già prendendo le misure per l’ennesimo scherzetto parigino a Nole…

 

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